#144 - 11 gennaio 2016
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Pagine Preziose

Le Campane di Sherborn

Michele Barile - 26 lettere edizioni
prefazione di Edoardo Ciampi

Chi va a caccia di nuove sensazioni, seguendo le cangianti correnti del mondo - spinte e implementate delle passioni di onnipotenza dell’uomo neotecnologico - rimarrà deluso dalle pagine di questo romanzo, che tratta di gente di paese, dei valori d’un tempo, di provvidenza e, pensate un po’, anche di fede religiosa.
Davvero poca cosa questo romanzo, direbbero i progressisti lettori assetati di nuove e inusitate tecniche di narrazione – che dall’inizio del XX secolo hanno teso sempre più a dissolvere il tessuto narrativo, a riflesso di un degrado interiore dell’anima umana.
No, il romanzo di Barile non è stato scritto per questi rapaci divoratori della produzione letteraria post-moderna, ma per chi custodisce ancora il senso della tradizione, la semplicità dei valori, il rispetto del Sacro, che - nonostante l’entropia dei tempi - ancora pervade la vita intera.
E ciò traspare dalle storia di quelle anime di Ginestra - paesino del centro sud dell’Italia - descritte a tratti veloci, ma con segni indelebili, dall’autore.

Le Campane di SherbornLe Campane di Sherborn

La storia del romanzo, incorniciata in un episodio reale della vita dell’autore - insegnante di lingua e letteratura inglese nelle scuole superiori - si dipana attraverso vari personaggi del paese che, con le loro vite semplici e genuine, catturano l’attenzione di quei lettori che hanno ancora nel cuore spazio per i sani sentimenti legati alla vita, intesa come percorso di maturazione verso una realtà più profonda, che spesso si cela agli occhi dei più.

L’attenzione dedicata agli affetti famigliari e l’invito sotteso a una corretta condotta non fanno mai scadere il romanzo nel sentimentalismo moralistico. Anzi, le storie di Ginestra spesso, nella loro crudezza, scuotono energicamente il lettore aduso a certi torpori e pregiudizi ideologici legati ad un approccio da moralisti. Indubbiamente si tratta di un’opera genuina e sincera da parte dell’autore, il quale non nega di aver messo in questo suo primo romanzo buona parte della propria esperienza biografica (e non solo nella cornice).
Barile sembra veder riflessi in questo romanzo anche i suoi capisaldi della vita: il responsabile senso di onestà nel proprio lavoro, la consapevolezza della sacralità della vita famigliare, e l’obiettivo ultimo del nostro viaggio come anime desiderose di tornare, nell’Amore, alla propria origine. Questo è quel che lo zio Odorico e la zia Adelina - i personaggi principali del romanzo di Barile - hanno trasmesso attraverso la loro piccola-grande avventura in terra d’America, questo è quel che il suono delle campane di Sherborn continuano a evocare ogni dì.

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