#225 - 1 settembre 2018
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di DOMENICA 31 AGOSTO quando lascerà  il posto al numero 366. - BUONE VACANZE A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Humour (non sempre) per riflettere

Tempi...moderni?

Il Paese del Si

di Giuseppe Sanchioni

Il sommo Dante già nel 1300 aveva capito tutto. Infatti nel XXXIII canto dell’Inferno definiva i compatrioti “le genti del bel paese là dove’l sì suonaâ€.
E invece oggi queste genti si lamentano dei politici che dicono sempre No. Purtroppo però i fatti dimostrano che è proprio vero il contrario. Questo è il Paese del Sì. Forse con i No attuali si vogliono solo pareggiare i conti con tutti gli altri Sì che sono stati detti nelle passate Repubbliche.

Sì, si è costruito sui greti dei fiumi, in attesa della prossima alluvione. Dopo la quale, una volta ritirate le acque, rimarranno sul terreno le solite polemiche e le puntuali richieste di risarcimenti.
Si sono lasciate espandere le città sulle pendici dei vulcani, in attesa della prossima eruzione e di nuove Pompei, che quella originale ormai va modernizzata.
Si sono interrati i torrenti perché sopra ci stavano bene dei palazzi, in attesa delle prossime piene e delle ricostruzioni senza gara con la scusa dell’emergenza.
Si sono lasciate costruire case in zone archeologiche, per impedire i prossimi scavi e lasciare tutto molto ben custodito sottoterra.
Si è lasciato costruire in posizioni panoramiche, magari dopo un bell’incendio, naturalmente in autocombustione come andava di moda. In attesa che poi una bella frana per la pioggia riporti tutto a valle.
Si è lasciata mano libera a qualsiasi modifica degli edifici in nome della libera iniziativa in edilizia, in attesa del prossimo crollo.
Si sono fatte dighe su monti che franano, in attesa della prossima ondata che pulisca la valle.
Si sono lasciati organizzare campeggi in riva ai torrenti, in attesa che il prossimo temporale spazzi via tutto e ripulisca l’area.
Si sono fatti argini sempre più alti attorno ai fiumi, in attesa che la prossima piena ancora più alta li superi.

Da Genova a Napoli, da Ischia a Roma, da Agrigento al Vajont, da Rigopiano a Sarno, dal Polesine alla Calabria. Come si vede questi mille Sì hanno unito l’Italia da nord a sud più di Garibaldi e dei suoi mille.
Ed hanno anche contribuito a lucrare sui condoni e sui voti dei condonati per poi lasciare ai posteri la cambiale in bianco dei costi di ripristino.
E poi l’ultimo: Sì, purtroppo è colpa dei cambiamenti climatici…

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