"Una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats
Bidonì - Oristano
Musei delle streghe in Sardegna
di Alessandro Gentili
Il Museo S'Omo 'e sa Majarza ("La casa della strega"), nella sede del vecchio Municipio ristrutturato, è dedicato alla stregoneria, al diavolo e agli esseri fantastici delle leggende della Sardegna.Un tema affascinante, trattato con serietà e accuratezza. Un'approfondita ricerca storica ha consentito di incentrare la scelta grafica su xilografie di streghe e diavoli, datate tra XIV e XVI secolo, che coinvolgono emotivamente il visitatore e lo introducono nel mondo delle credenze popolari e delle più terribili maledizioni. Il percorso museale, unico nel suo genere in Sardegna e uno dei pochi in Italia, parte dalle divinità dei morti dei Romani, arriva all'Inquisizione e al "Malleus Maleficarum", il libro pubblicato nel 1486 che diventerà la guida in tutti gli interrogatori per stregoneria. Il "Malleus" fornì le basi teologiche per le torture più crudeli che portarono alla morte di migliaia di innocenti, soprattutto donne, accusate di stregoneria e di malefici.
All'interno del museo il visitatore ha la possibilità di compiere una sorta di viaggio spazio-temporale che lo condurrà in una dimensione suggestiva di antiche storie, racconti di "janas" (esseri mitici della tradizione sarda), folletti, diavoli e streghe in un crescendo di magia, fascino e mistero. Il museo conserva amuleti e portafortuna contro il malocchio, pozioni e sortilegi contro varie malattie e malefici come "sa mixina de s'ogu" e "sos fattuggios". In un angolo si scopre, poi, l'inquietante figura de "sa Filonzana", una donna vestita di nero che tiene tra le mani un fuso e che simboleggia il sottile filo della vita che può spezzarsi in qualsiasi momento.
Tra le proposte più suggestive del museo è la ricostruzione dell'antro di una strega sarda del Cinquecento, tale Julia Carta di Siligo, tenuta prigioniera tra il 1596 e il 1606 e sottoposta a torture presso le carceri dell'Inquisizione di Sassari. È custodito anche "su carru de sos mortos" che, nelle antiche credenze popolari, avanzava, cigolando, per trasportare le anime dei defunti. Poiché il carro poteva esser visto solo da chi doveva morire entro l'anno, incuteva terrore anche soltanto pronunciarne il nome. Nel paesino di Aritzo, nel centro della Barbagia famoso per la produzione di castagne e ciliegie, l’antico carcere dell’inquisizione Sa Bòvida ospita un museo dedicato agli strumenti di tortura e alle stregonerie. Il museo sorge nel centro del paese, inerpicato su una stretta scalinata: un vecchio edificio del ‘700, utilizzato fino al dopo guerra come carcere di massima sicurezza.
L’edificio è caratterizzato da un sottopassaggio di origine spagnola, chiamato appunto Sa Bòvida (la volta). Il percorso si articola nei vari ambienti dell’antico carcere e comprende la mostra permanente intitolata “Bruxas”, dedicata alla magia e alla stregoneria tra XV e XVII secolo: oggetti rituali di tipo religioso, magico e stregonesco introducono il visitatore nel mondo delle credenze popolari e delle più terribili maledizioni. Una parte della mostra è dedicata all’Inquisizione con una collezione di strumenti di tortura utilizzati per secoli contro coloro che venivano accusati di stregoneria e malefici.
Anche nel centro turistico di Castelsardo l’antico castello dei Doria, ospita al suo interno tante curiosità legate alla magia in Sardegna. Il Palazzo Episcopale propone mostre permanenti dedicate alla Stregoneria, eresia e Santa Inquisizione, in cui sono esposti gli strumenti di tortura utilizzati dagli inquisitori per ottenere la confessione di chiunque fosse sospettato di magia e stregoneria.