L'eterno rapporto uomo - acqua
San Maurizio d'Opaglio (Novara)
Museo del rubinetto
di Alessandro Gentili
La mostra permanente "L'uomo e l'acqua", nucleo del futuro Museo del Rubinetto e della sua Tecnologia, affronta un argomento affascinante: il sofferto rapporto dell'uomo con l'acqua.
Il percorso ripercorre il cammino dell'umanità guardandolo da questo punto di vista: la storia dell'igiene e delle innovazioni tecnologiche (di cui rubinetti e valvole costituiscono i componenti fondamentali) che hanno permesso di dominare l'elemento liquido, trasformando la cura del corpo da pratica elitaria a fenomeno accessibile a tutti.
Ci sarebbe da ridere o da piangere a fare di questo argomento, una lunga pausa di riflessione. Quante volte ci è capitato, in famiglia, di sgridare i propri figli, di lavarsi le mani prima di mettersi a tavola? E, per non andare tanto per il sottile: vi è mai capitato di vedere uomini che, usciti dalla toilette, non si puliscono le mani?
E infatti la mostra si sofferma sull'utilizzo domestico: l'impiego per alimentazione, l'igiene personale, il lavaggio di suppellettili e indumenti e lo smaltimento dei rifiuti. Possibili due diverse letture: una lettura tematica e una cronologica.
Un tuffo all'indietro, al 15 aprile del '95, quando un gruppo di appassionati, appoggiati dal Comune e con la sponsorizzazione di alcune industrie, ha dato vita alla mostra permanente "*L'uomo e l'acqua". In pratica, il primo nucleo del Museo del rubinetto e della sua tecnologia, che ha sede in piazza I Maggio a San Maurizio, al piano terra del palazzo municipale. C’è di che essere orgogliosi di aver smucinato tra i piccoli musei di cui trattiamo, ad aver trovato questo gioiellino, non è vero?
Dunque, qui sono trattati tre argomenti, evidenziati da colori diversi nella parte alta dei pannelli, tutti basati su testi e immagini: "'l'uomo e l'acqua" (una descrizione di come sono mutate nel tempo le abitudini igieniche), "il rubinetto nella storia" (una ricostruzione delle invenzioni che hanno reso possibile l'arrivo dell'acqua calda e fredda in tutte le case: è anche presente una copia del rubinetto realizzato attorno al 25 d.C. nella villa di Tiberio a. Capri), e "la nostra storia" che fornisce invece, attraverso le sue tappe fondamentali, il cammino del disio occidentale, a partire dalle prime presenze umane per arrivare all'oggi. Puntando, al contrario, sulla lettura cronologica, è possibile innanzitutto seguire l'evoluzione che ha portato San Maurizio a diventare la capitale italiana del rubinetto. In particolare, un pannello (il sesto) spiega com'è cambiato, dal punto di vista tipologico, il bagno, e come funzionano gli oggetti che vengono adoperati ogni giorno.
Si parla inoltre del ciclo produttivo e della metallurgia, nonché degli aspetti salienti, dal lato architettonico, di San Maurizio.
Nè mancano una testimonianza fotografica di un vero e proprio "museo vivente", forse l'ultima fabbrica dell'inizio del secolo ancora esistente, e uno spazio dedicato alle curiosità, ai tanti piccoli aneddoti attraverso cui è maturato l'attuale modo di concepire l'igiene.
La rassegna propone poi circa trecento reperti di archeologia industriale che illustrano come sono cambiati i rubinetti nel tempo e le antiche tecniche di lavorazione artigianale.
E certamente dalla visita al Museo del rubinetto emerge che il rapporto uomo-acqua ha importanza decisiva: il primo (come tutti gli esseri viventi) ha bisogno della seconda per vivere. Non si scriverà mai abbastanza che ancora oggi le uniche zone del pianeta spopolate sono quelle prive di fonti idriche. Non a caso le tribù primitive si sono accampate vicino ai corsi d'acqua e le grandi civiltà urbane sono nate lungo i grandi fiumi; navi di tutti i tipi hanno solcato il Mediterraneo da millenni e le città marittime hanno conosciuto un grande splendore ( leggi: il Nilo per gli Egiziani, il Tevere per i Romani).
Per tacere, poi, della perizia idraulica appunto degli architetti romani che costruirono centinaia di chilometri di acquedotti in tutto l'impero, ancora oggi ben visibili perfino dall’aereo (m’è capitato giorni or sono, di ritorno da Londra, di ascoltare turisti inglesi che guardavano l’acquedotto romano: “Look…look….”, esclamavano meravigliati). E, ovviamente, i grandi progressi tecnologici collegati alla rivoluzione industriale, consentendo l'abbassamento dei costi di produzione e d'installazione, hanno permesso la diffusione di un nuovo rapporto con l'acqua. In un certo senso si può parlare di una "rivoluzione igienica", sviluppatasi a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento.