#135 - 28 settembre 2015
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di VENERDI 28 FEBBRAIO quando lascerà  il posto al numero 361. - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Fumetto

Eco di un tempo ormai lontano

Asso di picche

di Giada Gentili

...forse il primo eroe avventuroso del fumetto italiano risorto circa settant’anni fa, dopo la guerra.
Ne furono autori Mario Faustinelli e Hugo Pratt, il grande disegnatore allora alle prime armi, che aveva scoperto i fumetti durante la sua permanenza in Africa. Sui giornali dei soldati americani c’erano storie di Milton Caniff, di Chester Gould o magari di Al Capp, i cui disegni affascinavano il giovane Pratt.

Asso di piccheAsso di picche

Dopo la Liberazione e la fine dei problemi bellici, intorno ai due autori si raccolse a Venezia un gruppo di giovani di belle speranze e di sicuro avvenire, dal futuro scrittore Alberto Ongaro al futuro regista Damiano Damiani, che con altri crearono l’Asso di Picche, un giornaletto che prendeva il nome dal protagonista della storia principale.
Nelle vicende di questo personaggio misterioso e mascherato come Superman c’era l’atmosfera della grande avventura americana. Ma per gli italiani queste storie – che oggi possiamo giudicare piuttosto prevedibili – erano una novità, e facevano scoprire mondi nuovi.

Asso di piccheAsso di picche

Dietro la maschera e la tuta con il simbolo dell’Asso di Picche, si nasconde un coraggioso e misterioso giornalista che combatte la criminalità del clan delle Pantere nere e del Club dei 5. Compie imprese valorose e riesce anche a conservare il mistero della sua identità, ignorata persino dalla fidanzata.
La rivista, come tutte le iniziative prive di fondi, concluse presto la sua vita.
L'appetito vien mangiando, ma anche leggendo e...curiosando.

Asso di piccheAsso di picche

Ignorante dei vecchi fumetti e totalmente presa dai nuovi, questo viaggio nel tempo, mi ha aperto, oltre le notizie su vecchi personaggi, autori, storie di fumetti, uno spaccato dell'Italia di "quei" tempi che si rispecchia, in modo più o meno fedele, nei fumetti (oltrechè in tutte le arti, certamente).
Un periodo fecondo è stato il secondo dopoguerra. L'ho visto solo nei film neo realisti e nella letteratura. Il mio occhio appassionato di fumetto, è ben lieto quindi di presentare al pubblico di oggi questi (in)dimenticabili fumetti. Qui si parla di mondi nuovi e criminalità. Si era dopo il 1945 e mi viene fatto di pensare che anche Asso di Picche era figlio di quei tempi.
Il grande "Paisà" di Rossellini e "Ossessione" di Visconti hanno lasciato un segno dell'Italia del dopoguerra ma era anche un paese che cercava altri mondi e una nuova era di giustizia. Proprio in questo contesto storico, l'Asso di Picche divenne un personaggio popolare. (chi scrive non è un'appassionata di carte, comunque...).

Asso di piccheAsso di picche

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