Le Campane di Sherborn
Michele Barile - 26 lettere edizioni
prefazione di Edoardo Ciampi
Chi va a caccia di nuove sensazioni, seguendo le cangianti correnti del mondo - spinte e implementate delle passioni di onnipotenza dell’uomo neotecnologico - rimarrà deluso dalle pagine di questo romanzo, che tratta di gente di paese, dei valori d’un tempo, di provvidenza e, pensate un po’, anche di fede religiosa.
Davvero poca cosa questo romanzo, direbbero i progressisti lettori assetati di nuove e inusitate tecniche di narrazione – che dall’inizio del XX secolo hanno teso sempre più a dissolvere il tessuto narrativo, a riflesso di un degrado interiore dell’anima umana.
No, il romanzo di Barile non è stato scritto per questi rapaci divoratori della produzione letteraria post-moderna, ma per chi custodisce ancora il senso della tradizione, la semplicità dei valori, il rispetto del Sacro, che - nonostante l’entropia dei tempi - ancora pervade la vita intera.
E ciò traspare dalle storia di quelle anime di Ginestra - paesino del centro sud dell’Italia - descritte a tratti veloci, ma con segni indelebili, dall’autore.
La storia del romanzo, incorniciata in un episodio reale della vita dell’autore - insegnante di lingua e letteratura inglese nelle scuole superiori - si dipana attraverso vari personaggi del paese che, con le loro vite semplici e genuine, catturano l’attenzione di quei lettori che hanno ancora nel cuore spazio per i sani sentimenti legati alla vita, intesa come percorso di maturazione verso una realtà più profonda, che spesso si cela agli occhi dei più.
L’attenzione dedicata agli affetti famigliari e l’invito sotteso a una corretta condotta non fanno mai scadere il romanzo nel sentimentalismo moralistico. Anzi, le storie di Ginestra spesso, nella loro crudezza, scuotono energicamente il lettore aduso a certi torpori e pregiudizi ideologici legati ad un approccio da moralisti. Indubbiamente si tratta di un’opera genuina e sincera da parte dell’autore, il quale non nega di aver messo in questo suo primo romanzo buona parte della propria esperienza biografica (e non solo nella cornice).
Barile sembra veder riflessi in questo romanzo anche i suoi capisaldi della vita: il responsabile senso di onestà nel proprio lavoro, la consapevolezza della sacralità della vita famigliare, e l’obiettivo ultimo del nostro viaggio come anime desiderose di tornare, nell’Amore, alla propria origine. Questo è quel che lo zio Odorico e la zia Adelina - i personaggi principali del romanzo di Barile - hanno trasmesso attraverso la loro piccola-grande avventura in terra d’America, questo è quel che il suono delle campane di Sherborn continuano a evocare ogni dì.