#193 - 13 maggio 2017
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rester in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascer il posto al n 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso pu suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialit e stupidit che la genialit ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Piccoli Grandi Musei Italiani

"una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats

Roma

Il Maam

Museo dell'altro e dell'altrove

di Alessandro Gentili

Il MaamIl Maam

Uno stabilimento abbandonato, Fiorucci, sulla via Prenestina, a Roma, in pochi anni è diventato un posto speciale: una città e un museo insieme dal nome "MAAM" (Museo dell'Altro e dell'Altrove") di Metropoliz_città meticcia dedicato all'arte contemporanea.

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Siamo quasi in prossimità del Sacro Gra. Di fronte alla facciata imponente, dipinta da Borondo e Kobra, con la scintillante Malala che ti guarda, pensi quanto sia strano venire a sapere di un luogo del genere dal collega fotografo che vive a Parigi o che amici greci vi abbiano già fatto un concerto due anni fa rimanendone entusiasti: strano che il Maam non sia sulla bocca di tutti proprio nella sua città, a Roma, mentre richiama artisti in giro per il mondo.

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Grazie al contributo dei Blocchi Precari Metropolitani – organizzazione romana nata nel 2007 per rivendicare il diritto all’abitare – nasce Metropoliz.
Di solito le occupazioni riguardano scuole, uffici, altre case lasciate in stato di abbandono. Tanto che, oltre ai soliti problemi legati all’allacciamento di luce, acqua e gas, la notevole estensione dell’area (20mila mq) ha portato via tempo dedicato alla mappatura, in modo che fosse ben chiaro come e dove ricavare gli alloggi per le circa 200 persone coinvolte, una sessantina di nuclei familiari, con tanti bambini: italiani con i peruviani, rumeni, ucraini, marocchini, comunque persone accomunate da qualcosa, senza risorse e aiuti dallo Stato, che si sono fatte guidare dall’intraprendenza dei Bpm.

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Gli artisti si susseguono, i loro segni arricchiscono lo spazio mentre la vita, sempre un po’ meno precaria, va avanti.
Dallo Space Metropoliz nasce il MAAM, il Museo dell’Altro e dell’Altrove, dove per “Altro” si intende la “città meticcia”, come la definiscono gli stessi abitanti, in continua evoluzione, e per “Altrove” tutta l’intenzione di “continuare a mantenere le diversità perché sono un valore”, precisa l’attuale direttore artistico di questa enorme “cattedrale d’arte laicaGiorgio De Finis.
Anche gli abitanti, insieme a Francesco Careri di Stalker/Osservatorio nomade, iniziarono a farsi coinvolgere nel gioco dell’arte, contribuendo alla costruzione del razzo, l’essenziale mezzo e simbolo della conquista dell’impossibile.

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Qui, infatti, l’arte si fa collettiva: gli artisti sono invitati a dare il loro contributo gratuitamente, interagendo con lo spazio, con gli abitanti e tra di loro.
Avviando un virtuoso rapporto tra arte e città, il MAAM si pone in concorrenza con le grandi istituzioni museali italiane e della capitale (il MAXXI e il MACRO), facendo della sua perifericità, della sua totale assenza di fondi, della sua non asetticità il suo grande punto di forza.

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L’invito ad intervenire, inteso come una vera e propria “chiamata alle armi”, avviene per passaparola e si avvale dell’aiuto di associazioni, università, gallerie, curatori indipendenti e di quanti altri vogliano aderire all’iniziativa.
Il MAAM ha sede in una occupazione abitativa e non è sempre aperto al pubblico.

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