Damien Hirst sbarca a Venezia e lo fa con “Treasures from The Wreck of The unbelievable”,
colossale mostra allestita nelle due sedi della Fondazione Pinault.
57^ Biennale d'Arte - Venezia
Damien Hirst
Esposizione a Punta della Dogana
e a Palazzo Grassi
di Brigida Mascitti
Sono Punta della Dogana, ex deposito di mercanzie giunte via mare, e Palazzo Grassi, forse tra i più noti e simbolici palazzi di ricchi mercanti veneziani, le due sedi espositive della super mostra (oltre 5000 metri quadrati!) a cura di Elena Geuna che ha per protagonista il diabolico e geniale Damien Hirst.
Il “papà” del “Teschio di diamanti” e dello “Squalo in formaldeide” ha dichiarato di aver lavorato al progetto da circa dieci anni, ossia da quando, nel corso del 2008, “un leggendario tesoro, rimasto sommerso nell’Oceano Indiano per quasi duemila anni, è stato scoperto al largo della costa orientale dell’Africa e lentamente riportato alla luce.
Di fatto, la mostra racconta la storia dell’antico naufragio della grande nave ‘Unbelievable’ (Apistos il nome originale in greco antico) e ne espone il prezioso carico riscoperto: l’imponente collezione appartenuta al liberto Aulus Calidius Amotan, conosciuto come Cif Amotan II, destinata a un leggendario tempio dedicato al "Dio Sole in Oriente”.
Grazie a una lunga e complessa campagna di recupero subacqueo, sono emersi dal fondo marino numerosi manufatti di materiali diversi e moltissime sculture. “Il mare ha restituito le ricchezze perdute, testimoni silenziose di un mondo lontano, lasciando però una precisa traccia di sé: una nuova veste appare sulla superficie dei preziosi reperti una volta affiorati dalle acque, uno spettacolo di colori e forme per la presenza di coralli e spugne, cresciuti nel corso dei secoli”.
Ed è proprio qui che interviene Hirst, poiché il suo lavoro consiste nella rielaborazione dei preziosissimi oggetti originali (in oro, marmo, corallo, gemme preziose, esposti in mostra in apposite teche e corredati da lunghi quanto dettagliati cartellini esplicativi) con repliche fantasiose, iper colorate, ironiche, attualizzate e al limite del kitsch.
Ed ecco che accanto ai celebri protagonisti della storia e della mitologia (Ciclopi, Neferiti, Medusa, Andromeda, tanto per citarne alcuni), appaiono i personaggi dei cartoni animati (i mitici Pippo e Topolino) ma anche le icone della moda e della musica pop contemporanea (Kate Moss e Rihanna). Non solo sculture. Il percorso espositivo è completato da una serie di fotografie retroilluminate raffiguranti dei sub immortalati - ma sarà vero? – mentre recuperano i reperti visibili nelle sale; sulle pareti inoltre sono appesi i disegni (tutti rigorosamente su carta pergamena) che mostrano i dettagli delle opere trasportate, realizzati con una maestria ed una tecnica indiscutibile in carboncino, grafite, gessetto, matita, foglia d’oro e foglia d’argento.
L’artista più famoso e controverso del mondo - da sempre affascinato dall’interazione tra arte e scienza – colpisce ancora!
Hirst spinge i limiti della creazione sempre più avanti, e con “Treasures from The Wreck of The unbelievable” ci fa riflettere su un tema super attuale, quello dell’antitesi-correlazione tra l’originale e la replica, l’archeologia e la storia, la verità storica e la post verità, reinterpretandolo con quello sguardo lucido, al limite del cinico-ironico, che da sempre caratterizza la sua Arte.
Lo Young British Artist di Bristol ha di nuovo diviso e messo in crisi la critica internazionale con questa operazione colossale e milionaria. Il pubblico della 57° Biennale di Venezia ha ancora tempo fino al prossimo 3 dicembre per visitare questa mostra che “deve” essere vista, perché è super attuale e perché è davvero eccezionale nelle dimensioni e nei propositi!