#343 - 6 gennaio 2024
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Diario

L'iniziativa del Diario di Conoscenda 2024 - Edizioni Conoscenza
viene presentato ogni mese - testi e grafiche - sul nostro giornale

Un mondo di pace

di Loredana Fasciolo

Conoscenda 2024
Quest’anno l’agenda di Edizioni Conoscenza - dal titolo FUTURA UMANITÀ - si apre con una lunga introduzione di Gianna Fracassi, la nuova Segretaria generale della FLC Cgil, in cui si parla del ruolo del sindacato e dei temi che esso ha sempre ritenuto irrinunciabili e di cui riportiamo alcuni stralci.
“Il movimento sindacale lavora per cambiare una società fondata sulla competizione, sull’egoismo, sullo scarto e sull’incuria per riaffermare, invece, il valore dell’eguaglianza, della solidarietà, della cura delle persone e dell’ambiente, dei diritti sociali e civili”.
“… Sono gli ideali che, a partire dalla triade del 1789 – libertà, uguaglianza, fraternità –, hanno fatto dell’Europa un luogo di civiltà e di pace, sia pure a prezzi molto alti, fatti di tragedie e di orrori.”
Uno dei principi imprescindibili è l’affermazione della dignità del lavoro:
“Oggi si tenta di dividere il mondo del lavoro e soprattutto i lavoratori tra loro, mentre il sindacato unisce. Il lavoro cambia, ma non i diritti di chi lavora, il bisogno di una giusta retribuzione, della cancellazione della precarietà, di tutele in caso di malattia, di conciliazione dei tempi tra lavoro, famiglia, riposo, svago, formazione [...] Tutto questo può essere garantito solo dai contratti collettivi” E dell’importanza strategica della conoscenza:
“…Le trasformazioni strutturali come le nuove frontiere della digitalizzazione dell’intelligenza artificiale e la trasformazione sostenibile ambientalmente degli stili di vita e di produzione chiamano prepotentemente in causa il ruolo dei settori della conoscenza”.
“La comunità, la condivisione e la partecipazione […] sono concetti che attengono alla produzione di idee che nascono e vengono dibattute per poi tramutarsi in obiettivi di miglioramento della vita di tutti e di ciascuno”
È anche compito della conoscenza:
“rivendicare la pace e costruire strumenti diversi per la risoluzione dei conflitti”.

Gli argomenti di cui - mese per mese - si parla riguardano proprio i temi affrontati dalla Fracassi e dalla descrizione iniziale curata dalla Redazione di Edizioni Conoscenza:
Il brano del mese di GENNAIO ha per titolo

Un mondo di pace

Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.

(Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Torino, Einaudi, 1960)

Un mondo di paceUn mondo di pace

Scriveva il funzionario romano Vegezio attorno al IV secolo: “Si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace prepara la guerra). Sia pure con molta lentezza, gli esseri umani hanno oggi iniziato a pensare diversamente: se vuoi la pace prepara la pace. L’esperienza ci dice infatti che la guerra è dolore, morte, lacerazione di coscienze, distruzione di cose create con ingegno e fatica. Tant’è che i popoli hanno creato istituzioni per salvaguardare e per tendere alla pace (l’ONU prima di tutto), in molti si sono organizzati in associazioni per battersi contro i conflitti armati, si cercano soluzioni diplomatiche alle crisi. Le guerre ci sono ancora, ma esse sono considerate violazioni gravi del principio di pace, causate da interessi di parte e di potere.

La Costituzione italiana dedica uno specifico articolo dei suoi principi fondamentali al ripudio della guerra. Il principio, se osservato da tutti i popoli, potrebbe portare a un futuro in cui la parola guerra diverrebbe un termine antiquato, obsoleto, usato solo per fare riferimento a un’antica era barbarica. Con la guerra sempre si perde. Dalla guerra, nemmeno i vincitori escono vincitori, anche chi ha vinto deve contare i suoi morti. Solo finita la guerra, con la pace, gli uomini ritrovano la forza di ricostruire, di riprendere a vivere, di ritrovare barlumi di umanità perduta, con aspirazione alla libertà e a nuovi diritti. La pace di cui l’Italia e l’Europa hanno potuto sostanzialmente godere dopo il secondo conflitto mondiale ha portato a nuovi sviluppi economici e sociali. Con la nascita di numerose associazioni umanitarie che si mobilitano per un futuro di pace.

La pace per essere duratura va salvaguardata, ha bisogno di principi di fratellanza e di uguaglianza. La corsa al riarmo di questi ultimi anni, le guerre economiche e tecnologiche tra grandi potenze, l’Europa afona e in ordine sparso, ci aprono scenari apocalittici. Ribelliamoci a questi rigurgiti di un’epoca barbarica.

La premessa dello Statuto delle Nazioni Unite
NOI, POPOLI DELLE NAZIONI UNITE,
decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità, a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole, a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altre fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti, a promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà,
E PER TALI FINI
a praticare la tolleranza ed a vivere in pace l’uno con l’altro in rapporti di buon vicinato, ad unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ad assicurare, mediante l’accettazione di principi e l’istituzione di sistemi, che la forza delle armi non sarà usata, salvo che nell’interesse comune, ad impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli,
ABBIAMO RISOLUTO DI UNIRE I NOSTRI SFORZI PER IL RAGGIUNGIMENTO DI TALI FINI
Di conseguenza, i nostri rispettivi Governi, per mezzo dei loro rappresentanti riuniti nella città di San Francisco e muniti di pieni poteri riconosciuti in buona e debita forma, hanno concordato il presente Statuto delle Nazioni Unite ed istituiscono con ciò un’organizzazione internazionale che sarà denominata le Nazioni Unite.
(1945)

La Costituzione italiana
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
(Art. 11 della Costituzione della Repubblica italiana)

Fare la Pace
«Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì all’incontro e no allo scontro; sì al dialogo e no alla violenza; sì al negoziato e no alle ostilità; sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni; sì alla sincerità e no alla doppiezza. Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d’animo».
(Papa Francesco)

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