"una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats
Dragona (Roma)
Museo del mondo
una raccolta più viva di un normale museo
di Alessandro Gentili
Percorrendo la via del Mare verso Ostia, nella zona di Dragona si trova il Museo Agostinelli. Immaginando un museo si ha in genere nella mente una collezione ordinata e catalogata di oggetti, disposti in apposite bacheche e magari illustrati da pannelli didattici. Nulla di tutto ciò si trova in questo luogo. Se il disordine degli ampi locali e degli scaffali colmi di macchine e utensili, strumenti musicali, giocattoli, ex voto e oggetti di vario tipo va a discapito della pur importante catalogazione sistematica, è anche vero che questa raccolta è più viva di un “normale” museo.
Nell’allestimento un po’ insolito, vive ed è tangibile la passione di Domenico Agostinelli, fondatore e curatore del museo. Una passione che lo ha portato in più di sessanta nazioni, passando da Capo Nord ai deserti africani per arrivare fino in Australia, a raccogliere ogni genere di testimonianze del passato. “In quattromila metri quadrati”, racconta Agostinelli, “il museo racchiude ogni tipologia di oggetto che fu parte della vita quotidiana dei nostri avi.”
La nipote, Patrizia, ha affettuosamente definito l’approccio dello zio “affettivo-compulsivo”, ma questa definizione può essere chiarita dallo stesso Domenico, che in un’intervista ha affermato: “tutti gli oggetti mi raccontano la loro storia, non l’oggetto in sé per sé, ma tutto ciò che lo circonda, che rappresenta, che documenta, quindi è come un libro aperto, bisogna saperlo leggere”.
Domenico Agostinelli, di origini abruzzesi, iniziò a lavorare come venditore ambulante di santini, commerciando in seguito mobili e quadri. Trasferitosi a Roma, ha iniziato a raccogliere oggetti contadini, per poi passare a una collezione onnicomprensiva, intesa a salvaguardare la cultura materiale dall’oblio.
Nella propria casa ha creato un museo su due piani cui si aggiunge uno spazio all’aperto: inaugurato negli anni Sessanta, è stato riconosciuto nel 1992 dalla Soprintendenza alle Belle arti. Dentro si trovano strumenti musicali, 3.000 occhiali e altrettanti ombrelli, quattordici quintali di bottoni, tre di monete, un quintale di francobolli e molto altro ancora, compresa un’auto appartenuta ad Al Capone (“non tutto… ma di tutto”): 60.000 oggetti suddivisi in 450 raccolte che invadono lo spazio e i magazzini. Frutto di anni di raccolta, di questo patrimonio si occupa oggi la fondazione “Museo del mondo”, voluta dallo stesso fondatore.