#146 - 31 gennaio 2016
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 31 gennaio, quando lascerà il posto al numero 360. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Alberologia

Ciclo sugli alberi seguendo l'itinerario divulgativo
del libro "Alberologia" di Antonio De Bono, edito da Osanna Edizioni

Alberologia

Mitologia romana

Mitologia romanaMitologia romana

I romani consideravano gli alberi sacri agli dei e alle dee; infatti la quercia era sacra a Giove, l'alloro ad Apollo, il frassino a Marte, l'olivo era sacro a Minerva, così come il melograno a Giunone, l'abete a Diana, il mirto a Venere, il bosso a Cibele, il cipresso a Plutone, il fico a Saturno, la vite e l'edera a Bacco e il pino a Nettuno.

Mitologia romanaMitologia romana

I romani avevano grande considerazione per gli alberi: ci costruivano i tetti, i carri e le mense, e ci costruivano le navi per solcare i mari e visitare le terre lontane.
E come non ricordare che tutti i colli romani, ai tempi della fondazione, erano ricoperti da boschi!

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L'Aventino era vestito di roveri, lecci ed allori. Sul Celio era presente un bosco di querce ed vie era eretto un piccolo tempio consacrato alla ninfa tutrice della boscaglia. Al Viminale sorgeva il bosco consacrato a Diana: L'acquitrinoso Palatino, prosciugato da Tarquinio Prisco, fino a Severino Tullio era coperto dal bosco Luperco da dove le lupe scendevano al Tevere per dissetarsi. Lo spazio tra Quirinale e Campidoglio era boscaglia e palude ed era stato assegnato da Romolo all'asilo dei delinquenti e per questo dettoLucus asylii.

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L'aspetto religioso andava a privilegiare il bosco ad alto fusto, e il termine Lucus , di origine incerta, ha il significato di radura nel bosco dove arrivava la luce del sole, ed era indispensabile per erigere gli altari per immolarvi le vittime. Nell'antica Roma, al bosco sacro veniva riservata anche la funzione di confine naturale prima tra proprietari privati, poi tra etnie e quindi tra Stati.

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Silvano (Silvanus), consacrato al culto degli antenati, era anche l'antico dio latino protettore della vegetazione delle selve, dei campi e degli animali; affine a Fauno, pur non avendo, a differenza di Fauno, culto ufficiale né festa, né sacerdozio; fu considerato egualmente come dio, ed ebbe culto domestico.
Dal canto suo, il Fauno era una figura della mitologia romana, una divinità dei boschi e della natura: Il suo aspetto ha forme umane, ma con i piedi e con le corna di capra. Ebbe l'epiteto di Luperco perchè aveva il potere di allontanare i lupi dalle greggi.
Nei primi secoli dell'era cristiana, molte divinità pagane vennero demonizzate e i Fauni furono associati ai Satiri e ai Silvani: La figura del Fauno diverrà in seguito quella del diavolo-tipo: Nello stesso periodo però, i Fauni vennero anche convertiti in esseri non malvagi, simili ai folletti.

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