dalla musica tradizionale armena
IL DUDUK
di Giada Gentili
Il duduk è un tradizionale strumento musicale armeno. Il suo suono racconta del pianto di antiche genti e della gioia di bambini, di scontri nelle battaglie e di danze nuziali
"Sonorità propria della voce umana", "evocativo", "espressività estrema dalla dolcezza alla sofferenza", "non un gioco, piuttosto una preghiera", "il solo strumento capace di commuovere", "caldo strumento della musica world". Tutte queste qualità sono state attribuite al duduk da prominenti musicisti di tutto il mondo.
Ogni cultura passata o presente, ogni gruppo nazionale o tribale ha una propria musica tradizionale, influenzata da molteplici fattori: socio-economici, ambientali e altri.
La musica tradizionale armena mescola musica popolare e musica sacra cristiana.
Essa viene ben rappresentata da uno strumento tradizionale, il duduk, che è abbastanza conosciuto in Occidente grazie alle colonne sonore di molti film.
Le avvolgenti musiche del duduk si possono ascoltare nella colonna sonora di molte pellicole holliwoodiane come "Il Gladiatore", "Alexander", "Syriana" e altre. Uno dei motivi per cui il duduk viene scelto così spesso per i film di ambientazione storica è l'intenzione dei compositori di ricreare antiche atmosfere, che questo strumento ben riesce a evocare.
Nel film di Mel Gibson "The Passion" (2004), il duduk viene suonato da Pedro Eustache, un musicista di origine venezuelana che racconta così la prima volta che gli capitò di ascoltare il duduk: "Il suono del duduk sembrava l'incontro di un violoncello con una voce, con un clarinetto, con molta sofferenza, un'incredibile espressività che ha decisamente fatto tremare il mio mondo".
Eustache ha anche definito il duduk uno strumento camaleontico per il fatto che viene suonato in chiesa, anche in quelle ispaniche, così come nelle arene più grandi nel mondo, a Dubai, in India, in Giappone, e si incontra perfino nel pop iraniano
Il suono profondo di questo strumento accompagna quasi tutte le celebrazioni armene, siano gioiose o tristi. È comune ritenere che il duduk rifletta tutte le intonazioni dei dialetti tradizionali armeni. Ciò richiede tecniche speciali che i maestri armeni hanno sviluppato per garantire che il suo suono sia molto simile alla voce umana.
Nel 2005 l'Unesco ha proclamato la musica per duduk un "capolavoro del patrimonio orale e intangibile dell'umanità ".