Ai piedi della Maiella, Orsogna, il piccolo centro in provincia di Chieti
è la patria del celeberrimo Montepulciano d’Abruzzo, omaggiato in sagre e attività culturali
Viaggio tra i borghi
Orsogna
L’ebbrezza di una sosta ad Orsogna, tra panorami incantati e pregiati vitigni
di Marino Pagano
C’è una regione che forse anche al sud conosciamo ancora poco. Il Molise? Troppo facile (ma andateci!). Si pensi invece all’Abruzzo. Non le mete turistiche estive, note e notissime. Nemmeno il Gran Sasso e la Maiella. No. C’è una parte d’Abruzzo, terra dignitosa e lontana dai flussi turistici, che andrebbe esplorata meglio e di più.
Abruzzo del sud, ai confini col Molise, ma con un’aria interna subito vicina, che già dice dell’Abruzzo vero. Distruzioni, tra terremoti e guerre, tante. Eppure Orsogna è qui. Perché è di questo piccolo centro della provincia di Chieti che vogliamo parlarvi.
Città volitiva, dinamica, con il costante desiderio di affermarsi. Città che resiste in tempi di difficoltà. E lo fa puntando sull’aspetto produttivo tipico di questi luoghi, famosi per il celeberrimo Montepulciano d’Abruzzo, vitigno che proprio ad Orsogna trova una delle sue terre preferite e ormai di successo. Così, questo paesino ai piedi della Majella, munito anche di scenografici calanchi in argilla, i cui vigneti ammiri già arrivando da Lanciano, trova nell’uva e nel suo magico prodotto da tavola il segreto della sua notorietà. Vino prelibato, ma non solo quello.
I Talami di Orsogna
La città ha le sue attrazioni e con orgoglio, a mo’ di dono comunitario, le offre al visitatore. In primis, un evento importante durante il periodo della Pasqua. Siamo al martedì subito dopo la Resurrezione, ecco che tutta la città si anima e vive uno dei suoi momenti più civicamente entusiasmanti. Tutti partecipano al momento della realizzazione dei Talami, sorta di raffigurazione reale e visiva (un fatto dunque teatrale e artistico: a proposito, Orsogna ha anche un bel teatro, che ha sede nel Palazzo di città) di eventi biblici, con creazione di simulacri rappresentativi.
Un fatto interessante, al centro anche di studi e analisi di noti antropologi. Attivi soprattutto i più piccoli e i ragazzi del luogo. Un appuntamento che ha reso Orsogna un centro di riferimento per rappresentazioni di questo tipo e che vive anche un’appendice assai frequentata a ferragosto, in notturna.
Mario Pomilio e Raffaele Paolucci
Ma Orsogna è anche la città nativa dello scrittore Mario Pomilio, tra gli scrittori italiani più importanti del ‘900. Un intellettuale e pensatore cattolico. È il centro nativo, tra gli altri, del musicista novecentesco Domenico Ceccarossi, cornista di fama mondiale. In suo nome, da ormai diversi anni, un importante concorso internazionale di musica.
E poi Orsogna è il paese di Raffaele Paolucci, eroe di Pola nel 1918 e deputato, medaglia d’oro al valor militare. Fu anche medico personale di casa Savoia e del papa Pio XII. Qui egli, accanto alla cappella di famiglia dov’è sepolto, volle il “Parco della rimembranza” in memoria dei concittadini scomparsi durante tutte le guerre.
Vicino a Orsogna (che vanta anche una bella pineta) c’è poi Guardiagrele, cittadina graziosa e forse più celebre di Orsogna, che ha potuto conservare un fascinoso centro storico, nota anche per la venerazione di San Nicola Greco.
Vista del territorio
E se dalle parti della Majella hai Passo Lanciano, nota località turistica invernale, ecco verso la costa Lanciano (ma il Passo non è, come invece si pensa, sua frazione o località) e poi anche, scendendo, Vasto, zona marina sempre nella provincia di Chieti.
Ma davvero ciò che caratterizza questa terra è il continuo istinto alla rinascita, la capacità di ripartire sempre. Si diceva del terremoto: nell’800 Orsogna fu addirittura l’epicentro di un forte sisma. Da ricordare anche gli eventi bellici durante il secondo conflitto mondiale, con Orsogna vicina ad Ortona, sede della linea Gustav e poi teatro diretto di più battaglie nel dicembre 1943. Più di 3.500 le vittime, tra alleati e tedeschi e tantissime chiaramente anche tra i civili.
Orsogna è completamente distrutta dagli alleati (in particolare neozelandesi), perché qui si erano rifugiati i tedeschi. Viene giù il castello baronale federiciano, lo stesso capiterà a molte chiese. Ecco la ricostruzione necessaria, con annessa medaglia d’argento al valor civile. Ma la storia antica della comunità, nella sua parte visibile, sarà distrutta. Come Foggia, come Pescara, come diverse altre realtà civiche. I “liberatori” che distruggono.
Chiesetta del monastero dei francescani
Se poco allora può ammirarsi del centro storico, tanto può invece riconoscersi alla vitalità di questa orgogliosa piccola comunità. Poco prima di pranzo ci consigliano la suggestiva chiesetta del monastero dei francescani, voluto lì da Giovanni da Capestrano, con piccolo ma favoloso chiostro. Non ce ne pentiamo.
Ecco, ancora, l’azienda agrituristica “Le Mignole”, dove è possibile cogliere le essenze della cucina del luogo, gustando anche l’estetica sopraffina di paesaggistiche collinette. Anche qui: vietato pentirsi.
Ammiri allora poggi dominati dai vigneti, caratterizzati dagli aspetti tipici di questa coltivazione. Non mancano ulivi e altra vegetazione, certo: ma è il vigneto a farla decisamente da padrone. Un panorama spesso fonte di ispirazione per famosi artisti come Francesco Paolo Michetti, che qui soggiornò presso la bella Torre di Bene, ricostruita su ruderi medievali (vi fu ospite anche Gabriele D’Annunzio).
Il vino è ormai l’indiscusso principe di Orsogna. Proprio nella Torre di Bene sarà presto ospitata, inoltre, la Biblioteca nazionale Città del vino, bel traguardo anche questo.
Tre le principali aziende che producono vino: Orsogna Winery, Il Feuduccio e Cantine Cerretano. Tutte e tre le aziende, davvero leader nel settore, si distinguono per i riti caratterizzanti questa coltura.
Vista del centro antico di Orsogna
Ci sono inoltre moltissimi piccoli produttori indipendenti che conferiscono l’uva nelle diverse cantine della zona. Un patrimonio vero, insomma, di questa coriacea città.
Tanti anche gli eventi legati alla produzione del vino, manifestazioni che muovono gente verso Orsogna in più parti dell’anno. Si pensi a Cantine Aperte, che si svolge a maggio presso Il Feuduccio. Segue ad agosto, di solito il 14, Notte Rosè, organizzata e messa a punto da Orsogna Winery.
Passando anche pochi minuti presso queste aziende è facile cogliere l’arrivo di massicci carri carichi di uva variopinta, vero marchio identificativo di questo territorio e motivo di interesse per chi raggiunge questa particolare fetta di Italia interna e di Abruzzo.
Vigneti nella tenuta “Il Feuduccio”
Terre forse all’apparenza provinciali ma poi, invece, capaci di raggiungere ottimi livelli di produzione e successo, anche strettamente economico. Il che, in tempi di magra e specie al sud, non fa mai male.
Il vino come sintesi di quel filo conduttore di cui si è detto: la tenacia di Orsogna, la forza di una città che ha saputo sempre narrare a tutti un’esemplare forza di volontà. E il nettare degli dei, qui dalla qualità straordinaria, è il più felice esito di questo radicamento e di una mirabile capacità di crescita collettiva. A ben pensarci, se l’Italia vive e si rafforza, è perché si mantiene proprio su realtà così. Spazi interni che raccontano la vitalità di un Paese intero.