"una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats
Rocca di Firenzuola - (FI)
Pietra serena
di Alessandro Gentili
Il Museo della pietra serena di Firenzuola raccoglie le testimonianze dell'antica tradizione scalpellina e dell'importanza che la pietra serena ha avuto, da sempre, per lo sviluppo della Comunità.
Il Museo, fondato il 19 dicembre del 1999. È ospitato nei locali seminterrati della Rocca, riportati alla luce in seguito ad un intervento di restauro della Piazza, ed accoglie i visitatori con un’esposizione di artisti contemporanei.
Il percorso inizia con una sezione dedicata ai “paesaggi di pietra” e prosegue con il “lavoro in cava” nel quale si racconta l’estrazione della pietra, per passare poi alla sezione successiva dedicata ai “manufatti del quotidiano”: oggetti delle case contadine e del lavoro; uno spazio “virtuale” presenta un’abitazione contadina, soffermandosi sugli elementi architettonici tipici di queste zone.
Il Museo dedica un settore anche al lavoro di scavo e ripristino della struttura fortificata, che ha consentito il ritrovamento di importanti reperti ceramici. Il percorso della visita si svolge all'interno dei sotterranei della Rocca (attuale sede dell'Amministrazione Comunale) in cui sono presenti significative testimonianze della storia di Firenzuola. Numerosi stemmi dei Vicari e dei magistrati, scolpiti in pietra serena, che rappresentavano il potere fiorentino.
Gli spazi espositivi sono inoltre fortemente caratterizzati in rapporto alla funzione difensiva-offensiva svolta dalla Rocca e di cui rimangono la "camera di volata" e i cunicoli delle cannoniere.
Appena entrato nel Museo il visitatore può percepire quanto l'impiego della pietra serena abbia interessato l'insediamento e la vita quotidiana dei firenzuolini.
Proprio a rendere esplicito lo spessore storico e la 'cultura' legata alla utilizzazione del materiale lapideo viene richiamata la storia di Firenzuola fino dalla sua fondazione, sottolineando la qualità di "terra murata" dell'abitato (sala di ingresso). Il percorso museale si articola poi in sezioni che evidenziano il radicamento della attività di estrazione/lavorazione della pietra serena nella popolazione firenzuolina.
Così mentre si illustrano le fasi di escavazione e lavorazione secondo i metodi tradizionali (prima dell'introduzione delle macchine escavatrici e degli strumenti pneumatici) e sul filo della memoria sono restituite immagini di cavatori e scalpellini, di luoghi del lavoro e cantieri.
Manufatti e oggetti d'uso quotidiano rivelano la qualità domestica della pietra: i fornelli, l'acquaio, la 'trebbiatrice' ma anche gli abbeveratoi, i gocciolatoi, i trogoli sono stati ricavati con sapienza e pazienza da un unico blocco di pietra.
La realtà e la difficoltà del lavoro in cava va oltre i visi sorridenti dei cavatori quando, attraverso una documentazione originale, si dà conto della consistenza e del numero delle cave, di quegli incidenti sul lavoro di cui è costellata la vita dei cavatori. Sono ancora i manufatti a parlare in prima persona dell'abilità tecnica dei 'maestri scalpellini'; al centro dell'attenzione sono posti due oggetti in cui viene simboleggiata la sapienza dei fatturanti di Firenzuola: il bassorilievo della Madonna di S. Pellegrino e il ciborio della chiesa dei SS. Domenico e Giustino di S. Pellegrino.
Prima di arrivare ad essi è necessaria la sosta nei due cunicoli trasformati in inaspettati 'labirinti della memoria' in cui si riscopre la maestria dello scolpire e la sapienza nel carpire i suoi tesori.
A concludere l'itinerario sono proprio i manufatti d'arte accompagnati da quelle annotazioni che consentono collegamenti e rimandi ad esperienze particolarmente significative per la cultura artistica non solo italiana. I pochi efficaci attrezzi che hanno accompagnato nel tempo il lavoro dei maestri scalpellini sono la guida per rivelare abilità e mestiere di 'mani d'oro' che hanno operato per rifinire, decorare e impreziosire monumenti ed edifici di città e campagne.