Tempi... moderni?
Lingue
di Giuseppe Sanchioni
Come dice l’adagio, chi di lingua ferisce di lingua perisce.
E così Luis Suarez, il calciatore uruguaiano che voleva essere juventino ma che fece un fallo proprio a Chiellini mordendolo ai mondiali del 2014, è stato bocciato all’esame di lingua italiana sostenuto nella speranza di conseguire la cittadinanza italiana. In fondo tutto quanto era stato attuato semplicemente per partecipare alla Champions League e fare gol e non per tenere conferenze sul calcio. Anche perché sarebbe stato in buona compagnia dei nostri giocatori e dei loro mister.
Ma cosi è stato creato un pericoloso precedente. Perché temo che qualche testa calda possa pensare di togliere la cittadinanza a chi non sa l’italiano e magari proporre un bel referendum per risolvere tutti i problemi, dalla disoccupazione alle file alla posta.
Si è saputo che l’esaminando usava i verbi solo all’infinito. E allora? Ma siete mai andati in giro a sentire come parlano gli italiani, per esempio al bar o al mercato? E ai semafori rossi? Alle precedenze degli incroci? Vicino alle strisce pedonali? Vi siete scordati degli indicativi congiuntivati (o dei congiuntivi indicativati?) sdoganati dal ragionier Ugo Fantozzi e dal suo collega ragionier Silvio Filini?
E ancora: avete mai letto un quotidiano o mai ascoltato i giornalisti che leggono i TG o, peggio ancora, un talk-show con politici e pubblico? Che ve n’è parso della forma, per non parlare dei contenuti? Tutti accademici della Crusca?
Forse Suarez ha semplicemente studiato grammatica su Youtube con quel fantastico duetto di Rugantino fra mastro Titta (Aldo Fabrizi), che è padrone della lingua, ed Eusebia (Bice Valori), che ha i parenti di Piediluco, in cui il boia coniuga il verbo andare:
Eusebia: “… quanno papà e mamma se ne ANNETTERO…”
Mastro Titta: “…in lingua pura non se dice ANNETTERO, il passato remoto del verbo andare è IO AGNEDI, TU AGNA… insomma … NOI ANNASSIMO e LORO AGNEDERO. Tutt’al più LORO ANNORNO…”
E pensare che qualche storico, molto ottimista, si era spinto a dire che la lingua è l’elemento principale che ha unito gli italiani.