#142 - 30 novembre 2015
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Editoriale

Un invito

di Dante Fasciolo

Quando sarà possibile leggere questo editoriale
Papa Francesco sarà tornato in Vaticano.
Ma le parole pronunciate in Africa
non saranno certo facilmente dimenticate.

Un segno forte la sua prima impronta:
ha reso omaggio ai martiri cristiani del 1886
per sottolineare che la violenza contro i credenti
continua ancora oggi in molti paesi.

Ha poi incontrato autorità civili e religiose
e il Presidente del Sud Sudan per ribadire con forza
il suo no alla guerra, il suo si alla pace,
chiamando i giovani a lottare per la giustizia.

Francesco ha denunciato le forme di nuovo colonialismo
che spinge i giovani privati di istruzione e lavoro
nelle spirali di reclutamenti assetati di sangue,
che usurpano il nome di Dio per un disegno di morte.

Camminando per le fangose baraccopoli africane,
il Papa si è presentato nudo di fronte al disagio,
e l’immane emarginazione non poteva non essere imputata
alla marcata corruzione che nega diritti ai più.

La corruzione – ha detto – distrugge il cuore delle persone,
sottrae soldi ai malati e agli affamati;
e ha denunciato con fermezza l’accaparramento delle terre,
la mancanza d’acqua, le organizzazioni criminali
al servizio di interessi economici e politici di parte.

Questo e molto altro si può cogliere del viaggio di Francesco,
e non si può negare che gran parte delle sue parole
non sono relegate soltanto alla geografia africana,
esse irrompono naturalmente nel perimetro
di una società globalizzata, le cui responsabilità risiedono
in larga misura sul nostro mondo opulento, sedicente civilizzato.

Papa Francesco ha pronunciato tutto ciò in Africa,
perché tutto il mondo intenda;
sollecitando una presa di coscienza universale.
Possiamo ignorare l’invito? possiamo sottrarci a cuor leggero?

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