A partire da questo numero, proponiamo la prima di 5 storie di donne che
hanno imposto il proprio punto di vista rispetto ai problemi della società:
Racconti emblematici che rivelano la positività delle azioni di chi crede
sia necessario e urgente avviare un cambiamento etico nella vita sociale.
Cucire la speranza
Primo profilo - Suor Rosemary Nyirumbe
"La fede è meglio praticarla che predicarla"
di Redazione
Quali "parole per cambiare il mondo" avete deciso di adottare?
Sostanzialmente è questa la domanda che la Editrice EMI di Bologna pone ai suoi lettori e, per dare .. "un aiutino" propone, come ispirazione, 5 racconti : 5 storie di 5 donne che hanno deciso di provare a fare la differenza.
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Suor Rosemary Nyirumbe, religiosa ugandese che aiuta le giovani vittime delle violenze dell'Lra a "ricucire la speranza".
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Vandana Shiva, l'ambientalista più famosa al mondo impegnata a difendere la biodiversità, contro le pressioni delle multinazionali.
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Nicoletta Ferrara, maestra di scuola primaria di Treviso, che per quattro anni, insieme al marito e ai quattro figli, ha accolto sei ragazzi africani migranti.
- Lucia Capuzzi e Stefania Falasca, giornaliste impegnate a raccontare la lotta degli indios per la propria sopravvivenza in Amazzonia.
società
- Suor Rosemary Nyirumbe "La fede è meglio praticarla che predicarla"
Religiosa ugandese, Rosemary ha dedicato tutte le sue forze per sostenere le vittime delle violenze dell’Lra, l’Esercito di Resistenza del Signore, in particolare le ragazze sequestrate, brutalizzate e fatte schiave sessuali dei miliziani e le baby soldato. La sua è una battaglia pacifica fatta di istruzione, lavoro e riscatto attraverso ciò che sa fare meglio e che insegna alle sue ragazze: cucire e cucinare. Con risultati straordinari.
Un pomeriggio, suor Rosemary sorprese alcune delle sue studentesse inginocchiate davanti a un comandante dell’Lra, dentro il cortile della scuola. Era la seconda volta che lo vedeva lì, mentre salutava le ragazze come se fossero ancora "proprietà" del suo esercito.
"Mi scusi, signore", disse, rivolgendosi a lui con la stessa cortesia che avrebbe riservato ad un ospite sgradito, "le chiederei gentilmente di non mettere più piede in questa proprietà". L’ufficiale sogghignò.
"Lei fa sentire queste ragazze come se fossero di nuovo nella foresta, come se dovessero esserle ancora leali", continuò. "Ma sono diverse ora. Non rispondono più ai suoi ordini. Vuole andarsene adesso? Mi farebbe questo favore?".
Come molti cittadini di Gulu, il soldato aveva già sentito parlare della reputazione di suor Rosemary. Studiò attentamente il suo sguardo determinato, poi scrollò le spalle. "Okay, sorella. Faccio quello che vuoi".
Rosemary teneva i piedi saldi sul terreno e lo seguì con gli occhi mentre si allontanava prima di tornare nel suo ufficio. Non lo vide mai più a Santa Monica.
Trentamila morti, centomila minori schiavizzati come baby soldato, oltre due milioni di profughi.
In queste cifre si condensa la folle eredità dell’Esercito di Resistenza del Signore (Lra), milizia che da anni semina morte in Africa centrale. Ma dentro uno dei drammi più sconvolgenti di oggi brilla l’esempio e l’azione di una piccola, grande donna: Rosemary Nyirumbe.
Rosemary Nyirumbe. Cucire la speranza è il libro che racconta la sua storia straordinaria (e da cui è tratto l'episodio raccontato qui sopra).