#159 - 30 maggio 2016
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rester in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascer il posto al n 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso pu suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialit e stupidit che la genialit ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Piccoli Grandi Musei Italiani

"una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats

Museo Civico Altavilla Irpina (Av)

Gente senza storia

di Alessandro Gentili

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Sin dall'inizi del XIX secolo non c'è stata in senso stretto, nessuna storia del costume, ma soltanto studi di archeologia antica o inventari di abiti ricostruiti sulla base delle loro qualità. Altavilla, attraverso il ritrovamento di abiti della quotidianità nell'ossario della Chiesa dell'Assunta, in ottimo stato, restaurati e conservati, oggi, nel Museo Civico "della Gente senza Storia" e sempre stata attenta a come la storia si possa ricostruire dal basso, da piccoli oggetti e dal costume in particolare. Il Costume è un mezzo di comprensione della storia ed è per questo che non è casuale che la Pro Loco di Altavilla si sia impegnata, con esperienza, all'organizzazione degli eventi in costume d'epoca gestendo da 10 anni, con consensi e successi il caratteristico e noto "Palio dell'Anguria". Questo è uno dei tanti motivi che ha spinto il Comune di Altavilla a fondare nel 1997 il Museo Civico della "Gente senza Storia", l’esposizione museale si articola in quattro sale, rispettivamente dedicate alla sezione archeologica, al costume popolare ottocentesco, all’età medioevale ed agli antichi parati liturgici indossati dal clero altavillese tra XVI e XVII secolo.

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Nella I Sala sono contenuti una serie di reperti archeologici che confermano la presenza dei primi gruppi umani in territorio altavillese fin dalla preistoria. La II Sala è riservata ai preziosi tessuti della prima metà del XIX secolo recuperati in occasione dello svuotamento del cimitero dei poveri, la cosiddetta “Terra Santa”, utilizzato fra il 1700 e il 1840, situato nei locali sottostanti l’attuale cripta della Chiesa Collegiata di Altavilla. L’ampio spazio espositivo si apre con la monumentale vetrina 7 in cui sono conservati un abito del primo quarto del secolo XIX appartenuto forse ad un contadino , al centro vi è un completo marrone (calzoni, camicia e giacchetta corta in cotone) che vestiva tra il 1830 e il 1840 un bambino di pochi anni, mentre alla sua destra vi è un tipico abito indossato da una contadina degli inizi dell’Ottocento. Nella Sala vi è anche un’interessante divisa da lavoro in tela cotonata bianca e blu indossata dal soldato altavillese Giovanni Crescitelli, morto il 25 maggio 1815 nella battaglia di Tolentino e sepolto nel cimitero dei poveri altavillesi. Alla sua destra vi sono un abito borghese in cotonina stampata di una bambina vissuta negli anni Trenta dell’Ottocento, e l’abito di un artigiano, con calzoni tipo blu-jeans e camicia in tela di canapa dello stesso periodo. Sulla parete a sinistra è collocato lo splendido dipinto su tavola con una scena della Deposizione di Cristo, opera dell’artista Donato Bruno del 1595, mentre nell’angolo opposto è una statua policroma di una Madonna con bambino, forse seicentesca.

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Nella III Sala troviamo reperti di età medievale e rinascimentale del Palazzo Comitale e della Chiesa dell’Annunziata. La VI sala è dedicata all’esposizione dei parati sacri (Pianete, stole, veli omerali e da calice) usati dal clero altavillese tra XVII e XVIII secolo e degli abiti indossati dagli adepti delle locali e potenti confraternite nello stesso periodo. Sorprendente nella vetrina centrale, è l’abito in rosso appartenuto ad un priore di una confraternita vissuto nel XIX secolo.

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