In occasione dell'anno 250esimo dalla nascita
Ludwig van Beethoven
di Loredana Fasciolo
“Fanciullo prodigio”, Ludwig van Beethoven ebbe un’infanzia difficile. Sfruttato dal padre per il suo talento, non ebbe modo di studiare, nonostante ciò era accanito lettore di scrittori del suo tempo quali Kant, Schiller, Goethe.
Molti maestri ebbero modo di affinare le sue qualità di compositore e le sue esibizioni, tra i quali ultimo e più importante per la sua maturazione artistica Gottlob Neefe, maestro di armonia e contrappunto; e molte personalità lo accolgono per incontri e concerti.
Studia e vince borse di studio. La sua attività musicale si afferma, Si iscrive all’università, conquista la simpatia e la stima delle famiglie importante di Vienna, in molti finanziano le sue esibizioni a Vienna, Berlino, Praga, e si stampano le prime sue opere di successo.
Numerose sono le giovani ammiratrici che egli onora di delicate composizioni: opera 27 n.2 denominata “Chiaro di luna” per la Guicciardi; o “all’immortale amata” dedicata a Teresa Brunswick. Comunque non sarà fortunato in amore, e presto, anche a causa si una sordità crescente, si chiuderà in se stesso, evitando vita di società.
Ha già composto le prime otto sinfonie, dal Prometeo al Fidelio, all’Egemont… e concerti per violino, violoncello, pianoforte, per trio e orchestra, a ancora sonate varie. Tuttavia a momenti di euforia artistica si alternano momenti di sconforto e depressione… forme a cui seguono recupero dello spirito: sogni d’amore e dolcezza, armonia tra pensiero, idealità morale e rappresentazione artistica.
Sono nate così le sue celeberrime sinfonie, basti ricordare l’Eroica, la Pastorale, L’inno alla gioia… e tutte le altre opere che rimangono pietre angolari nella storia musicale mondiale di ogni tempo.