Emozioni
di Amanzio Possenti

Se le emozioni sono da non perdere mai di vista e rappresentano ‘ciò che proviamo e che, a volte, spesso rimane marginale se non addirittura posizionato nel rimosso’, è bene riconoscerle.

Se le emozioni sono da non perdere mai di vista e rappresentano ‘ciò che proviamo e che, a volte, spesso rimane marginale se non addirittura posizionato nel rimosso’, è bene riconoscerle.

Momenti drammatici per il Paese ben oltre il fatto istituzionale-parlamentare. Coinvolta - da scelte politiche discutibili - l’intera comunità nazionale, in un periodo che la vede in mezzo ad un guado pieno di difficoltà oggettivamente pesanti e di problemi socio-economici ad alta precarietà.

Sicuramente la volontà di potenza e di dominio diventa la protagonista negativa in assoluto, tuttavia c’è chi cerca di contrastare - pur con grosse e oggettive difficoltà – l’urlo feroce della violenza e della rabbia delle armi.

Se si annota la valorizzazione della presenza di aiuto efficace verso le famiglie dei figli e ai nipoti, spesso all’insegna di privazioni e rinunce volontarie – episodi non rari, in crescita in questi momenti di crisi economica – si conferma che la funzione dell’età avanzata è fondamentale nel tramandare equilibri.

Se l’identità di un popolo si manifesta chiaramente nella lingua che parla e scrive e tanto più ad essa fa costante riferimento come ad una pietra d’angolo, riesce difficile sopportare l’invasione degli anglesismi come di lingua normalmente accettata e parlata.

La quotidianità della guerra con i suoi aberranti misfatti mentre ci fornisce uno stillicidio di mostruosità ribadisce istante per istante una suprema certezza: essere quella della Pace la sola e sicura strada percorribile all’uomo.

Il Governo si impegna, chiamato continuamente ad affrontare esigenze sempre più ampie, la maggioranza pur traballante regge e vuole operare a favore del Paese, l’Europa ci raccomanda di non perdere di vista il Pnrr, la insensata guerra( quanto durerà?) in Ucraina lacera conseguenze anche per la nostra quotidianità: ecco la tragica finestra che si affaccia a richiedere maggiori attenzioni.

lo squallore di una totale ignoranza di Valori sui quali si regge ogni creatura umana, tanto da porci la domanda: chi commette quei gesti esecrabili sa di essere un uomo come gli altri e non solo di rispondere interiormente degli orribili atti che compie ma anche di averne coscienza rispetto alla comunità?

Tra i partiti, alcuni sono a sostegno, altri in posizione negativa: ovviamente ogni cittadino esercita autonomamente e liberamente la propria scelta. Se è importante recarsi alle urne, segno di maturità democratica, si vedrà dal rapido spoglio delle schede quale e quanta sarà la risposta popolare. Il quorum resta lo spartiacque da superare.

In Italia libertà e democrazia sono promosse e difese quali indispensabili e non ignorabili strumenti di convivenza civile e la cultura, politica e sociale, discute e argomenta fra sostenitori e oppositori in modo tematico e in contradditorio facendo emergere la forza del confronto. Quel che la democrazia sostiene e valorizza, è rifiutato nella autocrazia.

Le informazioni sulla guerra in Ucraina riempiono 24 ore su 24 le cronache di giornali, social, radio e Tv, un rincorrersi di notizie in tempo reale come mai era accaduto in nessuna delle molte (troppe) guerre precedenti.
Non c’è missile o bombardamento che sfugga alla nostra conoscenza, accompagnata da puntuali immagini.

Mentre le abominevoli orchestrazioni di rifiuto di evidenti e terribili colpe avvengono nel segno della impunità, c’è da registrare come la menzogna sia eretta a criterio disumano, soprattutto di fronte alle fotografie, ai filmati e alla visione delle immagini satellitari che attestano le aberrazioni omicide

Il festival, appuntamento ormai consolidato in un territorio che la mafia l’ha conosciuta e la subisce ancora, ospiterà dibattiti, libri e protagonisti del racconto delle mafie e dell’antimafia degli ultimi tre decenni e si inserisce in un momento cruciale della storia d’Italia: il trentesimo anniversario delle stragi terroristiche-mafiose in cui persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Il nostro XXV Aprile, giorno storico, indimenticabile della Liberazione dall’oppressione nazista, si celebra quest’anno nella tragica coincidenza dell’aggressione russa all’Ucraina, dove alla barbarie e alla distruzione di vite e di cose da parte degli invasori si oppone la strenua ed eroica difesa del popolo aggredito.

La Pace va perseguita sempre, è bisogno irrinunciabile. Ad Essa occorre dedicarsi con slancio d’ amore fraterno, per assicurarne e tramandarne la lieta presenza contro ogni violenza e prevaricazione inaccettabili.

L’abitudine al male, quale è appunto il terrore, è sfregio grave soprattutto per il cristiano che vive nella fede rivolta al Bene – a Cristo - e ne fa senso e fine della propria speranza. Certo, il male non solo c’è, è forte, guerriero instancabile e implacabile, senza freni, essenza di tentazione permanente, devastante, intimamente dannosa, ma...Come e cosa fare?

Molte le voci provenienti dai salotti : vi si dice e si proclama, e se è vero che la gente di Ucraina vi trova sincera compassione, tuttavia si accentuano ‘consigli’ e ‘distinguo’: i perché, i come, i dunque, il passato, il presente, il tipo di governo...Mi sembra di ricordare le assurde, insopportabili polemiche che per due anni hanno negativamente accompagnato la lunga serie di discussioni fra pro e contro i vaccini.

...un’angoscia indescrivibile, ci manifesta quanto siano grandi e preziose le nostre libertà e pace, da difendere e conservare tenacemente. Là, in Ucraina, è solo strazio, dolore e panico, vita stentata fra fughe nei rifugi e allarmi in continuazione.

Scrivendo delle maschere italiane, occorrerebbe sviluppare il tutto su di una base enciclopedica, ma ciò per quel che ci riguarda non è possibile e neppure opportuno, e noi siamo invece lieti di presentarvi il nuovo saggio dell’amico e collega scrittore e giornalista Daniele Rubboli, che per i tipi della Casa Editrice ”Artestampa” di Modena, ha presentato in più occasioni il suo nuovo libro dal titolo: “L’Italia delle Maschere (Dal teatro di strada e dalle baracche dei burattini”.

Derivante dalle dionisiache greche (le antesterie) e dai saturnali romani, feste durante le quali erano aboliti gli ordini sociali legati alle gerarchie per far andare in scena l’esatto contrario, il carnevale assunse importanza nel Medioevo, quando divenne occasione per irridere il potere e soprattutto per trasgredire sul piano dell’alimentazione, cibandosi di ciò che in altri momenti dell’anno era scarsamente disponibile

... la questione ecologica è ancor prima una questione di giustizia globale; una giustizia che deve rispettare allo stesso tempo diritti umani e diritti ambientali, in quanto figli della stessa Legge.
Questo significa che non possiamo risolvere l’emergenza ecologica e climatica senza riscrivere le regole economiche che, di fatto, sono solo la manifestazione ultima di regole socio-politiche.

Fu redatta da Soundiata Keïta, fondatore dell’impero del Mali, con cui iniziò il medioevo africano.
Fu questo saggio imperatore a istituire un corpo di leggi che, ispirandosi ai valori tradizionali, regolamentavano la vita comunitaria, organizzano la coesistenza tra il potere e i cittadini, tra gli individui e la società, i rapporti tra le generazioni. E istituivano per la prima volta nella storia dell’umanità le libertà inviolabili degli individui.

Con il covid imperversante che sta allarmando il mondo intero a causa dei contagi in moltiplicazione vertiginosa che getta nell’angoscia milioni di famiglie, ci si chiede quali lezioni morali ne derivino, al di là di quelle, senz’altro qualificanti, di tipo sanitario ed economico-politico.
L’umiltà dovrebbe per contro farci sentire più solidali nell’accoglimento del successo, con un grazie doveroso, e spalancherebbe le porte alla gratitudine altra virtù spesso calpestata.

Tra i cardini sui quali ruotiamo due sono fondamentali per essenzialità morale ed equilibrio sociale: la famiglia e il dialogo, l’una e l’altro motivi di garantita relazione positiva.

Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat sarebbero 6 milioni e 788 mila le donne tra i 16 ed i 70 anni che sono state vittime di fenomeni di violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. ...tra le donne inoccupate ma in cerca di lavoro ben il 5,8% sia stato vittima di violenza nell’ultimo anno (contro una media generale del 4,5%).