#268 - 25 luglio 2020
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascerà  il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Piccoli Grandi Musei Italiani

"una cosa bella è¨ una gioia per sempre" John Keats

Camerata Cornello (Bg)

Un Borgo-Museo

Dalla famiglia dei Tasso alla Storia postale

di Alessandro Gentili

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Un borgo della Lombardia, una famiglia famosa, la nascita del servizio postale in un angolo suggestivo della Val Brembana.
Si raggiunge solo a piedi, tra i prati, lungo la mulattiera che porta in pochi minuti all'ingresso del paese. Poche case, un lungo porticato, le travi annerite dal tempo, una chiesetta e un bar che funziona come posto di telefono pubblico, trattoria, posteria, e centro ricreativo. Non c'è un'anima in giro, gli uomini sono fuori al lavoro, solo una donna con grembiule e stivaloni che spazza la soglia di casa e mi guarda stupita quando vede lo zaino, il cavalletto e le macchine fotografiche; sono rimasti in pochi a vivere a Cornello. Un borgo fuori dal tempo, uno scherzo dalla civiltà.

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Il Museo di Cornello, in colleganza con le altre istituzioni dedite alla valorizzazione delle memorie Tassiane, offre un importante punto di riferimento al turismo culturale e scolastico della Val Brembana. La Fondazione si trova nell'abitato di Cornello dei Tassi che può essere considerato uno dei più interessanti e significativi nuclei edificati di antica formazione della montagna bergamasca. Raggiungibile solo a piedi tramite comode mulattiere, il borgo sorge su uno sperone roccioso a picco sul fiume Brembo, lungo la vecchia Via Mercatorum della Valle Brembana.
La grande armonia del luogo, la densità delle memorie storiche, la maestosa via porticata, la chiesa romanica e la pendente Torre Campanaria hanno sempre consacrato il sito tra i più emblematici ed importanti della storia e della cultura in Provincia di Bergamo. Un tempo il borgo era al centro dei commerci che si svolgevano con la Via Mercatorum ed era sede di un importante mercato. Sul finire del Cinquecento la sua fortuna cominciò a declinare in seguito alla costruzione (nel 1592) della nuova strada di fondovalle, la priula, la quale attraversava tutta la Valle Brembana ma non toccava più il Cornello che in tal modo rimase piuttosto isolato, perdendo l'importante funzione di accordo tra la media e l'alta valle che aveva svolto fino a quel momento.

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Il secolare isolamento ha favorito la conservazione dell'originario tessuto urbanistico che è caratterizzato dalla sovrapposizione di quattro diversi piani edificativi. Nella parte più in basso sono allineate con sviluppo orizzontale una serie di costruzioni a strapiombo sul Brembo che evidenziano l'originaria caratteristica di fortificazione del borgo. Sul piano superiore corre la momentanea via porticata sovrastata da arcate in pietra, coperta da un soffitto in travi di legno e pavimentata in acciottolato, che costituisce l'elemento di maggior pregio di tutto l'abitato. Sotto il porticato si aprono verso valle gli accessi agli edifici del piano inferiore e si affacciano verso monte le botteghe e le scuderie che nel periodo di maggiore sviluppo erano il cuore commerciale del paese. Il terzo piano, alquanto più aperto e diversificato era dedicato alle abitazioni e alterna edifici piuttosto semplici a palazzi di un certo interesse architettonico. In alto sorge la chiesa che rappresenta l'ideale raccordo tra le costruzioni dei piani sottostanti. Separato dal contesto urbanistico è il palazzo Tasso, che sorge su uno sperone di roccia sul lato meridionale del borgo con evidente funzione di guardia verso la valle e la cui struttura è ancor oggi abbastanza leggibile grazie al recupero delle rovine effettuato dall'Amministrazione provinciale di Bergamo. Il paese è dominato dall'alto dalla caratteristica chiesa il cui campanile con finestre a bifore è tra i pochi esempi di stile romanico in Valle Brembana. La costruzione, notevolmente trasformata nel corso dei secoli rispetto alla struttura originaria che risale al XII secolo, rappresenta uno degli elementi di maggiore interesse del paese.
Cornello ha legato il suo nome all' illustre famiglia dei Tasso la cui presenza è testimoniata non solo dalle rovine del loro palazzo e dalla cappella riservata in chiesa, ma anche da una serie di stemmi che decorano ancora arredi ed edifici che furono negli anni dimora di esponenti del casato. Il primo esponente della famiglia di cui esistano citazioni in documenti scritti fu Omodeo Tasso, che visse nella seconda metà del Duecento e a cui si attribuisce il ruolo de capostipite.

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Ma per capire meglio occorre fare un passo indietro nella storia. Nel medioevo infatti era una vivace stazione di sosta lungo la Via Mercatorum che, attraverso la Val Brembana, collegava Bergamo e la pianura alla Valtellina e i Grigioni. I mercanti salivano fin qui a piedi o a cavallo, vi tenevano il mercato e ripartivano con armi e bagagli alla volta di passo S.Marco. Cornello era una sosta d'obbligo tra la media e l'alta valle Brembana che portava al Passo della Forcella e di lì a Lecco e i laghi. Ma l'antica via era scomoda e faticosa e i Veneziani pensarono di costruire una strada migliore a fondovalle. Il progetto fu portato a termine alla fine del XVI secolo e tagliò fuori Cornello, determinando il suo isolamento e l'inevitabile decadenza. Una magra fine, se vogliamo, ma questo evento ha conservato il borgo come era, le case dai tratti rustici, la via porticata che serviva per la sosta dei cavalli, la chiesetta con i suoi affreschi del '400, e la bella dimora dei Tasso, questi ultimi, la vera gloria di Cornello dei Tasso. La famiglia alla quale apparteneva il poeta Torquato è infatti originaria di qui. All'inizio, come i loro conterranei, erano poveri in canna e nemmeno di buona costituzione fisica. Così mentre i montanari forzuti emigravano alla volta di Genova e Venezia, loro si dedicavano al terziario organizzando il servizio di posta nella valle. Già attivi nel XIII secolo, i Tasso fanno capo a Omodeo, segnalato in documenti della seconda metà del secolo come abitante del Cornello. Nel corso del Quattrocento alcuni dei suoi discendenti si trasferirono a Venezia, dove si distinsero nella Compagnia di Corrieri Veneti che gestiva i collegamenti con le città italiane. Alla fine del Quattrocento li troviamo in Tirolo e nelle Fiandre, al servizio degli Asburgo e agli inizi del Cinquecento, con una serie di convenzioni con il governo, furono nominati mastri generali delle poste imperiali.
Nel 1512 l'imperatore Massimiliano d'Asburgo concesse alla famiglia il titolo nobiliare, permettendo che lo stemma del casato, un piccolo tasso e il corno della posta, fosse arricchito dall'aquila imperiale. Nel Seicento i Tasso di Germania ottennero il titolo principesco modificando il nome in **thurn Und Taxis*** e in seguito continuarono a gestire le poste fino alla seconda metà dell'Ottocento, quando il servizio fu nazionalizzato.

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Il borgo di Cornello dei Tasso in Valle Brembana conserva oggi i segni di quelle antiche glorie e difficoltà del passato: si vive a fatica, senza trasporti, la terra dà poco oltre i prodotti dell'orto e il fieno per le vacche. Ma il suo fascino sta proprio qui, nell'essere sospeso tra passato e presente, nella genuinità e sincerità dello sguardo incuriosito del vecchio che passando con la gerla sulle spalle scuote la testa divertito e continua verso i campi. Oggi la casa dei Tasso, che sorge attigua all'edificio che ospita il ***Museo dei Tasso e della storia postale" è essa stessa un piccolo museo. L'esterno semplice è arricchito dal grande stemma dipinto, all'interno lo studio è una sorpresa: le sue pareti sono rivestite da cassonetti in legno, mentre nelle altre stanze c'è una raccolta di strumenti e oggetti di vita contadina oltre al caminetto con lo stemma di famiglia.

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