Verso nuovi mondi
di Giuseppe Sanchioni
Dopo la chiusura del progetto Space Shuttle della NASA e dopo un ritardo di qualche giorno dovuto a cattive condizioni atmosferiche, sabato 30 scorso dal Centro Spaziale Kennedy di Cape Canaveral è partito un nuovo missile, il Crew Dragon con due astronauti americani della NASA a bordo, con destinazione la Stazione Spaziale Internazionale.
È la prima missione della SpaceX, la società del visionario Elon Musk, quello dell’auto elettrica Tesla, che intende costruire altre navi spaziali con la missione dichiarata di portare nello spazio dei turisti e, forse, colonizzare non dico la Luna, che è troppo facile e ormai lo possono fare tutti, bensì il pianeta Marte e poi, chissà, l’infinito.
Diventerà così possibile il turismo mordi e fuggi tipico delle compagnie low-cost terrestri anche per Marte e gli altri pianeti del sistema solare. Pensate che originale da raccontare in ufficio il cenone di Natale su una cometa abbastanza grande per tutti i parenti!
Anche se non credo che il principio utilizzato dalle cosiddette compagnie no-frills sia ripetibile tale e quale per Marte, che è anche il pianeta più vicino. Perché queste compagnie una volta emesso il biglietto rigorosamente online per risparmiare la carta non offrono altro oltre al viaggio. Quindi bagaglio leggero da cabina, niente da mangiare né da bere, tasse aeroportuali non comprese ed arrivo in ore antelucane in aeroporti perlopiù minori e semisconosciuti.
Considerando che non si va da Roma a Milano, ma da Cape Canaveral a Marte ed il viaggio non dura 50 minuti ma circa 3 mesi, è un po’ difficile pensare di stare seduti senza fare altro per tutto il tempo guardando fuori dall’oblò. E poi, che tempo ci sarà su Marte che ancora non ci sono App da scaricare sul telefono per sapere le previsioni meteo? Basterà un trolley da cabina? Dicono ci sia ghiaccio sul pianeta. E se atterriamo, anzi ammartiamo di notte e magari piove? Serviranno le mascherine anche lassù? Tutte cose da sapere prima di andare a curiosare questo mondo senza polveri sottili, effetto serra e buco dell’ozono.
Ma forse quello che succederà non saranno gli esodi dei turisti con 6 mesi di ferie arretrate da consumare fra andata e ritorno, bensì l’esportazione di un po’ di Terra che qui non si sa più dove piazzare. Dopo aver riempito l’Everest di rifiuti degli alpinisti, aver lasciato in orbita innumerevoli satelliti rottamati non più recuperabili ed aver abbandonato sulla Luna una quantità di materiali inutilizzabili, finalmente si apre un’altra frontiera: la globalizzazione spaziale della mondezza.
In fondo già la televisione ce l’aveva anticipato: vi ricordate la saga di Spazio 1999? Il 9 settembre 1999 sulla Luna, diventata un deposito di scorie nucleari terrestri, improvvisamente avviene un incidente che provoca una terribile esplosione che spinge il satellite fuori dall’orbita terrestre, condannandolo a vagare nell’infinito.
Ora siamo nel 2020 e sono aperte le prenotazioni per partire …