#220 - 9 giugno 2018
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Humour (non sempre) per riflettere

Tempi...moderni?

Risparmi

di Giuseppe Sanchioni

Quando, al TG di qualche sera fa, ho sentito che un governo amico dell’Europa era la migliore protezione dei risparmi degli italiani ho pensato: finalmente qualcuno pensa a noi e soprattutto ai nostri soldi!
Allora ho rivolto gli occhi al mio salvadanaio di coccio marrone a forma di sacco di patate pieno e con sguardo compiaciuto e sicuro ho pensato: ben detto, questo è quello che ci voleva!
Come in un impeto di sfida e con lo sguardo fiducioso rivolto al futuro, ho afferrato il dindarolo.
Che però, nonostante lo scuotimento, non ha emesso alcun suono perché era vuoto.

Ed allora ho avuto come un sobbalzo e per un attimo ho rivisto come in un flashback i telegiornali della mia vita.
E mi sono passati davanti al rallentatore i fotogrammi degli incubi peggiori: bond che volavano come carta straccia per i default dei paesi sudamericani, azioni che si stracciavano come le aziende italiane quotate coi loro crac, obbligazioni strutturate che camminavano sottobraccio e quelle subordinate e si gettavano dall’orlo di un baratro, fallimenti impopolari delle banche popolari, sbrilluccichio opaco dei diamanti da investimento nelle pubblicità dei giornali.

E allora ho capito che la notizia non era che finalmente qualcuno pensava ai nostri risparmi ma perché finora nessuno se ne fosse mai preoccupato.
E forse, come sempre da noi, ora era un po’ tardi.
Il tempo era scaduto e i nostri risparmi erano evaporati.
Ognuno trovi da solo la morale che più lo convince.
Ma sembra inutile chiudere la stalla quando i buoi sono scappati.

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