#282 - 20 marzo 2021
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Luoghi Emozione

Al centro del grande parco nazionale,
è l'emblema di una terra selvaggia ed esuberante,
caparbiamente ancorata alle proprie radici

Viggianello

La bellezza “imperfetta” della capitale arcaica del Pollino

di Marino Pagano

La bellezza “imperfetta” di Viggianello, è l'emblema di una terra selvaggia ed esuberante, caparbiamente ancorata alle proprie radici.

Viggianello

Un viaggio nel Pollino, tra Lucania e Calabria, deve necessariamente dimenticare le provenienze e abbracciare i luoghi eletti a dimora per qualche giorno distensivo. Non fuga, piuttosto riscoperta, immersione in luoghi d’incanto e riposo, certo, ma anche di necessario pensiero lento e tanta riflessione. Qui si arriva consci di una pausa. E così, camminando tra borghi, boschi e pini, ci si lascia felicemente accarezzare da un silenzio totalizzante. Tutto questo accade quando si è pervasi dallo spirito del luogo, quando un qualcosa subito si fa riconoscere. Questo nel Pollino succede fatalmente. È un qualcosa in più.

La montagna, la selva, l’intervento dell’uomo: caratteristiche che troveresti anche altrove. Ciò che invece qui appare unico è proprio l’essersi il tempo quasi fermato, rinunciando a devianti patti con la modernità più inflessibile. Questo nel bene e nel male. È la caratteristica di quest’Italia “arcaica” e interna che qui trovi squadernata alla perfezione. Paesi e case dalle crepe evidenti, borghi fantasma, strade selvagge, una sorta di bellezza dell’imperfetto e di tutela di un’estetica frammentata, rigata dal tempo. Ed eccolo, il Pollino.

Viggianello

Ecco questi borghi a cavallo di due regioni meridionali del Paese, terre che tanto offrono ad un viaggiare senza ansie e raccolto attorno alla contemplazione di spazi quieti. Il Pollino è sede del parco nazionale più grande d’Italia, diviso tra le province lucane di Potenza e Matera (la seconda in minima parte) e poi in quella calabrese di Cosenza. Prende il nome da una delle montagne della catena, la seconda per altezza, mentre la prima è Serra Dolcedorme, 2267 metri, proprio al confine tra le regioni, con il lato vetta già calabrese.

Siamo sul punto più alto non solo del Pollino ma di tutto l’Appennino meridionale. Altre note vette sono Serra del Prete (2181 m), Serra delle Ciavole (2130), Serra di Crispo (2.054). Come non citare, poi, i monti dell’Orsomarso, leggermente più bassi, che danno il nome anche ad un paese cosentino e che segnano, al Passo dello Scalone, il confine “tecnico” tra Appennino Lucano e Calabrese. Dall’Orsomarso si domina già il golfo di Policastro e dunque il Tirreno ancora salernitano, mare che poi per un attimo diventa lucano a Maratea e appunto calabrese a Praia a Mare e Scalea.

Viggianello

L’alto Pollino si fa così gustare già dalla Sila, l’altra ramificazione montuosa della regione calabra, prima dell’Aspromonte. In mezzo la grande pianura di Sibari e Cassano all’Ionio. Ma anche a nord, ancora in Basilicata, lo si scorge sin da Metaponto, altra enorme piana. Dal 2015 il Pollino è entrato nella rete dei Geoparchi mondiali, progetto Unesco: ben 69 i geositi interessati e tutelati a livello planetario.

Ma il Pollino è davvero una miniera di luoghi affascinanti. Si pensi alle grotte, come quella del Romito, a Papasidero (Cs): qui graffiti paleolitici. Oppure ai canyon, come quello del Raganello, tra Civita e San Lorenzo Bellizzi, sempre nel cosentino. E che dire del fiume Lao, dove poter praticare rafting? E l’abisso del Bifurto, a Cerchiara, una delle voragini più profonde del mondo? La natura carsica del terreno, con la conseguente erosione, permette queste indicibili meraviglie. Un territorio che nella storia ha causato anche spaventi. Si pensi al recente terremoto del 2012, con epicentro a Mormanno (Cs).

Viggianello

Sono 56 i comuni del Pollino e del relativo parco: 24 lucani e 32 cosentini. Alessandria del Carretto (Cs) è il paese più alto: 1000 e più metri sul livello del mare. Emblema del parco è il pino loricato, specie davvero rarissima al mondo. Un albero che cresce scosceso e stretto alle cime più elevate, capace di sopportare gelo e freddo invernale. In Europa lo si trova solo nei Balcani, a testimoniare coerenza geologica tra il sud Italia e l’altra sponda adriatica. Tanto da dire a livello storico, artistico, antropologico.

Prima di soffermarci sulla nostra meta, Viggianello (Pz), non possiamo non citare le minoranze linguistiche arbëreshë dei cosiddetti Albanesi d’Italia, presenti nel Pollino, sia in Lucania sia in Calabria, già dal ‘400. Solo Lungro (Cs) meriterebbe un approfondimento a parte. Ci torneremo. Per non parlare delle importanti testimonianze relative al monachesimo greco orientale, che qui fiorì, tanto da parlare per questa zona di nuova Tebaide o Mercurion: tra i centri più nevralgici del misticismo dell’Italia meridionale. Viggianello, che dal 2014 fa parte del nostro circuito dei Borghi più Belli d’Italia, conta 3000 abitanti e si trova a 500 metri di altitudine. Pollino pieno, Pollino che ti aspetta, con il pino a farti già da strada.

Viggianello

Qui c’è la sorgente del fiume Mercure, che poi diventa Lao in territorio calabrese, dando il nome ai vicini centri di Laino Borgo e Laino Castello, una volta uniti e oggi due distinti comuni. A Laino Castello da segnalare il centro storico “fantasma”, abbandonato per problemi idrogeologici e sismici tra gli anni ’60 e ’80. A Viggianello la dimensione di piccolo centro urbano è come immersa nella natura, senza soluzioni di continuità. Ancora una volta, il tratto tipico di molti paesi del Pollino. La valle del Mercure permette a Viggianello di essere cullato attorno dallo scenario boschivo e naturalistico, che qui respiri appena arrivi, in un’atmosfera fiabesca. Le strade così di allaccio ai luoghi di escursioni e passeggiate sono fatalmente fuse con quelle del borgo. Un tutt’uno di storia e natura. A poca distanza dal bosco, ecco l’area faunistica del cervo, specie che talvolta non è impossibile avvistare. Raggiungibile a piedi anche un orto botanico, vicino all’anfiteatro comunale.

A Viggianello abbondano tutte le specie arboree autoctone del Pollino. Tra i posti montuosi, dominati qua e là anche dai faggi, famosi il Piano Ruggio (dove poter praticare trekking) e il Belvedere del Malvento (è soprattutto da qui che si guardano i pini e la mole di Serra del Prete, sopra i 2000 metri) ma anche il Piano Visitone e il colle Impiso, da dove partono i sentieri per guadagnare le vette più alte dell’intero massiccio del Pollino (per escursioni e laboratori sulla fauna, campi scuola, ciaspolate sulla neve: infopollino.com). Ecco poi la Montagna di Basso, segnata dal torrente *Peschiera e da cerri secolari. Qui troverete aree pic-nic, fontane, tanti percorsi e ancora sentieri.

Viggianello

A Ruggio anche il celebre rifugio montano intitolato ad Alcide De Gasperi, a 1535 metri (tel 0973.665437), amato dallo statista trentino. Dicevamo della storia. Ecco nel borgo numerose chiesette e palazzi antichi, espressione di una borghesia che sempre ha creduto nelle potenzialità di questo piccolo tesoro, che dipendeva dalla diocesi di Policastro. Il paesello, probabile castrum d’età romana di lontana fondazione achea e poi avamposto dei Lucani, si sviluppa per vie all’apparenza inestricabili, divise per rioni, impegnative da fare in salita e suggestive. La chiesa madre, dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, risale al XVI secolo. La torre normanna del castello, oggi dimora storica dei Principi di Sanseverino, domina in altura. Nel 1806 è stata rocca di difesa per gli occupanti francesi inseguiti dai briganti del posto. Fiore all’occhiello, nella chiesetta del convento di Sant’Antonio, una scultura mariana attribuita dagli studiosi a Pietro Bernini, padre di Gian Lorenzo, forse giunta qui da un convento di Morano Calabro. Interessanti poi anche altre chiesette di campagna. La chiesa della Madonna dell’Alto sorge a circa 900 metri ed è molto accorsata dai fedeli.

Viggianello

Spidarea, Valle Laura e Colle Serra sono invece le località più degne di nota a livello archeologico. Il ritrovamento di una statua raffigurante il dio Mercurio fa pensare che a Viggianello, presso le fonti del Mercure, esistesse un tempio pagano in suo onore. Ma il Pollino è terra anche di riti ancestrali e fortemente identitari. A Viggianello si svolge il culto arboreo della Pitu, la settimana dopo Pasqua, con appendice ad agosto in altra località del territorio rispetto alla primavera. Sagre in ogni periodo dell’anno, carri allegorici a Carnevale, meeting di arrampicate sportive, il festival di scrittura e letteratura “Uomini e cime”. Un paese piccolo, d’altura: un paese bello, che vive. Un paese che tanto ha da dire, raccontare. Un paese che si fa respirare, ascoltare. Come il Pollino vuole, in assoluta armonia con la natura.

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