"Una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats
Farra d'Isonzo
Colmello di Grotta (Gorizia)
Museo della civiltà contadina
di Alessandro Gentili
Farra d’Isonzo è un tranquillo paese di origini longobarde in Provincia di Gorizia appartenente al mandamento di Gradisca d’Isonzo, conta attualmente 1.769 abitanti (dato al 30.11.2007) e dista circa 12 km dal capoluogo provinciale.
Con i sette Borghi, il paese si estende a ridosso delle sue colline (i “Ronchi”) e del Monte Fortino (115 metri sul livello medio marino) e si trova sulla sponda destra del Fiume Isonzo, che scorre parallelo all’arteria stradale principale, lo Stradone della Mainizza che collega Gradisca a Gorizia, antica via romana (Gemina).
Pur avendo persa ogni testimonianza antica (come il castello sul Monte Fortino), Farra negli ultimi anni è diventato un vivace centro turistico per alcune intelligenti iniziative culturali.
In località Borgo Grotta si visita il Museo di Documentazione della Civiltà Contadina Friulana, uno dei più completi nel genere, ricavato in un grande complesso agricolo ristrutturato: l'istituzione, dotata di una ricca biblioteca specializzata, con oltre 16.000 oggetti documenta ogni aspetto della vita contadina, con particolare riguardo per la bachicoltura in passato molto fiorente in zona.
Sul finire del XVIII secolo la famiglia degli Strassoldo, all’epoca ricchi possidenti di Villanova, nell’attuale Comune di Farra d’Isonzo, fece costruire un luogo di residenza e di lavoro a borgo Colmello di Grotta per una decina di famiglie legate ad essa da contratti di colonato. Queste vi dimorarono fino agli inizi degli anni Sessanta del Novecento quando cominciarono lentamente a trasferirsi altrove. L’insieme degli edifici andò così incontro ad un rapido degrado.
L’Amministrazione comunale capì ben presto l’enorme valore di quel luogo e le sue potenzialità. Decise così di realizzare un museo etnografico, grazie anche alle condizioni particolarmente favorevoli alle quali la famiglia Bennati, divenuta proprietaria della tenuta che fu degli Strassoldo, cedette al Comune l’intero fabbricato.
Primo ideatore e grande sostenitore di tale progetto fu il compianto prof. Marino Medeot, all’epoca assessore comunale alla cultura e personalità di spicco della scena farrese. L’opera di ristrutturazione ebbe inizio portando all’antico splendore l’insieme dei diversi fabbricati che, pur risalendo ad epoche diverse, furono costruiti con la medesima tecnica.
Lo statuto del Museo di Documentazione della Civiltà contadina di Farra d’Isonzo venne approvato nel 1981 e nel 1993 la struttura museale aprì al pubblico con un allestimento che abbraccia diversi ambienti ed aspetti sociali per far comprendere al visitatore come e che cosa fosse il mondo contadino.
Il museo consta di diverse sezioni: alcune di esse ripropongono ambienti domestici come la cucina e la camera da letto, altre presentano botteghe artigianali, come ad esempio quella del fabbro e del falegname, mestieri propri del mondo contadino, altre ancora indagano su alcuni aspetti della società del tempo mentre le ultime si rivolgono alle attività domestiche.