#204 - 21 ottobre 2017
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte di martedi 31 dicembre quando lascerà il posto al n° 359 - mercoledi 1° dicembre 2025 - CORDIALI AUGURI DI BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua à affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono più a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa è andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Humour (non sempre) per riflettere

Tempi...moderni?

Si, viaggiare

di Giuseppe Sanchioni

Evitando le buche più dure: così cantava Lucio Battisti verso la fine degli anni 70. Ma questa condizione anche se necessaria soprattutto a Roma, non è sufficiente: bisogna anche che i mezzi di trasporto non si guastino strada facendo. E per evitare questo basta fare manutenzione.

E lunedì 9 u.s. ho avuto la conferma che Trenitalia usa gli stessi standard di manutenzione in vigore all’ATAC. Che poi in definitiva sono la metafora del Paese e che consistono nel far viaggiare sempre e comunque i mezzi fino a quando si rompono, poi semplicemente ne prendi un altro. Che nel caso del bus è in generale attuabile visto che prima o poi in giornata un altro autobus passerà.
Cosa un po’ più difficile da attuare nel caso del treno che rimanendo fermo sul binario blocca tutta la linea.
Ora passi, sia per i treni che per i bus, che non funziona l’aria condizionata, oppure il riscaldamento, che i bagni non siano agibili, che non si aprano le porte, che i display siano spenti e la linea sia scritta a penna su un foglio appiccicato al vetro, ma che almeno si muovano.

Erano le 16:48 e prendo il treno per Roma Termini a Tor Vergata ma poco prima di Ciampino, che è la stazione successiva, il treno si ferma sui binari in aperta campagna per un guasto.
Seguono telefonate concitate del personale con la “base†dalle quali si intuisce che non c’è nessuna procedura d’emergenza già codificata. Quindi improvvisando, in men che non si dica cioè verso le 17:45 dopo altri due passaggi senza nemmeno rallentare, un treno nella direzione opposta ci raccoglie sui binari e ci riporta al via, cioè a Tor Vergata.
Dove, sempre secondo le istruzioni del personale, un apposito pullman ci avrebbe preso e avrebbe fatto le stazioni del percorso che mancavano, cioè Ciampino e Roma Termini. Infatti verso le 18:50 arriva un pullman.
Ora a parte l’idea che un treno formato da più vagoni ad “alta frequentazione†a due piani che potrà portare un migliaio di persone possa essere sostituito da un pullman da 50 posti sia leggermente bizzarra, ma questa è la scuola di pensiero adottata anche dall’ATAC quando sostituisce la metro di sei vagoni che non funziona con un bus per volta, c’è il fatto che l’autista, piuttosto stranito e in perfetto ciociaro, ci dice che lui ha avuto disposizioni di portarci solo fino a Ciampino e da lì ci dobbiamo pensare da soli. Infatti da Ciampino non c’è restato altro da fare che aspettare un altro treno che arrivasse a Roma.

In definitiva per un percorso di circa 20 minuti sono arrivato a casa verso le 20 circa.
Essendo un tecnico, in tutto questo tempo mi è venuto naturale riflettere che se anche le compagnie aeree usassero gli stessi standard di manutenzione cadrebbe almeno un aereo al giorno, dovendo volare finché non si guasta.
Chissà se anche i loro dirigenti farebbero quello che fanno, dall’alto dei loro stipendi, i dirigenti delle ferrovie: si scusano per il disagio.
Molto politically correct.

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