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segnalato da:

Cultura e societÀ

Associazione Ambientevivo

Una Poesia per l’Aquila

Dal 6 aprile del 2009 ad oggi (1800 giorni trascorsi), molte “clessidre” sono state rovesciate senza che le promesse che contenevano siano state portate a temine.

Di rinvio in rinvio, i propositi sembrano essersi cristallizzati e la memoria del terribile terremoto e della città stessa dell’Aquila sembra ormai giunta all’ultimo esile sibilo, mormorato tra disagio e vergogna.



Un patrimonio artistico senza
Bruno Zanardi – Skira

Confusione e ritardo culturale: anche la disciplina della conservazione dei beni culturali ne è minacciata. Per correre ai ripari, e valorizzare il nostro patrimonio artistico, perfettamente fuso col paesaggio da cui origina, ecco un’argomentata ricetta che si fonda sulla complementarietà tra competenze e sulla collaborazione tra mondo accademico e autorità preposte alla tutela.

Una nuova “clessidra” segna ora il suo via per scandire il tempo di nuove azioni, per rinverdire la memoria e scuotere il sonnolento e colpevole rito burocratico che ha spezzato la fiducia nell’opinione pubblica e che s’attarda a dare risposte possibili, capaci di dare senso ad una ammirevole solidarietà di cittadini e comunità di tutta la nazione e di nazioni amiche, e capaci altresì di dimostrare la volontà concreta di rimediare velocemente alla frattura, che pesa oltremodo sulla coscienza di quanti hanno a cuore il problema.

   

   

Con il titolo “Una poesia per l’Aquila” l’Associazione “Ambientevivo” promuove tre iniziative da svolgersi nell’arco del 2014 ogni 100 giorni, nello specifico: 1800 giorni dal terremoto – Premio di poesia e prosa; 1900 giorni dal terremoto – premio di fotografia; 2000 giorni dal terremoto – premio di cortometraggio.

Il programma è stato illustrato presso la sala stampa della Camera dei Deputati da Marino Fiasella Presidente di Ambientevivo, anche in rappresentanza di 12 Amministrazioni Provinciali; presenti oltre agli operatori della comunicazione, i parlamentari Buttiglione, Nissoli, Preziosi, Sottanelli, D’Incecco, Caleo, i cui interventi hanno ribadito l’urgenza di superare ogni ostacolo che si frappone ad una più attenta, consapevole e sollecita ricostruzione, morale oltreché fisica, di una delle più belle città/comunità d’Italia, ricca d’arte, di storia, di vita, e annunciando altresì il loro personale impegno.

“Una poesia per l’Aquila” nasce dall’idea che ricordare l’Aquila oggi significa ricordare ogni singola comunità che in questi anni ha subito danni, ricordare l’Aquila significa ricordare che tutti hanno lo stesso diritto alla ricostruzione; le 5 Terre, la Val di Vara, Genova, la Liguria di ponente, l’Emilia, la Lunigiana, la Sardegna…

La poesia rappresenta il primo di numerosi gesti che cercheranno di smuovere e di riportare l’attenzione su un luogo che da 5 anni vive, scoraggiato e sfiduciato, in attesa di un nuovo inizio.

Per partecipare, info – unapoesiaperlaquila@gmail.com


Cultura e societÀ  

In riferimento a Simonre Renoglio – rubrica Poesia

Eroi, oggi

di Antonio Bruni

Un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori.

Questa frase compare a caratteri cubitali sulla facciata del Palazzo della Civiltà del Lavoro all’Eur, Roma, costruito in vista dell’Esposizione Universale Roma del 1942, che poi non si tenne a causa della guerra mondiale.

Di poeti, artisti, navigatori, trasmigratori ne abbiamo ancora; pensatori e scienziati devono andare all’estero per trovare possibilità di lavoro mentre i santi sono rari.

Esistono ancora eroi tra gli italiani? Abbiamo sicuramente molti, forse troppi, divi (attori, cantanti, comici, sportivi, presentatori). Li ammiriamo in tivù, al cinema, allo stadio, compriamo giornali illustrati per sapere tutto della loro vita privata, palpitiamo per i loro problemi, arriviamo persino ad affidargli la rappresentanza politica del paese. I divi, però, non sono eroi.

Conosciamo gli eroi? Sappiamo qualcosa di quelli del passato per aver letto nei libri di scuola. Chi sono gli eroi di oggi? In Italia ogni anno c’è chi muore donando la propria vita per gli altri o resta invalido.

Non affrontiamo guerre da oltre mezzo secolo (ringraziamo il cielo!) ma abbiamo avuto combattimenti sanguinosi con il terrorismo e lì possiamo contare una schiera di eroi; abbiamo perso centinaia di ragazzi nelle missioni di pace, in prevalenza vittime di attentati. Migliaia sono gli altri, in divisa o senza, che sono morti o feriti nell’adempimento del servizio in vari eventi.

Ogni giorno c’è qualcuno che esce da casa e non sa se tornerà a causa del proprio dovere. Sono persone normali, spesso con una famiglia e i conti da far quadrare. Da anonimi diventano improvvisamente eroi perché non esitano a fare quello che devono, guardando in faccia il pericolo. Di loro apparirà una breve notizia con il nome, forse una foto; poi il silenzio.

Dopo pochi mesi la famiglia resterà sola a lottare per la dignità. Chi rimane invalido affronterà, nell’indifferenza della società, il dolente cammino della speranza di una minima riabilitazione fisica e psichica.

Questi sono gli eroi, quelli che pensano: “Mi sta a cuore il mio prossimo, è mio dovere aiutarlo” e così agiscono senza dubbi, l’opposto del motto “me ne frego “; si accontentano di un tozzo di pane, mentre altri tentano di arraffare il possibile dai beni pubblici e privati. Questi eroi danno anima e speranza all’Italia, ormai tristemente in vetta alle classifiche internazionali dei paesi più corrotti della Terra.

A loro, il cui numero aumenta di anno in anno, dovrebbe essere dedicato un memoriale in cui il gesto, insieme al nome, rimanga scolpito nelle coscienze, non solo in omaggio al loro sacrificio ma come esortazione al dovere di tutti.

antoniobruni.it


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)