"una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats
Milano
Museo Bagatti Valsecchi
di Alessandro Gentili
Il Museo Bagatti Valsecchi è una casa museo frutto di una straordinaria vicenda collezionista di fine Ottocento, che ha come protagonisti due fratelli: i baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi.
A partire dagli anni ottanta del XIX secolo, i due fratelli si dedicarono alla ristrutturazione della dimora di famiglia situata nel cuore di Milano: un palazzo tra via Gesù e via Santo Spirito, oggi al centro del quadrilatero della moda. Parallelamente, i due fratelli iniziarono a collezionare dipinti e manufatti d’arte applicata quattro-cinquecenteschi con l’intento di allestirli nella loro casa così da creare una dimora ispirata alle abitazioni del Cinquecento lombardo. Fausto e Giuseppe si impegnarono in prima persona nel restyling del Palazzo ispirato al Rinascimento: laureati in giurisprudenza, non sfruttarono mai a fini professionali il proprio titolo di studio, ma dedicarono tempo e risorse alla ristrutturazione della dimora di famiglia, alla sua decorazione e alla raccolta delle opere d’arte a essa destinate.
La predilezione per quell’epoca era peraltro in linea con il programma culturale varato dalla monarchia sabauda all’indomani dell’Unità d’Italia; proprio nel Rinascimento si individuava il momento cui guardare per la costruzione di una nuova arte nazionale, ingrediente indispensabile per il consolidamento di quell’identità comune ancora troppo debole.
Benestanti abbastanza da potersi dedicare unicamente al loro divertissement, lavorarono sempre insieme e fecero delle loro dimore le case ideali, l’una ispirata al tardo Cinquecento e l’altra al Quattrocento lombardi e che alla fine unirono in una casa unica. Fu questa la loro opera più importante, che arredarono in modo più fedele possibile ad una dimora d’epoca.
Qui raccolsero anche la loro collezione di dipinti, sculture, armi, vetri, oreficerie, ceramiche, tessuti, libri, oggetti d’artigianato appartenenti all’intero ciclo del Rinascimento lombardo e italiano. Veri e propri amanti dell’arte lombarda furono loro, nel 1901, a finanziare il restauro della solariana chiesa di Santa Maria della Pace, che venne adibita a sala da concerti con il nome di “Salone Perosi” ( in seguito restituita alla pratica religiosa) e anche, nel 1906, il ripristino della porta detta “dei Carmini” del Castello Sforzesco milanese, attrezzata con il ponte levatoio.
Uniti e affiatati, i due avevano in realtà personalità molto differenti: brillante e mondano Fausto, più riservato e maggiormente incline alla quiete domestica Giuseppe. Proprio a quest’ultimo sarebbe spettato dare continuità alla famiglia grazie ai cinque figli nati dal suo matrimonio con Carolina Borromeo, celebrato nel 1882. Se tante energie vennero rivolte all’allestimento della dimora tra via Gesù e via Santo Spirito, per il resto la loro esistenza trascorse tra le attività e le incombenze consuete a gentiluomini del loro rango e del loro tempo.
All’amministrazione dei propri beni, affiancarono l’impegno verso numerose istituzioni benefiche, la partecipazione alla vivace vita cittadina, i viaggi in Italia e all’estero, la pratica dell’equitazione e altre curiose passioni sportive, quali le ascensioni in pallone aerostatico e il velocipede.
Dopo la morte di Fausto e di Giuseppe, casa Bagatti Valsecchi continuò a essere abitata dai loro eredi sino al 1974, quando l’ormai settantenne Pasino, uno dei figli di Giuseppe, decise di costituire la Fondazione Bagatti Valsecchi, alla quale donò il patrimonio delle opere d’arte raccolto dai suoi avi.