“Una cosa bella è una gioia per sempre” John Keats
Città dell'Amatrice - (Rieti)
Museo Civico Cola Filotesio
Dedicato alle vittime e ai superstiti del sisma.
di Alessandro Gentili
Gli effetti del devastante terremoto che vediamo - e che vedremo ancora - ogni giorno in televisione e sui giornali narrano della distruzione di edifici e beni culturali presenti in questa rinomata cittadina dell'alto Lazio, lasciando sgomenti personalità della cultura, autorità e cittadini.
Ai lutti e al dolore, si aggiunge l'angoscia della ricostruzione...ma vogliamo fortemente credere che essa saprà ridare la struttura già conosciuta che ha a lungo accompagnato la fisionomia della città.
E in questo senso parliamo oggi con gli occhi e il pensiero immersi nel tenace ricordo...
Il Museo Civico Cola Filotesio, inaugurato nel 2002, ha la sua sede nell'antica chiesa intitolata a Santa Maria delle Laudi oggi denominata Sant'Emidio.
Si articola in due sezioni: una relativa alle opere di interesse storico-artistico e cultuale, provenienti dal territorio di Amatrice e le sue Ville; l'altra destinata ai reperti archeologici, ritrovati nel corso degli ultimi quarant'anni, in diverse località comunali quali Torrita Sommati e Saletta.
Il Museo è dedicato alla "gloria" artistica locale, ovvero il pittore archittetto e scultore Nicola Filotesio, detto Cola dell'Amatrice, nato nel 1480 circa e morto in Ascoli Piceno dopo il 1547, probabile allievo di Raffaello e comunque aderente alla piena cultura rinascimentale tosco-romana, con origini venete mutuate dalla grande stagione del '400 marchigiano.
Le sue opere pittoriche si trovano anche in prestigiosi musei quali i Capitolini di Roma e i Musei Vaticani e il maggior numero della sua produzione artistica è conservata nella pinacoteca di Ascoli Piceno.
Alcune delle opere importanti che, tra le altre, si possono ammirare nel museo:
Opera più prestigiosa del museo è la “Madonna con Bambino e S. Giovannino” di Cola Filotesio. Dipinto ad olio su tavola cm 120×87. Firmato e datato in alto a destra – Cola Phijlostesios MDXXVII.
Di Pietro Vannini, la Croce processionale provenienza Pinaco cm 65×45 in rame dorato con figurine d’argento dorato in alto rilievo. Il fronte ha nel centro il Crocifisso, alla sommità un Santo, a sinistra la Madonna, a destra San Giovanni Apostolo, in basso la Maddalena. Il retro ha nel centro il Padre Eterno, in alto San Pietro, in basso San Fortunato Vescovo, ed ai due lati il bue (emblema di San Luca) e il leone (emblema di San Marco).
Ancora di Pietro Vannini: - Croce processionale – Provenienza Preta, alta cm 60. Il fronte ha nel centro il Crocifisso finemente modellato e alle estremità dei bracci, scolpite a mezzo busto le figure della Vergine, di S. Giovanni, di un vescovo e di Dio Padre. Nel retro riporta in grande rilievo, gli emblemi dei quattro evangelisti: l’angelo di S. Matteo, il bue di S. Luca, il leone di S. Marco e l’aquila di S. Giovanni.
Madonna col bambino seconda metà del XIII sec. tavola cm 126×52. Provenienza: Cossito. L’opera è di notevolissimo interesse artistico e stilisticamente si lega alla corrente umbro-marchigiana attorno alla seconda metà del XIII secolo. Vi sono in essa marcati influssi umbro spoletini.