#288 - 19 giugno 2021
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Di borgo in borgo

Paesaggi da favola e le vecchie 500 lire

Da Rotondella a Grumento Nova e Tolve

Tre borghi lucani

un itinerario tra bellezze naturali e storia antica,
nella Lucania meno nota ma forse più fascinosa

di Marino Pagano

Tre borghi lucani

Torniamo, ed è sempre un piacere, in Lucania, con uno dei nostri giri “oltre” Matera, convinti come siamo che questo piccolo ma variegato lembo di terra tanto abbia da offrire, assieme alla Capitale della cultura 2019 ma anche, in un certo senso, al di là di essa.
Tre i paesini (coi rispettivi paesaggi) di cui vi parliamo oggi: Rotondella (provincia di Matera, appunto), Grumento Nova e Tolve (Potenza).

Considerando sempre il barese come nostra partenza, ecco che tra gli ultimi comuni del materano ionico, non può sottovalutarsi la bella Rotondella, femminile e fascinosa, diremmo persino sinuosa, già dal nome. E Rotondella è, in effetti, un paese di forme, d’immagine rotonda anche nei fatti. Toponimo diffuso in Lucania: c’è anche Rotonda, potentino del Pollino.

Tre borghi lucani

Ogni occasione ci è, dunque, propizia per narrarvi scorci altrimenti, non diremmo dimenticati, ma certo sottovalutati di questa fetta di Sud.
Erano terre, materano e potentino, in cui tanti docenti, decenni fa, si son fatti le ossa agli inizi delle loro carriere, cosa che capita ancora oggi.
E così, andò a finire che poi qui ci si accasò anche. Trovi allora un bitontino sindaco, qualche tempo addietro, a Pisticci: il prof Giovanni Modugno, in quota Pds, anni ’90.

Significativamente suggestivo il panorama che da qui si gode: un’area solitaria, a tratti desolata, ma risiede qui, anche qui, il fascino di queste terre.
Cosa c’è da vedere? Ecco la chiesa madre di Santa Maria delle Grazie, con statue lignee dell’Immacolata, della Madonna delle Grazie e di Sant’Antonio. La chiesa di Sant’Antonio da Padova, legata al convento francescano degli Zoccolanti, è pure interessante, datata al 1652. La struttura vanta un altare in marmo policromo e statue di San Francesco d’Assisi, San Pasquale Baylon e Santa Rosa da Lima.
E poi il mare è davvero ad un tiro di schioppo.

Tre borghi lucani

 Chiesa Madre di Santa Maria delle Grazie a Rotondella  

In poco tempo è vicina anche l’area del Pollino lucano, con San Giorgio (ancora provincia di Matera) e poi, più a sud, le prime terre settentrionali della Calabria con, tra le altre, le cosentine Amendolara, Montegiordano e l’imperiosa e fascinosa Rocca Imperiale ad aprire le porte di quest’altra bella (e difficilissima) regione meridionale.
Una curiosità su Rotondella. Un dettaglio conosciuto grazie ad un libro interessante. La news è questa: è lucano l’inventore delle 500 lire. Già, proprio la nostra cara vecchia monetina con cui qualcosa potevi fare. Pensate un po’ ora con l’equivalente in euro! La firma numismatica è quella di Nicola Ielpo, originario appunto di Rotondella. Suo il brevetto, registrato ufficialmente nel 1982, per la produzione della moneta bimetallica, che sarebbe poi stata utilizzato da numerosi altri Paesi di tutto il mondo. Ielpo è morto nel 2012, la sua storia è dunque recente.

Lo studioso è stato anche animatore, nel 1991, del gruppo di lavoro Mdwg (Mint Directors Working Group), occasione che convocò i massimi esperti di monete europei per stabilire forma, peso e materiali della moneta che sarebbe poi diventata l’euro. Il libro è a firma del giornalista Pino Suriano: “Nicola Ielpo. Il lucano che inventò le 500 lire. Memorie di viaggio e altri ricordi”, Edigrafema edizioni.

Tre borghi lucani

  Grumento Nova   

Ecco ora Grumento Nova, dove è impossibile non passare, possibilmente con cognizione culturale minima degna di cotanta importanza, dal parco archeologico dell’antichissima Grumentum, che data al III secolo a.C., fiorente città che resistette addirittura all’assalto di Annibale, con l’annesso Museo nazionale dell’Alta Val d’Agri.

Un museo vecchio stile, ma interessante. Pannelli utilissimi per comprendere cos’era, archeologicamente, l’antica Lucania, terra, come noto, ben più vasta dell’attuale. Camminando poi tra ruderi che sanno di storia, ecco già la vista del paese, perché qui siamo ai piedi del colle che ospita il borgo.
Una postilla. Sarebbe meglio scrutare tali meraviglie accompagnati da una guida, altrimenti c’è il rischio, per i non addetti ai lavori, di comprendere poco di quanto si tasta, con piedi ed occhi.
È il “problema”, talvolta, dei parchi archeologici: una passeggiata distratta è per sua natura superficiale, occorre conoscere e soffermarsi, certo senza nulla togliere alla calviniana leggerezza di una giornata fuori porta, però contemplando con attenzione il lascito storico di quel che si visita.

Tre borghi lucani

 Vista del parco archeologico di Grumento Nova   

L’area di Grumentum meriterebbe un nuovo slancio, indubbiamente, quanto alle sue attuali strutture.
Previsti nel 2015 nuovi finanziamenti europei, a che punto siamo? Grumento è in piena Val d’Agri, terra di paesaggi e borghi incantevoli: Viggiano e la sua celebre Madonna Nera, Spinoso con vista sul lago-diga del Pertusillo, San Martino d’Agri (un borgo quasi vetusto), l’altissima e fornita di boschi incantevoli Marsicovetere e, poi, Marsico Nuovo e Tramutola.
Riprendendo la via di casa, saltando qua e là borghi di cui già vi abbiamo parlato, merita una visita la città di San Rocco: Tolve, Lucania alta e interna allo stesso tempo, circondata da monti famosi come il Moltone, 816 metri.

Tre borghi lucani

 Panoramica di Tolve   

È paese dalla storia antica, secondo le fonti direttamente legata agli antichi popoli dei Lucani e degli Enotri. Enotri vuol dire Italo, il re di questo popolo. E Italo capiamo bene cosa voglia dire: siamo agli albori di questa Penisola, il cui nome è stato pensato a Sud. Chiaro che sulle origini etimologiche del nome staremmo fino a chissà quando, se preferite fino al prossimo viaggio. Di cultura antica qui ce n’è tanta: a Tolve siamo del resto vicinissimi agli scavi di Vaglio Basilicata, che molto dicono del tracciato storico di quest’area.
Tolve è citata più volte da Carlo Levi nel celeberrimo e citatissimo (speriamo citato non più che letto) “Cristo si è fermato ad Eboli”, straordinario e struggente spaccato della società meridionale (non solo lucana) del primo ‘900. E allora, Buon viaggio!

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