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Parco dello Spirito "Fratello Sole Sorella Acqua" - Rieti
Oasi di Greccio
In cammino con l'enciclica "Laudato si"
“Io vorrei celebrare con te la prossima festa del Redentore.
Ricorderò la nascita di Lui a Betlemme in modo da vedere
tutta la povertà che Egli dovette sopportare
fin dall’infanzia per salvare noi peccatori.”
Così disse Francesco al suo amico Giovanni Velita, e spiegò:
“Vorrei che in qualche grotta della montagna che possiedi
facessi collocare una mangiatoia con il fieno
e vi conducessi un bue e un asinello così come erano a Betlemme.
La notte di Natale verrò lassù e, tutti insieme, pregheremo nella grotta.”
Così fu, e tutte le genti della valle si unirono nella notte
al canto di frate Francesco.
L’Oasi dello Spirito di Greccio fa tesoro di quel semplice gesto che dal 1223
moltiplicò negli animi degli uomini di tutto il mondo, riverberando amore
e sensibilità nei poeti, nei musicisti, negli artisti fino ai nostri giorni,
come testimoniano, accanto alle antiche, le opere contemporanee di
Padre Andrea Martini: inserite fra le querce del bosco che corona il convento,
si ergono in forme esili, protese all’alto, in ringraziamento al Creato;
o le opere di Ismaele Chignola: struggenti tavole di meditazione,
eco di una lontana memoria che assume, negli spazi e nei colori,
alta espressione lirica e vibrante senso poetico;
o il devozionale simbolico ricordo scultoreo del presepe
che emerge dalla roccia, di Luigi Venturini.
Greccio: la roccia, la pietra, le mura segnate da secoli.
Tenui luci, sommesse preghiere.
Spicchi di cielo s’aprono tersi e celesti sopra distese ampie e verdi di bosco,
brulicanti di invisibili uccelli che, instancabili cantori francescani,
si annunciano a gran voce.
Contrappunto.
Dagli antichi scanni del coro ligneo ferito e consumato, lucido e odoroso,
si rincorrono ancora i canti e le laudi che hanno inondato
la quiete del luogo e dei borghi agli inizi del II millennio;
e ancora oggi lacerano il “silenzio” dei cuori di molti uomini
rimasti a lungo sordi al richiamo di una spiritualità
impastata di fede e di amore per il prossimo
che Francesco, dal suo “eremo” ha profuso con dono totale di sé.
dante fasciolo