Iniziativa del Club Alpino Italiano
Nuove Dolomiti
Un nuovo sentiero attraversa le nuove Dolomiti.
Nuove Dolomiti? Il riferimento è ad un nuovo sentiero, ma anche in questo caso sorge spontanea la domanda: un nuovo percorso?
Si tratta dell'area occidentale che fa capo alla principale elevazione del Monte Cridola, più esattamente del periferico Nodo di Scodavacca.
Dolomiti “nuove” perchè la conoscenza di questo gruppo è limitata e la frequentazione ridotta, riservata per lo più a pochi amatori, principalmente cadorini e bellunesi. Un nuovo percorso perchè il lato meridionale è stato ignorato dall'escursionismo ufficiale.
Su iniziativa della locale Sezione CAI di Domegge di Cadore, viene oggi proposta questa attraversata che, partendo dal Lago di Centro Cadore, passa dal Rifugio Casera Cercenà, dalla Baita Sociale dedicata a Natale Da Deppo, risale il Cadin di Montanel e, guadagnato il lato meridionale del Gruppo del Cridola, ricalca una sequenza di cenge erbose e rocciose che raggiungono l'ampio valico di Forcella Scodavacca.
Il rientro avviene, in direzione del punto di partenza, dal noto Rifugio Padova nell'alta Val Talagona.
L'idea è nata nel 2017, anno in cui la Sezione CAI territoriale festeggiava il 50° anniversario dalla fondazione, e viene inaugurato nell'estate 2019, quando compie il 40° compleanno la Baita Sociale al Montanel. Così nasce il Sentiero Alpinistico del 50esimo CAI Domegge, itinerario naturale, ad anello, splendidamente panoramico. I primi a percorrerlo, a singoli tratti, sono stati camosci, cacciatori e pionieri dell'alpinismo, in questa sequenza temporale, escludendo non per assenza di memoria, chi l'ha frequentato nella parte bassa per lavoro, allevatori, contadini e boscaioli.
I selvatici attraversano, ancora oggi, in quota, i catini ghiaiosi negli spostamenti giornalieri e stagionali ed erano, ai tempi della caccia non sportiva, seguiti dai cacciatori che, disinteressati alle salite verticali verso le cime, modellavano il territorio per le proprie esigenze.
Lo attestano i passaggi tra i mughi e le numerose grotte-rifugio scopribili attorno a tutto il Nodo di Scodavacca a partire dal conosciuto Montanel. Lo testimonia ulteriormente, all'inizio delle cengie meridionali, il panoramico Col de l'Utìa interamente addomesticato per l'appostamento. Utia è antica denominazione ladina di luogo atto al ricovero per cacciatori, toponimo testimoniato in altre aree sia cadorine sia della Val Badia.