#145 - 18 gennaio 2016
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarr in rete fino alla mezzanotte del giorno sabato 30 novembre quando lascer il posto al numero 358 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, pu durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pi importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perch" (Mark Twain) "L'istruzione l'arma pi potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perch i servizi sanitari siano accessibili a tutti. Papa Francesco Il grado di civilt di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bens nella capacit di assistere, accogliere, curare i pi deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civilt di una nazione e di un popolo. Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosit, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Fumetto

Un eroe della risata

L'Omino Bufo

Nato per errore

di Giada Gentili

L'Omino BufoL'Omino Bufo

L'Omino Bufo

Quaranta anni fa circa, nasceva un fumetto che era uno scherzo della natura (posto che nei fumetti, per ‘natura’ s’intende il disegno).
D’altro canto, come è noto, prese vita per errore. Presso la redazione del Corriere dei Ragazzi, nel 1972, accadde che un redattore si accorse di un grave problema nell’impaginato, poco prima di andare in stampa: il logo della pagina dedicata alle vignette umoristiche era scomparso. Il giovane redattore si chiamava Alfredo Castelli, e la soluzione che trovò per rimediare all’errore si chiamò Omino Bufo: una striscia umoristica inventata lì per lì, con protagonista un improbabile – e appena abbozzato – omino dai tratti un po’ scomposti e confusi.

L'Omino Bufo

Le brevi gag dell’Omino Bufo, in realtà, furono un piccolo successo sin da quella prima, inaspettata apparizione “tappabuchi”. E da allora, per decenni, hanno riempito le pagine di tante testate, facendone una serie comica delle più strambe nella storia del fumetto italiano. Una strip fondata su battute nonsense, semplici e efficaci quanto i calembour (o le spiritosaggini gratuite, o i “fumetti-nel-fumetto”) amati dal suo autore, divenuto nel frattempo – grazie a Martin Mystère – uno dei più influenti e rispettati sceneggiatori del fumetto italiano.
Le strisce de L’Omino Buf presentano una inconfondibile struttura ricorrente: un gioco di parole iniziale, un suo sviluppo (più o meno breve, a seconda del formato), e il ribaltamento finale, in cui viene svelata la – sciocca, divertente, talvolta geniale – trovata linguistica (e grafica) iniziale. Il tutto chiuso dall’inconfondibile tormentone del protagonista: “che bufo! che bufo!”.

L'Omino Bufo

L'Omino BufoL'Omino Bufo

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