#227 - 28 settembre 2018
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Humour (non sempre) per riflettere

Tempi...moderni?

Classifiche

di Giuseppe Sanchioni

Uno dei temi caldi di questa estate, oltre al clima con le sue trombe d’aria e i suoi fulmini, è stato il ritorno da parte delle autorità alla vecchia definizione di Padre e Madre sui documenti al posto degli attuali Genitore 1 e Genitore 2 oppure Genitore A e Genitore B.
Mi pare giusto: in fondo si trattava di sanare un’ingiustizia. Chi si poteva permettere di decidere qual era il Genitore numero 1 oppure quello di serie B? E il Genitore così definito da un estraneo come si sarebbe sentito? Che fine avrebbe fatto la sua autostima? Quante depressioni avrebbe causato? E invece così è tornato tutto come prima, con dei ruoli stabiliti e delle definizioni chiare.
Anche se a ben vedere fra uteri in affitto, con e senza equo canone, madri surrogate, padri assenti, embrioni surgelati in azoto e bimbi che appena nati vanno subito vaccinati contro l’influenza, fecondazioni eterologhe e avanti fantasticando le cose si sono complicate assai.
Intanto sarà necessario avere carte d’identità elettroniche sempre più capienti, con microchip da almeno 1 gigabyte oppure DVD Blu-Ray per poter annotare tutti gli eventuali genitori, col loro personale contributo molecolare, di questo albero genealogico che ormai è diventato una sequoia gigante. Oggi un figlio è il prodotto di un lavoro di squadra.

È caduto un altro mito del passato, quello che sosteneva che la madre è sempre certa. È un segno dei tempi incerti che viviamo.
In pochi lustri siamo passati dagli orfani, che non avevano i genitori, a quelli che ne hanno troppi e a volte anche un po’ confusi.
Per turbare le famiglie non bastava avere scoperto il DNA e quindi la tecnologia per stabilire se i figli che ti attribuiscono o di cui sei consapevole sono veramente tuoi. Ora li devi pure condividere con una schiera di estranei.
Ma, infine, la domanda che sorge spontanea è: ma qualcuno ha mai chiesto a questi figli se volevano nascere da genitori così classificati?

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