#146 - 31 gennaio 2016
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrŕ  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore č un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote č la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'č la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: č questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Pagine Preziose

Il fotografo di Auschwitz

Luca Crippa e Maurizio Onnis - Editrice Piemme - Pickwick

Nel 1939, dopo l’invasione tedesca della Polonia, le SS propongono al giovane austro-polacco Wilhelm Brasse di giurare fedeltà a Hitler e di arruolarsi nella Wehrmacht. Il giovane rifiuta: si sente polacco e non vuole tradire la sua patria.
Un anno dopo Wilhelm viene internato ad Auschwitz, con il numero di matricola 3444.
I suoi compagni vengono inviati presto alla morte; lui invece si salva perché è un abile fotografo.
A Natale, assiste al raccapricciante spettacolo di decine di ebrei strangolati e disposti intorno all’albero allestito nel cortile, mentre si canta “Stille Nacht”.

Nei cinque anni successivi vive nel campo e documenta, suo malgrado, l’orrore.
Fotografa migliaia di prigionieri, di esecuzioni, e i terrificanti esperimenti su cavie umane del dottor Josef Mengele. Oltre cinquantamila scatti, che rappresentano un’imprescindibile documentazione di quell’abominio.

A poco a poco, Brasse decide che lo scopo della sua vita non può essere solo quello di sopravvivere.
Agirà. Farà di tutto perché attraverso di lui si conservi la memoria di Auschwitz. Nei mesi successivi, a rischio della vita e con molto ingegno, riuscirà a far pervenire alla resistenza una parte delle sue fotografie. Perché il mondo deve sapere.
Sono le immagini di Auschwitz che noi tutti conosciamo. Ricostruita sulla base di resoconti e documenti, un’eccezionale testimonianza per non dimenticare.

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