Strumento musicale a fiato ad ancia doppia appartenente al gruppo dei legni.
lo strumento che da il "La" all'orchestra
oboe
di Giada Gentili
Metti una sera a cena. Una casa nel centro storico di Roma. Una terrazza. Gente di cinema e di teatro. Si rivangano vecchi film.
Ne spunta fuori uno, sopra a tutti. "Anonimo Veneziano". Mai sentito. E' del 1970, diretto da Enrico Maria Salerno.
"Ma non è un attore?", faccio io. Mi guardano stralunati, poi m'accorgo che sono la tipa più giovane del gruppo.
"Ce l'ho!", fa il padrone di casa, come se parlasse di una figurina introvabile.
"Vediamolo", risponde Pino Pallino. E vediamolo. dunque (una vecchia cassetta in vhs).
Dopo un'ora e mezza si riaccendono le luci.
"E' un'imitazione di Love story", faccio sempre io.
"E allora?", risponde una voce dal bagno.
"Le imitazioni sono brutte copie".
E si chiude la discussione.
Tuttavia la colonna sonora mi ha colpito e a casa spulcio Wikipedia (i titoli di coda non li avevo visti). Sì, avevo riconosciuto il suono dell'oboe, uno strumento musicale che mi aveva sempre affascinato. L'òboe è uno strumento musicale a fiato ad ancia doppia appartenente al gruppo dei legni. Ha un suono leggero e assai penetrante. Di forma conica, è generalmente fatto di ebano (Dalbergia melanoxylon, noto anche come Grenadilla) o, meno frequentemente, di palissandro (Dalbergia nigra, chiamato spesso "legno di rosa" o "brazilian rosewood"). I tasti e la meccanica sono in metallo, generalmente alpacca argentata, nichelata o dorata.
La nascita dell'oboe risale all'antichità . Ne è nota la presenza nell'antico Egitto, in Cina, Arabia e Grecia sotto forma di strumenti (ciaramelle e pifferi) che possiamo dire certamente progenitori dell'oboe. L'oboe che conosciamo oggi è l'erede di una lunga tradizione di strumenti ad ancia doppia. La sua importanza tra i fiati dell'orchestra barocca è testimoniata anche dal fatto che l'oboe dà il «La» agli altri strumenti dell'orchestra (su questo ci sono pareri discordanti: alcuni sostengono che dia il La perché nelle orchestre spesso sostituiva il violino, altri invece che dia il La perché è lo strumento di più difficile intonazione).
Per tornare al film : il brano diretto dal protagonista in chiusura, che nel film viene chiamato "Concerto in Do minore per oboe, archi e basso continuo" di Benedetto Marcello , in realtà è il "Concerto in Re minore per oboe, archi e basso continuo" di Alessandro Marcello, fratello più vecchio ma meno famoso di Benedetto (il quale tuttavia fece una trascrizione di tale concerto, come pure ne fece una – per clavicembalo – Johann Sebastian Bach). In particolare, si tratta del secondo di tre movimenti: l'Adagio. Divenuto celeberrimo anche grazie a questo film, qui trascritto e diretto da Giorgio Gaslini.