#218 - 12 maggio 2018
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di VENERDI 28 FEBBRAIO quando lascerà  il posto al numero 361. - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Humour (non sempre) per riflettere

Tempi...Moderni?

Chiacchiere

di Giuseppe Sanchioni

No, dato il periodo post-pasquale e pre-estivo insomma lontano da carnevale, non sono quelle che da noi vanno sotto il nome di frappe ed in altre parti subiscono varie denominazioni locali.
Sono invece quelle tipiche degli italiani, che amano trascorrere il loro tempo chiacchierando di tutti i problemi senza risolverne naturalmente nessuno. Perché se chiacchieri non ti impegni più di tanto e vivi leggero ma se invece ti impegni a risolvere qualcosa con una decisione qualche nemico sicuramente te lo fai.
Ma poi, se uno risolve un problema, i giorni seguenti che fa? Va a finire che ti chiedono di risolverne un altro. E poi magari un altro ancora. E così finisce che si risolvono tutti i problemi ed il malcapitato si ritrova disoccupato, annoiato e soprattutto senza nulla di cui chiacchierare.
Basta guardare i politici, che sono olimpionici di chiacchiere. Trascorsi due mesi dalle elezioni, ancora si sentono racconti su tutte le possibili combinazioni di maggioranze di partiti al governo con improbabili somme di voti e conteggi di seggi. Però il governo non c’è.
Però ci sono le chiacchiere sulle eventuali votazioni. C’è chi le vorrebbe di mattina, chi solo di pomeriggio, chi il sabato e la domenica, chi anche il lunedì, chi d’inverno perché non fa la settimana bianca, chi d’estate così risparmia la fila per andare un giorno allo stabilimento a Ostia. Fatto sta che, a forza di chiacchiere, forse si deciderà quando ormai non ci sarà più tempo utile.
Sono anni che si parla dei debiti dell’ATAC, degli scioperi a cadenza fissa, delle varie alternative possibili prima del fallimento. Che forse però non farà in tempo ad arrivare perché prima bruceranno tutti i bus, fino ad esaurimento.
Ormai è quasi estate, il campionato sta finendo con le solite chiacchiere sulla Juventus che vince sempre per cause più o meno arbitrali. Ci aspettano dei mesi terribili, senza governo, senza mondiale e forse, come diceva Celentano in Azzurro, neanche un prete per chiacchierar…

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