Il fotografo di Auschwitz
Luca Crippa e Maurizio Onnis - Editrice Piemme - Pickwick
Nel 1939, dopo l’invasione tedesca della Polonia, le SS propongono al giovane austro-polacco Wilhelm Brasse di giurare fedeltà a Hitler e di arruolarsi nella Wehrmacht. Il giovane rifiuta: si sente polacco e non vuole tradire la sua patria.
Un anno dopo Wilhelm viene internato ad Auschwitz, con il numero di matricola 3444.
I suoi compagni vengono inviati presto alla morte; lui invece si salva perché è un abile fotografo.
A Natale, assiste al raccapricciante spettacolo di decine di ebrei strangolati e disposti intorno all’albero allestito nel cortile, mentre si canta “Stille Nachtâ€.
Nei cinque anni successivi vive nel campo e documenta, suo malgrado, l’orrore.
Fotografa migliaia di prigionieri, di esecuzioni, e i terrificanti esperimenti su cavie umane del dottor Josef Mengele. Oltre cinquantamila scatti, che rappresentano un’imprescindibile documentazione di quell’abominio.
A poco a poco, Brasse decide che lo scopo della sua vita non può essere solo quello di sopravvivere.
Agirà . Farà di tutto perché attraverso di lui si conservi la memoria di Auschwitz. Nei mesi successivi, a rischio della vita e con molto ingegno, riuscirà a far pervenire alla resistenza una parte delle sue fotografie. Perché il mondo deve sapere.
Sono le immagini di Auschwitz che noi tutti conosciamo. Ricostruita sulla base di resoconti e documenti, un’eccezionale testimonianza per non dimenticare.