Convegno Nazionale Annuale
Milano - Fondazione Culturale Abrosianeum
Teilhard de Chardin e la noosfera
di Redazione
Nei giorni 18 e 19 ottobre si è svolto a Milano, presso la Fondazione Culturale Abrosianeum, il Convegno Nazionale Annuale della Associazione Italiana Teilhard de Chardin. Il tema affronato quest'anno era “Attualità del pensiero di Teilhard de Chardin: dall'evoluzione biologica alla Noosfera”.
La Presidente dell'associazione, prof.ssa Anna Maria Tassone Bernardi, ha aperto il convegno con una riflessione del gesuita francese che ha introdotto la sua presentazione: “Sarò capito solo quando sarò superato”. Ecco, ha detto la Prof.ssa Tassone, sessantacinque anni dopo la sua morte, in questo periodo in cui sembrano smarrite tutte le coordinate esistenziali, forse i tempi sono maturi per la comprensione di un pensiero così complesso e profetico.
Dopo aver delineato le linee essenziali di quel pensiero, legge qualche definizione che Teilhard stesso dà del concetto di Noosfera: stato superiore di coscienza, patrimonio comune al di sopra della biosfera, involucro pensante della Terra.
Teilhard non si nasconde i problemi che in questo stato della vita collettiva verranno indubbiamento a crearsi, per la stretta compresenza di tante individualità, ma è necessario, per superarli, un nuovo “goût de vivre”; bisognerà sviluppare, agendo con “convinzione e speranza”tutte le energie di natura inter-centrica, riportando al centro dell'interesse generale la persona: infatti al vertice dell'evoluzione biologica sta la coscienza e dire coscienza significa dire persona.
Il Prof. Marco Garonzio, psicologo analista, psicoterapeuta e giornalista, affronta il tema "Appunti" per poter guardare in umanità al futuro e lo fa partendo dal versetto del salmo 84 che recita “Cresce lungo il cammino il suo vigore”; questo perché, egli dice, dobbiamo recuperare il nostro essere 'viario', essere sempre in cammino. Egli basa la sua riflessione sull'analisi di due aggettivi: individuale e globale, aggettivi che caratterizzano l'uomo contemporaneo. Nella realtà il potere economico (non ha senso, dice, parlare genericamente di poteri forti) cerca con tutti i mezzi di contrapporre i due caratteri per accentuare, nel proprio interesse, i conformismi, le mode e i bisogni individuali, per infondere sfiducia nelle relazioni ed isolare così l'individuo e renderlo più malleabile. Ma l'uomo è contemporaneamente un essere individuale e globale: è quindi fondamentale governare la dialettica delle due polarità. Per questo, dopo aver sottolineato l'importanza anche psicologica delle realtà interiori, delle raffigurazioni interne e del pensare per immagini, pensare caratteristico del gesuita francese, considera fondamentale la Croce come nucleo energetico psichico che unisce gli opposti; l'Io, che di suo tenderebbe ad essere tutto individuale o tutto globale, è messo in Croce dal complesso degli opposti. La connessione degli opposti è la Croce non solo come simbolo cristiano, ma anche psicologico.
Secondo Jung, che scrive dopo la seconda guerra mondiale, dobbiamo tutti divenire Cristi: sviluppando lo Spirito del profondo, che si oppone allo spirito del tempo, sviluppiamo la nostra cristificazione. La sequela, come attività psicologica, diventa una dimensione dell'esistenza. Il prof.Garzonio suggerisce in conclusione delle interessanti piste di lavoro: vincere la paura del nuovo, delle trasformazioni in atto, calarsi nella lotta fra luce e tenebre, praticare vigilanza e stare nei conflitti senza lasciarsi travolgere, dedicarsi al discernimento, vivere la solitudine, avere un Virgilio per amico, osare la speranza con responsabilità.
Il Prof. Antonio Amodio, psichiatra e docente di bioetica, ci parla di alcune “Indagini neuroscientifiche della coscienza spirituale: analisi critica”.
Attraverso le nuove tecnologie, egli dice, è possibile esplorare e visualizzare in tempo reale le modificazioni dei circuiti neuronali nelle diverse aree cerebrali, durante lo stato di meditazione e di preghiera, stato durante il quale le persone dichiarano di aver provato un forte senso di unione con Dio e con tutta l'umanità. Il prof.Amodio si chiede come interpretare criticamente questi dati. È ovvio che non vanno presi come dimostrazione dell'esistenza di Dio, ma neanche l'interpretazione dei riduzionisti, che riducono le funzioni correlate alla spiritualità alla sola materia, può essere accettata. Essi infatti finiscono per confondere la spiegazione di una realtà esistente con la comprensione del suo significato. È indubbio che le connessioni neuronali non risolvono la complessità del pensiero umano il quale, come ormai molti riconoscono, ha in sé capacità 'religiogeniche', cioè di pensare una trascendenza.
La coscienza spirituale, conclude il prof. Amodio citando Teilhard de Chardin, non è un evento fisico, ma un evento cosmico.
Il prof. Pier Giuseppe Pasero, teologo e insegnante di religione al Liceo d'Azeglio di Torino, ha svolto il tema "Dall'idea occidentale di anima alla tecnosfera. La Noogenesi tra ontologia e etica”. In tutti i tempi l'uomo si è accorto che la totalità del reale non coincide con la totalità del sensibile, dimostrando un desiderio inestirpabile di sopravvivere al proprio annullamento. Ma oggi, cosa rimane dell'anima? Dopo aver fatto una esauriente e colta carrellata storica della singolarità umana che si risolve in questo desiderio di trascendenza, dalla civiltà egizia alla moderna filosofia, oggi non sappiamo se la tecnosfera può essere considerata, nell'ottica teilhardiana del progetto evolutivo, un'inizio di Noosfera. Il concetto di sfera, che pure avvolge e protegge, può anche indicare chiusura e soffocare le relazioni interpersonali, sostituendo il proprio 'essere anima' con il gioco di sé nell'anima della materia. Teilhard de Chardin, che è vissuto, lo ricordiamo, nella prima metà del XX secolo, vedeva armonia fra natura e tecnologia e considerava quest'ultima un prolungamento energetico noosferico della natura. Però, attenzione, egli era cosciente del fatto che il male morale accade nella noosfera, se essa non è tensivamente tutta protesa verso il punto finale di attrazione, verso Omega, verso la Cristosfera. Secondo il prof. Pasero, la Noosfera, che è compiuta dal punto di vista geofisico (una fascia di pensiero che avvolge il pianeta), per il resto si deve parlare ancora di noo-genesi. Per muoversi decisamente nella giusta direzione, occorre agire con fiducia e speranza, con la lungimiranza che scaturisce dalla conoscenza. Se l'uomo assume un ruolo consapevole, dal piano deterministico si può sconfinare nel piano etico.
Il prof. Luciano Mazzoni Benoni, antropologo e teologo, illustra “Le prospettive di un nuovo sapere”. Il valore aggiunto della Noosfera, secondo il prof.Mazzoni Benoni, sta nell'interiorizzazione, atto centripeto, e qui la citazione è da Raimon Panikkar, con cui l'uomo corrisponde all'atto centrifugo della creazione. In ogni ambito della scienza, le discipline si rimettono in discussione, e riconoscono la necessità dell'inter-disciplinarietà: coi nuovi saperi si dischiudono nuove possibilità che esplorano i rapporti natura/cultura. Parlando del recente convegno dei teologi italiani, egli si chiede se, in corrispondenza dei cambiamenti che si verificano nelle scienze, non si dovrebbe pensare anche a una metamorfosi della teologia. A questo proposito, riporta una frase del quotidiano Avvenire, secondo cui bisogna cominciare a “concepire l'umanità nelle sue possibilità evolutive”. È necessaria, dice il prof.Mazzoni, una nuova epistemologia per cogliere 'tutto il fenomeno', come dichiarava Teilhard de Chardin all'inizio della sua opera principale. La teologia, facendo rete con i nuovi saperi, deve procedere secondo una logica processuale per capire la vera storia della vita. Ricordando un grande studioso di Teilhard de Chardin, mancato da qualche anno, il prof.Galleni, Mazzoni richiama il suo invito ad andare oltre Teilhard, accentrandosi sul binomio persona/comunità, attorno al quale tutto il resto deve armonizzarsi, in una relazionalità estesa che riceve riconferma da tante discipline scientifiche. Attraverso il rinnovamento delle teologie, è necessario un'evoluzione delle religioni per arrivare alla loro conversione ecologica. Bisogna offrire alle religioni la consapevolezza della Noosfera, come fattore unificante. Il prof. Mazzoni, invitando a considerare positivamente la grande circolazione odierna delle energie, conclude con una frase di Teilhard scritta da Pechino nel 1942, in piena guerra mondiale: “La fase che stiamo attraversando è di segno positivo....ha le caratteristiche di una nascita..Ciò che subiamo non è che il prezzo della nostra unanimità”.
Il convegno prosegue con la relazione del prof.Alessandro Antonietti, ordinario di psicologia generale e coordinatore dell'Unità di Psicologia della Religione, oltre che preside della Facolta di Psicologia dell'Università Cattolica. Avendo affrontato in profondità solo quest'anno il pensiero del gesuita scienziato, si chiede in che misura la psicologia può trarre beneficio dalla conoscenza della sua opera. Da come lo psichismo si evolve in Teilhard de Chardin, il prof. Antonietti trae quattro spunti per la sua ricerca. In primo luogo, dalla noosfera ha selezionato la funzione inventiva da equiparare, secondo lui, in psicologia allo studio della creatività. Il cammino verso il pensiero, sia in Teilhard che in psicologia, ha sempre un legame con la dimensione corporea, come è stato verificato sperimentatalmente. In secondo luogo, afferma che la prospettiva olistica è importantissima anche nell'ambito della psicologia e riferisce come i ricercatori siano arrivati alla scoperta della forma a doppia elica del DNA basandosi su una visione olistica dei diversi frammenti. Ricordando poi come per Teilhard l'ominizzazione è avvenuta per un salto individuale e subitaneo dall'istinto al pensiero, sottolinea che anche in psicologia è importante la discontinuità; spesso infatti la soluzione di problemi complessi, dopo molto studio, avviene per un intuizione improvvisa. La capacità di riflessione è però importante per attuare un cambiamento di stato: per ideare qualcosa di nuovo, le persone abituate a riflettere sono più creative. Infine importante è quella che il prof. Antonietti chiama 'artefattualità'; secondo l'anticipazione profetica di Teilhard de Chardin, gli strumenti tecnologici, oggi più che mai, hanno una funzione liberatrice e costruttrice. Certo, bisogna riconoscere che noi, più di Teilhard, siamo in condizione di vederne tutte le criticità, al punto da temere per la sopravvivenza della stessa umanità, ma dobbiamo ricordare la riflessione fiduciosa del gesuita che, se l'evoluzione ci ha portato fin qui, non è certo per abbandonarci ora. Anche lui ammette che ci potranno essere dei punti critici, ma l'arresto o la regressione sono impossibili. Bisogna pensare dunque a come incanalare le nuove energie a disposizione e conclude dicendo che la psicologia deve condividere l'ottimismo di Teilhard de Chardin nella tecnologia.
Il prof. Paolo Trianni, docente presso la Pontificia Università Urbaniana, autore di vari libri su Teilhard de Chardin, ci parla del transumanesimo, chiedendosi se effettivamente, Teilhard può esserne considerato il fondatore. Egli, che come abbiamo visto aveva intuito le enormi possibilità del progresso tecnico, è stato certo un ispiratore di questa filosofia che abbraccia appassionatamente le innovazioni tecnologiche, convinta che esse libereranno in futuro l'uomo da tuttii suoi condizionamenti, compresa forse la morte. Era infatti grande amico di Julian Huxley che è considerato il fondatore storico del transumanesimo con il suo volume "Nuove botti per nuovo vino". Teilhard stesso però rimarca le differenze fra il suo pensiero e quello dell'amico, differenze che si riassumono in un solo nome, Cristo, che è all'origine e alla fine dell'evoluzione, causa efficiente e meta finale. Lo scopo dell'evoluzione per Teilhard non è il ben-essere, ma il più-essere. Si tratta quindi non di transumanesimo, ma di ultra-umanesimo, in definitiva di pan-cristismo. Il vero problema di Teilhard, dice Trianni, non è il transumanesimo, ma il panteismo, di cui infatti spesso è stato accusato e da cui lui stesso riconosce di essere stato in gioventù tentato, tanto di aver parlato di panteismo cristiano. In realtà il suo è un pan-enteismo perché in lui l'unione differenzia, favorendo la personalizzazione. Il progresso tecnico non va demonizzato perché, in ultima analisi, è funzionale al progresso spirituale, ricordando però che “non si può scalare una montagna senza costeggiare un abisso”. Il transumanesimo, a conti fatti, è antitetico allo spirito religioso, in quanto si affida totalmente alle capacità umane.
Il dott. Gianluigi Nicola, vicepresidente dell'associazione e direttore della rivista Teilhard Aujourd' ui spiega come l'uomo, sistema biologico complesso, rendendosi conto della sua fragilità, può reagire e iniziare un processo di personalizzazione. La sua corteccia cerebrale, integrando gli stimoli che le arrivano da ogni parte, produce effetti emergenti che, formando un nucleo dinamico in continuo cambiamento, creano il fenomeno della consapevolezza, la quale permette all'uomo la capacità critica e il giudizio su se stesso e sul mondo che lo circonda. Per Teilhard un uomo è 'spirituale' quando ha raggiunto l'unità del sé e ha completato il processo di personalizzazione. Accogliendo l'annuncio cristiano e realizzando la mia spiritualizzazione, posso accedere all' 'oltre da me' e, coniugando consapevolezza e anelito spirituale, posso entrare in contatto con quello che Nicola chiama, con un'espressione che i soci dell'associazione hanno imparato a conoscere, l'Incommensurabile Consapevole. Come teilhardiani, egli conclude, possiamo dare alla gente una nuova possibilità di diventare spirituali, al di là delle religioni.
L'ing. Edmondo Cesarini, conselor e responsabile della sezione romana dell'associazione si concentra sull'idea di Noosfera che, secondo lui, Teilhard ha lasciato abbastanza nel vago: su questo concetto abbiamo solo delle intuizioni, delle illuminazioni. Egli si dichiara non d'accordo con coloro che vedono nella tecnosfera un promettente inizio e quasi una prima realizzazione della Noosfera, perché non vede in essa quelle caratteristiche di relazionalità empatica e di amorizzazione che dovrebbe caratterizzarla. Secondo lui, un simile stato non sarà realizzabile nei tempi storici, anche perché non ne beneficerebbero tutte le generazioni passate. Egli pensa, rendendosi naturalmente conto della problematicità della sua asserzione, a una dimensione intermedia, prima del pleroma; questione che meriterebbe un approfondimento.
Ultimo relatore è il prof.Gianfilippo Giustozzi, parroco e docente di Filosofia delle Religioni presso l'Istituto Teologico Marchigiano, il cui testo recentemente pubblicato per le edizioni Studium, Pierre Teilhard de Chardin, viene presentato come l'opera definitiva sul gesuita francese. Dopo un rapido excursus sull'accoglienza, positiva e negativa, ricevuta dalla sua opera, del resto conosciuta solo dopo la sua morte (1955), ne delinea la figura complessa in cui si riuniscono lo sguardo del gesuita, lo sguardo del paleontologo e quello dello scienziato; triplice sguardo che gli permetterà di riunire la pratica scientifica più avanzata con la pratica cristiana rinnovata. La critica che egli fa della Chiesa del suo tempo è tanto precisa quanto feroce. Essa si basa, secondo lui, su tre pilastri: mancanza di democrazia al suo interno, esclusione della donna e un magistero privo di afflato profetico. Molto attento alle ricerche nel campo genetico, della fisica e delle neuroscienze, non ignora quelle dell'informatica nascente. La religione deve essere per lui un elemento di supporto alla potenza creativa dell'uomo che, dal canto suo non deve esitare a “gettarsi nelle grandi acque della materia”, a “buttarsi nella grande corrente evolutiva”, fornendo un supplemento d'anima alle tecnoscienze; se no, egli dice, il cosmo rischia di apparirci più grande del nostro Dio, dato che la nostra mentalità religiosa è ancora di tipo neolitico (Dio padrone o artefice). La vita, per Teilhard, è “oro da depurare”, attraversando la materia per spiritualizzarla. La Noosfera sarà completata quando l'Universo si compirà nella compenetrazione di Cosmo, Uomo e Dio. Il rapporto con Dio quindi non può essere privato, ma coinvolge il cammino di tutta l'umanità. Dietro la globalizzazione crescente, il prof. Giustozzi con Teilhard de Chardin, vede l'eleborazione di una coscienza comune: su un piano superiore, con altri mezzi, l'uomo continua il lavoro dell'evoluzione. L'ultra-umanizzazione va considerata solo nell'ottica dei futuri sviluppi dell'esperienza religiosa.