Passi e respiro nei luoghi della storia
Roma - castelli romani
Il Tuscolo
di Alessandro Gentili
Nelle vicinanze di Roma, ci sono un sacco di posti da visitare.
Amplifico: in Italia ci sono migliaia di posti da visitare, inutile che l’inglese o il francese possa permettersi di fare paragoni.
In Gran Bretagna c’è Londra. In Francia c’è Parigi. Ci sono pure altre città , borghi, da visitare, per carità , non dico mica di no, ma non c’è paragone.
In Francia la Camargue è bellissima, molto più bella della Costa Azzurra, e in Gran Bretagna c’è la Cornovaglia che è uno vero spettacolo. Ma non lasciamoci abbindolare. Nessun paese vanta l’offerta territoriale che abbiamo noi. Non starò dunque qui a fare lezioni o panegirici sul Bel Paese, lo sappiamo benissimo dove abitiamo e ritorno dunque a Roma e dintorni.
Oggi vi parlerò dell’area del Tuscolo dove Cicerone scrisse le celebri Tusculanae…ne ho già parlato qui, ma da un altro versante. E questa è la prova di come e quanto un posto tipo questo abbia bisogno di più gite per poterlo visitare.
Bene, due parole sul trekking di domenica 13 gennaio dal versante della strada Tuscolana. Scendendo dal teatro romano, per sentierini scoscesi e impervi, sotto la cosìdetta gnagnarella (pioggerellina fine fine stracolma di umido), il gruppetto è arrivato a dei reperti praticamente assai poco conosciuti: dapprima gli archeologi avevano pensato ad un mercato (tipo quelli di Traiano) ma poi hanno optato per gigantesche costruzioni adibite a culto sepolcrale. C’era perfino una tomba di un nobile patrizio romano a forma circolare e pare che Cecilia Metella si sia ispirata a questo sepolcro per la sua famosa tomba sull’Appia Antica.
E’ una strada costeggiata da pini, uno stretto ma percorribile sentiero: una vera nicchia, sembrava il set del film Barry Lyndon di Stanley Kubrick ambientato nell’Irlanda del settecento. C’era il fogliame invernale, le rovine che si aprivano maestose davanti a noi, alte, gigantesche dove l’edera si era nei secoli stratificata assieme alle mura, c’era silenzio, il rumore delle rare auto non interferivano, c’era quel senso del Tempo proustiano di cui molti si sono abbeverati leggendo la sua Ricerca del Tempo perduto….c’era quel senso della Memoria storica, dell’Uomo, delle Stagioni, delle Rovine malinconiche. Un sentimento umano che ci ha colpiti profondamente.
Sotto i nostri piedi, l’antica strada romana e, laggiù in fondo, la città . Perché la storia di Roma è la Storia dell’Uomo e tanto più per chi ci abita e per chi ha possibilità di vagare nei dintorni dove è possibile imbattersi in sconosciuti luoghi, poco battuti. Ma, per tornare al nostro argomento, è questa una delle bellezze del fare trekking nei dintorni di Roma. C’è quel tanto da vedere, da trovare, da visitare…a piedi, naturalmente anche in una grigia giornata di gennaio.