"una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats
Montemarano (Avellino)
Museo Parati Sacri
di Alessandro Gentili
Il museo dei Parati Sacri di Montemarano, testimonianza viva di una civiltà antica, è il primo esempio in Italia Meridionale di raccolta e di inventariazione di Paramenti Sacri; arricchisce la Campania d’una importante raccolta di preziosi tessuti Italiani, realizzati per buona parte in Italia Meridionale, tra il XVI e l’inizio del XX.
Esso rientra nella nuova concezione del sistema museale che mira a realizzare una serie di contenitori specializzati, anche di piccole dimensioni, in cui il visitatore può leggere in maniera puntuale l’evoluzione ed i diversi aspetti del “bene culturale”.
Tra i tessuti più significativi ricordiamo il parato del vescovo Celestino Labonia (1670 – 1720), le donazioni del Papa Benedetto XIII in occasione dell’anno giubilare 1725, e un vestito della Madonna del secolo XVII di manifattura siciliana.
Il museo è allestito nell’ex Chiesa del Purgatorio, ricavata all’inizio del 1700 dall’ ampliamento della preesistente cappella gentilizia della famiglia Aliasi.
Sulla parete frontale e sulle laterali della chiesa, al di sopra delle nicchie, si possono ammirare affreschi di buona fattura riguardanti le devozioni della famiglia stessa, mentre, al di sotto, nelle lunette delle pareti laterali sono rappresentate scene di violenza o di morte tragica, espressione della pietà popolare del 1700.
Al suo interno è allestita una ricca collezione con reperti risalenti a un periodo che va dal XVI al XX secolo. Questi reperti sono provenienti dalla Cattedrale di Montemarano, custodita e conservata con cura dal Parroco Mauro Perillo, dalla Soprintendenza e da numerosi ricercatori.
Il museo è articolato in due sezioni espositive; la prima si
Tonacelle, piviali, pianete, stole di egregia e fattura sono gli elementi che compongono prevalentemente il Museo dei Parati Sacri del piccolo paese irpino.
Con il termine “Parato Sacro” si indica l’insieme delle dalmatiche, stole, piviali, pianete di uno stesso colore e tessuto. Questi, sono ornarti da figurazioni e simboli che rappresentano i misteri della fede.
Il reperto più caratteristico della tradizione irpina è il cosiddetto “piviale”, appartenente a tutti i ministri e indossato nelle processione e nelle celebrazioni diverse dalla Messa.
Di origine medievale, in passato veniva indossato dai cantori; il suo nome deriva dal romano “pluviale”, cioè il mantello da pioggia.