Nel verde della Val Venosta
Abbazia di Marienberg,
di Dante Fasciolo
Malles è il comune più esteso della Val Venosta, transito storico tra Alto Adige, Lombardia e Svizzera, ai piedi del Parco Nazionale dello Stelvio e dominato dal massiccio dell'Ortles-Cevedale. Il territorio comunale è costituito da numerose frazioni caratteristiche e ricche di storia e monumenti, tra cui l'Abbazia di Marienberg, assolutamente da visitare.
L'abbazia benedettina di Monte Maria (Marienberg) sorge appena sopra Burgusio, frazione di Malles, in alta Val Venosta. E' il monastero più alto d'Europa (1.335 metri) ed è uno dei monasteri più importanti del Tirolo storico. Oggi l'abbazia appartiene alla Congregazione benedettina di Svizzera. La chiesa di Nostra Signora, dedicata alla Vergine Maria, è in stile romanico, ma arredo barocco.
Presentava tre navate risalenti al XII secolo; fu in seguito trasformata in stile barocco, nel 1643 e nel 1648, dall'allora abate Jakob Grafinger. La cripta romanico-bizantina, che è la parte più antica dell'edificio e che non ha subito modifiche nel corso della storia, è chiusa attualmente per lavori. Ospita affreschi romanici con influssi bizantini, esempio rarissimo in tutta la regione alpina. Fu consacrata nel 1160 dal vescovo di Coira Sant'Adalgod (4 febbraio 1151 - 3 ottobre 1160), che la destino' come il primo luogo di culto.
Fu nel 1643, che una parte della cripta, quella occidentale, venne dedicata alla sepoltura dei monaci, erigendo un muro. Quando nel 1980 venne abbattuto il muro divisorio, riaffiorarono antichi affreschi romani, fino ad allora non noti. La cripta fu visitata dal pontefice, allora cardinale, Benedetto XVI assieme a suo fratello. E' visitabile solo nel periodo estivo, durante la preghiera serale dei Vespri, in modo tale da preservare gli antichi affreschi. Dal 2007 è stato aperto un bel museo dedicato alla storia e ai tesori d'arte dell'abbazia benedettina.
Fondato attorno al 1000 dai nobili di Tarasp nel XII secolo nel luogo su cui sorgeva una piccola cappella dedicata alla Vergine Maria, accolse dalla vicina Engadina i primi monaci. Le date cruciali sono nella ricca documentazione medievale del convento che ha preso corpo sin dal 1400 ad opera del monaco Goswin. Due incendi, la peste nera del 1348, che ridusse il numero di monaci a solo quattro presenze e poi le alterne vicende legate agli Abbati il più importante di tutti fu Matthias Lang (1615-1640), il quale trasferito dall'Abbazia di Weingarten, nel Württemberg, lo riorganizzò e adattò in chiave barocca come mostra la chiesa, unico esemplare di basilica a tre navate colonnate in Val Venosta.
Da convitto-ginnasio del '700, nel periodo napoleonico il governo della Baviera decise di sopprimere il monastero- Era il 1807 quando tutti i monaci furono trasferiti presso il monastero di Fiecht a Schwaz in Austria lasciando aperta la porta ai saccheggi, ma caduto Napoleone, l'imperatore Francesco I d’Austria decise di riaprire la struttura religiosa, e quindi anche il ginnasio di Merano. Fu l'abate Carl Mayr (1816–1855) a far ripartire la scuola frequentata anche da alunni famosi come Pius Zingerle poi divenuto frate e chiamato come docente di lingue orientali (tra cui l'arabo, l'ebraico e il siriano) all'Università Sapienza di Roma. In epoca fascista i monaci abbandonarono il ginnasio a Merano.
Nella primavera 2006 è stato costruito il sentiero delle ore che dall'abbazia di Monte Maria porta al monastero di Müstair di San Giovanni Battista a Müstair in Val Monastero (subito dopo il confine con la Svizzera). Attorno all'Abbazia partono sentieri che certamente furono battuti dai primi monaci in meditazione.
Da questi sentieri si arriva alle numerose frazioni, una più bella dell’altra, alla Chiesa di San Benedetto, con i suoi stupendi affreschi, e la Chiesa di San Vito. Il sentirero 2 sale per i boschi verso il Watles oppure si scende fino al primo abitato, quello di Burgusio.
La Val Venosta è un gioiello verde. Insieme a Funes, Tires, Moso in Val Passiria e Racines, Malles rappresenta l'Alto Adige e l'incanto delle sue Dolomiti all'interno del network Alpine Pearls, che dal 2006 riunisce alcune tra le più belle località dell'arco alpino nel segno del turismo sostenibile e della mobilità dolce. Si raggiunge agevolmente anche in treno, e si visita ancor meglio in bicicletta, perchè qui la mobilità è...green.