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Costume e societÀ

Per un certo verso

Le facce degli italiani:
una storia televisiva

di Antonio Bruni

Sul video l’Italia: fu con i primi anni 60 che la tv smise di essere una gazzetta ufficiale di notizie asettiche per introdursi nel paese con toni incisivi e insieme discorsivi. Era nato il giornalismo televisivo: ai notiziari, molto controllati, erano affiancate inchieste e rubriche. Si cominciava a mostrare la realtà: volti di gente che lavorava, studiava, si prodigava e parlava dei propri problemi, le periferie, i paesi, le isole, gli interni delle abitazioni, delle scuole, delle fabbriche, degli ospedali, delle carceri. Un giornalismo colto, riflessivo, coinvolgente, che suscitava opinioni e dibattito.

Nasceva il commento.

   

I tagli erano diversi: le inchieste, in più puntate, svisceravano un argomento. Le rubriche erano più veloci con servizi intorno ai dieci minuti. Nacque la storica TV7, curata da Brando Giordani ed Emilio Ravel, sotto la direzione TG di Fabiano Fabiani ed Emmanuele Milano.

L’attenzione del pubblico, imposta dal monopolio, era molto superiore all’attuale frenesia del telecomando. La pezzatura delle trasmissioni era di un’ora. Ogni settimana si programmavano due soli film, uno sceneggiato e due varietà. C’erano spazio e voglia di approfondire. I culturali tv erano complementari ai giornalistici: rubriche di arte, di scienza, di letteratura, di stili di vivere, di colloquio con il pubblico (Cordialmente, dove cominciai come collaboratore nel luglio 67). Nel 66 Giovani di Gian Paolo Cresci (la sigla cantata da Gianni Morandi e prime apparizioni di Lucio Dalla) aprì alla questione giovanile, due anni prima della contestazione.

Il paese si scopriva e si riconosceva nel realismo dei programmi; questo continuo contatto con la propria condizione lo aiutava a crescere. Il realismo non aveva nulla a che vedere con il reality, era un dosaggio attento d’informazione e di divertimento.

Queste facce degli anni dal 50 al 70 vivono nelle immagini filmate, di ottima qualità complessiva, conservate nelle Teche. Un miope spirito di risparmio fece, all’epoca, cancellare invece gran parte delle registrazioni da studio su nastro magnetico di due pollici. Si serbava solo la prima puntata di ogni serie, mentre le altre bobine erano riutilizzate. L’archivio del magnetico fu ridotto al minimo, mentre ciò che era girato su pellicola, non potendo essere riciclato, sopravviveva in teca, anche se talvolta tagliuzzato selvaggiamente per essere inserito come materiale di repertorio.

A metà degli anni 70 ci fu il passaggio dalla pellicola al nastro nelle riprese esterne, le cosiddette leggere. Gli standard magnetici erano ancora sperimentali, non ben tarati: la registrazione e il mantenimento presentavano difetti. L’industria internazionale modificò i sistemi in rapida successione: dal BVU, fino ad arrivare al Beta digitale, cambiarono sei o sette volte. La mutazione tecnologica produsse la conseguenza che la qualità delle immagini tra il 75 e l’85, anche dei grandi fatti (i papi, la politica, il calcio) è rossastra e sgranata. Da quel periodo, la documentazione visiva si riduce notevolmente in quantità e qualità per problemi tecnici e per la disattenzione al reale.

   

La fine del monopolio e l’avvento della concorrenza provocarono inoltre un abbassamento dei contenuti. Le prime vittime della caccia all’ascolto furono i programmi culturali: attiravano un pubblico ristretto e costavano più di una chiacchierata da studio con personaggi famosi. I salotti tv presero il posto delle riprese tra la vita vera. La scrittura televisiva dei processi di trasformazione dell’Italia negli ultimi trent’anni è così venuta meno. Com’è cambiata, ad esempio, la tipologia fisica degli studenti, degli operai, degli impiegati, delle casalinghe? Non si sono più visti volti e interviste a persone normali, fotografate nella loro quotidianità e non nella banalità della domanda stradale. La società quotidiana è usata come sfondo generico, come arredamento dei presentatori, non è più protagonista. Senza le inchieste, restano solo le sequenze degli sceneggiati, talvolta significativi del costume, sequenze che sono però artefatte, anche se possono sembrare veritiere.

I tg trasmettono cronaca nera o frammenti generici di case e individui, mentre raramente riportano scene testimonianza. Scarseggia il materiale che osservi un passaggio d’epoca nelle facce, negli arredi, nei modi di vivere della gente.

I programmi realizzati con materiali d’archivio (Techetechetè, Storia…) sono ben visti oggi dal pubblico perché ci mostrano cos’era il nostro passato. Sarà possibile riproporli sugli anni attuali? Sul piano della completezza e delle qualità delle riprese e quindi della memoria visiva (una mappatura della società), considerando la differenza tecnologica, gli ultimi trent’anni di tv sono ampiamente sconfitti dai primi trenta. I programmi hanno ridotto ai margini la realtà; la tv deve ricominciare a essere testimone visiva degli italiani.

   


 

In occasione delle celebrazioni per il 90° Anniversario della Radio
e del 60° della Televisione, la Rai organizza un evento dedicato
alle donne e al loro percorso di crescita e di consapevolezza.

Convegno “Donna è...”

mercoledì 5 e giovedì 6 marzo 2014
Auditorium Parco della Musica - Sala Sinopoli

Il Convegno “Donna è…” sarà l’occasione per raccontare il rapporto della donna con la politica, l’economia, l’innovazione, la cultura e i media, con l’intento di evidenziarne la capacità di conseguire importanti risultati anche in presenza di difficoltà, stereotipi, limitazioni. A tal fine verranno messe a confronto esperienze di donne italiane e straniere che sono giunte all’apice della loro carriera professionale senza disconoscere, ma anzi potenziando la specificità di genere.

La presidente della RAI, Anna Maria Tarantola aprirà i lavori che saranno moderati dal Direttore di Rai News24 Monica Maggioni. Il Convegno sarà articolato in cinque sessioni dedicate al confronto delle donne con altrettanti aspetti della vita pubblica.

Programma

Mercoledì, 5 marzo 2014

10:00 - 12:30 - Donna è politica e democrazia
14:30 - 17:30 - Donna è economia e sviluppo
17:30 Conclusioni

Giovedì, 6 marzo 2014

9:30 - 11:30 - Donna è innovazione e scienza
11:30 - 13:30 - Donna è educazione e cultura
14:30 - 17:30 - Donna è media e comunicazione
17:30 Chiusura del Convegno.

La partecipazione all'evento è gratuita ma è necessario registrarsi on line sul sito www.convegnoraidonnae.it

E’ prevista la diretta streaming sui portali www.rai.it e www.rainews.it

Segreteria - raiconvegnodonna@forumpa.it


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)