Lo stato dell'industria italiana
Competitiva - pulita - di qualità
Di Martina Valentini
Se è vero che le buone notizie non fanno notizia, quest’articolo sarà il meno letto della storia.
Ma è senz’altro un buon modo per iniziare il 2017 senza piangersi addosso.
Dall’economia verde e circolare, all’industria manifatturiera, all’agroalimentare di qualità fino ai dati sulla competitività internazionale, sono molti i dati che possono permetterci di guardare con ottimismo verso il futuro e ci possono aiutare a orientare il nostro tessuto produttivo.
Le analisi sono contenute in una nuova pubblicazione – L’Italia in 10 selfie – realizzata dalla Fondazione Symbola. Dieci fotografie di altrettanti settori che evidenziano come l’Italia sappia vincere le sfide che la concorrenza internazionale e la crisi le pongono davanti, a patto di basarsi su tre pilastri: coesione, cura del capitale umano e forte rapporto con i territori. “Per rilanciare l’economia e affrontare le sfide del mondo dobbiamo guardare ai nostri punti di forza, senza mai dimenticare i nostri mali antichi e i tanti problemi di oggi” commenta il presidente di Symbola, Ermete Realacci. “Possiamo ripartire da un’Italia che guarda con fiducia al futuro perché non rinnega la propria anima”.
Green Economy
Sono oltre 385 mila le aziende italiane (26,5% del totale dell’industria e dei servizi, nella manifattura addirittura il 33%) che durante la crisi hanno scommesso sulla green economy – che vale 190,5 mld di € di valore aggiunto, il 13% dell’economia nazionale. Con vantaggi competitivi in termini di export (il 46% delle imprese manifatturiere eco-investitrici esporta stabilmente, contro il 27,7% delle altre), di innovazione (il 33,1% ha sviluppato nuovi prodotti o nuovi servizi, contro il 18,7%) e di fatturato (il 35,1% delle imprese green lo ha visto crescere nel 2015 contro il 21,8%).
La green economy fa bene anche all’occupazione. Nel 2016 le imprese che investono in sostenibilità ambientale assumono di più: 330mila dipendenti, pari al 43,9% del totale delle assunzioni, stagionali e non stagionali, previsti nell’industria e nei servizi.
Fotovoltaico
L’Italia è primo Paese al mondo per contributo del fotovoltaico nel mix elettrico nazionale (8%, dati relativi al 2015), meglio di Grecia (7,4%) e Germania (7,1%), ma anche di Giappone (sotto il 4%) e USA (meno dell’1%). È prima tra i grandi paesi Ue per quota di rinnovabili nel consumo interno lordo (17,1%).
Leader in Europa nell'efficienza di energia ed emissioni
Il modello produttivo italiano si conferma tra i più innovativi ed efficienti in campo ambientale. A partire dai consumi energetici e dalle emissioni inquinanti: con 107 tonnellate di CO2 equivalente per milione di euro prodotto siamo secondi per minore intensità di emissioni atmosferiche, dietro la Francia (93, che nel suo primato è però aiutata dal nucleare) e davanti a Spagna (131), Regno Unito (131) e Germania (154).
Con 14,3 tonnellate di petrolio equivalente per milione di euro prodotto, l’Italia è la seconda tra le cinque grandi economie comunitarie per minori input energetici a parità di prodotto.
Economia circolare
Il nostro Paese è leader europeo nel riciclo industriale: in Italia sono stati recuperati per essere avviati a riciclo 47 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi, il valore assoluto più elevato tra tutti i Paesi europei, seguiti da Germania con 43,6, Regno Unito 38,8, Francia 29,5 e Spagna 23,7. Il riciclaggio nei cicli produttivi industriali ci ha permesso di risparmiare energia primaria per oltre 17 mln di tonnellate equivalenti di petrolio, ed emissioni per circa 60 mln di tonnellate di CO2.
L'industria italiana è quarta per surplus del Machinery – Con 59,5 miliardi di dollari di surplus, l’industria italiana del machinery si conferma nel gruppo di testa della graduatoria internazionale per saldo della bilancia commerciale, preceduta dai concorrenti tedeschi (108 mld), cinesi (84,5 mld) e giapponesi (69,4 mld).
Primi per siti unesco
Alla filiera della cultura l’Italia deve 89,7 miliardi di euro, pari al 6,1% della ricchezza prodotta nel Paese nel 2015. Quasi novanta miliardi che ne mettono in moto altri 160,1 nel resto dell’economia: 1,8 euro per ogni euro prodotto dalla cultura. Si arriva così a 249,8 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale, dal design al made in Italy, dai new media al patrimonio storico culturale fino al turismo: il 17% della ricchezza nazionale.
Manufatturiero
Nel 2015, con un surplus commerciale manifatturiero con l’estero di 103,8 miliardi di dollari, l’Italia si conferma al quinto posto nel mondo dopo Cina (1.062,1 mld), Germania (362,3 mld), Corea del Sud (201,8 mld), Giappone (174,7 mld).
Legno arredo: seconda per surplus commerciale. Campione di sostenibilità Con 9 miliardi di dollari di surplus, l’industria italiana del Legno Arredo è seconda al mondo per saldo della bilancia commerciale, preceduta solamente dalla Cina (86,3 mld). L’industria del Legno Arredo made in Italy è all’avanguardia nella sostenibilità ambientale, dai consumi di energia alle emissioni.
Imprese tra le più competitive. Su un totale di 5.117 prodotti – il massimo livello di disaggregazione statistica del commercio mondiale – nel 2014 l’Italia si è piazzata prima, seconda o terza al mondo per attivo commerciale con l’estero in ben 899: quasi uno su cinque. Per un valore totale di 200 miliardi di dollari. L’eccellenza del made in Italy sta nell’elevata diversificazione delle sue specializzazioni, che sono imperniate soprattutto nei macrosettori delle ‘4A’ (Alimentari-vini, Abbigliamento-moda, Arredo-casa e Automazione-meccanica-gomma-plastica).
Leader dell'agroalimentare di qualità Tra i prodotti dell’agroalimentare italiano, 16 sono primi sui mercati internazionali. Il nostro è il Paese più forte al mondo per prodotti ‘distintivi’: primi nel food, con 292 tra prodotti Dop/Igp/Stg, e nel vino, con 523 Doc/Docg/Igt.
L’Italia è seconda in Europa per superficie agricola biologica. E prima per numero di imprese del settore.