Svalutation
di Giuseppe Sanchioni
Vi ricordate il pezzo di Celentano?
Ebbene, corrono tempi cattivi ma se ne preparano di peggiori.
Se siete d’accordo con l’affermazione precedente, possiamo procedere considerando uno dei problemi principali di questi nostri tempi. E cioè il problema dell’inflazione, cioè dell’aumento dei prezzi di tutto quanto è in vendita, dalla pasta alla benzina, passando per i metalli preziosi. E non so cosa sia peggio!
A questo punto è necessario cominciare a pensare seriamente a cosa tagliare nei nostri acquisti. Ma prima di questo io propongo di non pagare più gli “economisti”. Cioè tutta quella serie di persone che non hanno mai previsto nessuna crisi, che ancora litigano sulle cause della grande crisi del 1929 e che qualche volta (raramente) sono in grado di spiegare le cose solo a fatto avvenuto. Ma, soprattutto, quelli che in tempi pre-Covid ci scassavano le scatole affermando dalle loro cattedre troppo pagate (forse nel tentativo appunto di aumentare questa fantomatica inflazione) che per fare crescere l’economia sarebbe stato necessario aumentare l’inflazione al 2%, anche se poi nessuno sapeva come fare, tanto che è rimasta tranquillamente a livelli di gelo sotto zero per almeno 10 anni, infischiandosene di tutte le loro chiacchiere da salotto.
Poi però l’inflazione si deve essere molto spazientita, a forza di sentire gli “economisti” su tutte le reti e su tutti i giornali parlare del più e del meno, tanto che ha deciso di dimostrare di poter fare da se, aumentando di sua iniziativa e fregandosene delle loro teorie.
Peccato che ora l’inflazione al 6% (almeno) viene considerata troppo alta sempre dai suddetti soggetti, che però neanche ora sanno cosa fare per diminuirla.
Da qui l’inutilità dei soggetti stessi. Lasciamo lavorare l’inflazione da sola, ai visto mai che sia più intelligente di loro e lasciata a se stessa sia in grado di comportarsi bene lo stesso?
Se andrà male forse qualche “economista”, a posteriori, ci dirà la sua spiegazione, anche se non servirà più!