Termometri
di Giuseppe Sanchioni
Devo dire che l’anno comincia nel peggiore dei modi.
La NASA conferma che il 2016 è stato l’anno più caldo di sempre. O almeno di sempre da quando c’è la NASA e non ci sono più i dinosauri.
Peccato che, di questi tempi, uno debba leggere questa notizia bloccato in casa e vestito di tutto punto, seduto con la schiena appoggiata al termosifone e bevendo con la cannuccia da un flacone di sciroppo.
Certo è che, se i vichinghi nei loro vagabondaggi nei mari del nord hanno trovato un’isola e l’hanno chiamata Groenlandia, cioè Terra Verde, significa che ai loro tempi, più o meno un migliaio di anni fa, quando ancora non c’era la NASA a certificarlo ma non c’erano più neanche i dinosauri ad estinguersi, già un po’ caldino lo faceva.
Però è anche vero che qualche migliaio di anni prima, sempre nel lasso di tempo tra la scomparsa dei dinosauri e la nascita della NASA, quella poveraccia della mummia di Similaun si era ibernata su un ghiacciaio in Alto Adige molto prima dell’invenzione dei surgelati, che quindi per sua sfortuna non poté brevettare.
Anche la tecnologia trama contro di noi: per l’inquinamento penserete? No. Perché ha inventato i contabilizzatori di calore che ora l’Europa ci costringe a montare. Col risultato certo di mantenere l’inquinamento ma di aumentare le spese di riscaldamento. Col freddo di quest’inverno la coincidenza mi sembra sospetta.
E pensare che fino all’inverno scorso c’era chi si lamentava che le mimose fiorivano troppo presto e poi per l’otto marzo non c’era più nulla da vendere ai semafori!
Quindi come proposito per il nuovo anno ho deciso di non seguire più le previsioni del tempo di lunga durata. Mi accontenterò di quelle del giorno dopo, però non voglio farmi trovare impreparato.
Ho adocchiato una villetta sulle Dolomiti vicino ad Auronzo di Cadore: mi sembra un bel posto per ritirarsi in pensione in riva al mare quando, col disgelo, sarà arrivato fino a lì.