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racconto

La sapienza di Michiko

(persone e fatti riportati nel racconto
sono di pura invenzione)

di Ruggero Scarponi


   

La Signorina Michiko Takemae, aveva l’abitazione e lo studio in un appartamento di un grazioso villino dalle parti di Viale Regina Margherita. Quando il campanello squillò, andò proprio lei ad aprire alla porta. Agra e Luciana restarono a bocca aperta nel vederla. Agghindata in un kimono di seta dipinto a mano con una colorata fantasia di fiori e uccelli, sembrava una bambola di porcellana per quanto era bella. Aveva delle movenze leggiadre, parlava pochissimo e sorrideva molto e così amabilmente che non era possibile non restarne affascinati. Era un’esperta fisioterapista ed erano state indirizzate presso di lei da Benedetta, un’amica di Luciana, dopo che Agra a causa di un incidente automobilistico, aveva accusato dei dolori lancinanti alla schiena che nessuna terapia era riuscita ad alleviare.

- Posso restare sola con la signora Agra? – Chiese Michiko a un certo punto, reclinando un poco la testa e dopo avere ascoltato con attenzione il motivo della visita. – Se la signora Luciana vuole avere la pazienza di attendere…non ci vorrà molto.

Le due giovani, rapite dai modi aggraziati della giapponese, acconsentirono subito. Michiko allora accompagnò Luciana in salotto, la fece accomodare su un divano e le servì un tè al gelsomino con dei dolcetti di farina di riso. Poi dopo essersi congedata con un grazioso inchino, si ritirò nello studio con Agra.

- In questa prima seduta – disse quasi sottovoce – non faremo nulla; prego, desidero soltanto che si rilassi tranquilla.

Invitò la donna a sedersi di fronte a lei su una comoda poltrona e si mise a osservarla.

Dopo qualche minuto, in quella posizione, Agra cominciò a sentirsi a disagio, e stava per dire qualcosa ma Michiko la prevenne, con garbo e fermezza, facendole cenno di tacere mentre continuava a fissarla con uno strano luccichio negli occhi. A un tratto, Agra, ebbe una vertigine quasi un capogiro e subito dopo avvertì un piacevole calore per tutto il corpo. Ora teneva gli occhi chiusi, come fosse entrata in trance. Michiko durante tutto il tempo che restò assopita, le tenne la mano, parlandole sommessamente. Al risveglio Agra si sentì rilassata, incredula e felice, sebbene un poco spossata come per un piacere goduto a lungo. Michiko si strinse a lei e la baciò su una guancia con affetto.

- Penso che noi due potremmo continuare ancora qualche volta se anche la signora Agra lo desidera.

Agra rispose che si, lo desiderava e quindi fissarono un nuovo appuntamento.

- Forse sarebbe meglio che la prossima volta la signora Agra venisse da sola , la seduta potrebbe essere molto lunga.

Disse Michiko suadente ma con un tono che sembrava non contemplasse la possibilità di un rifiuto.

- D’accordo - acconsentì Luciana vagamente perplessa.

Da quando divideva la casa con Agra, che l’aveva aiutata a superare un periodo difficile della sua vita, tirandola fuori dall’abisso della tossicodipendenza, erano diventate praticamente inseparabili e si erano abituate a condividere ogni cosa, dalle faccende domestiche ai divertimenti, in particolare le escursioni in montagna, vera passione di Agra.

Ora, invece, Agra si apprestava a vivere un’esperienza dalla quale lei restava esclusa ed era la prima volta che accadeva.

Per questo quando furono a casa non poté fare a meno di chiedere:

- Come ti senti Agra?

- E soprattutto, che ne pensi….di Michiko?

- Che vuoi che ti dica.- rispose incerta Agra - Per essere la prima volta…

- Ma ne trovi giovamento? Pensi che possa servire a qualcosa?

- Forse – Rispose Agra con un tono vago.

Passarono alcune settimane durante le quali Agra fece visita regolarmente allo studio di Michiko. Ma già dopo le prime sedute Luciana si accorse di un certo cambiamento nella sua amica, qualcosa che non riusciva a definire ma che la inquietava non poco. Fu allora che cominciò a temere seriamente di perdere la sua amica.

Per questo, un giorno, sopraffatta dall’ansia decise di affrontare la questione in maniera diretta

- Agra, da quando sei in cura dalla “giapponese”- disse - Sei diventata pensierosa, svagata, come se inseguissi pensieri lontani…Cosa ti succede? Ti ha fatto qualcosa?-

- Qualcosa? – rispose, sospettosa Agra – Che intendi dire?

- Niente, non badarci, scusa anzi, non volevo…Solo che ti vedo strana…

- Mi sento già meglio sai. Credo che la “giapponese” sappia veramente come curare queste cose.

- Allora tornerai da lei?- chiese con apprensione Luciana.

- Certo! – esclamò Agra con entusiasmo.

   

Michiko accolse Agra come le altre volte, con un sorriso incantevole.

La condusse tenendola per mano in una stanza. Tutto era immerso nella penombra. La invitò a liberarsi dei suoi abiti facendole indossare un’ampia vestaglia di seta. Poi l’aiutò a distendersi su di una stuoia sul pavimento e la guidò in alcuni esercizi di rilassamento. Solo dopo qualche istante Agra si rese conto che mentre compiva queste operazioni Michiko parlava sommessamente. Non comprendeva nulla di quelle parole mormorate ma ne percepiva il ritmo simile a una filastrocca. Si addormentò profondamente e Michiko si sdraiò silenziosa al suo fianco.

Al risveglio si trovò tra le braccia della ragazza giapponese.

Agra continuò a frequentare lo studio di Michiko, che tra l’altro chiedeva un compenso modesto per il suo lavoro.

- Ma insomma Agra – provò a chiedere Luciana una mattina – non ti senti meglio? Come procede la “cosa”? Hai sostenuto diverse sedute, oramai dovresti essere in grado di giudicare l’efficacia del “trattamento”.

Agra guardò Luciana come se stesse pensando ad altro, poi a un tratto disse – Sono confusa, quella ragazza è come se mi fosse entrata nell’anima, eppure non mi sento manipolata, al contrario, mi sento serena e sicura. E’ una sensazione strana, di benessere e forse anche un po’ di dipendenza, non so come spiegarti – Però non avverto più il dolore, davvero… e questa credo sia la cosa più importante

- Forse, visto che il dolore è passato, dovresti smettere di andarci, non credi? – Disse titubante Luciana guardando Agra negli occhi.

- Si, forse hai ragione. Ma non so se sia giusto troncare la cura, proprio adesso. – rispose la donna scuotendo il capo, dopo aver emesso un profondo sospiro.

In effetti, la cura miracolosa di Michiko aveva risolto il problema di Agra. Non avvertiva più dolore. Per essere certa della guarigione, provò a effettuare movimenti complessi, torsioni, piegamenti, slanci. Niente, tutto sembrava tornato a posto, perfetto, come una volta.

- Devo ringraziarti, Luciana, e anche la tua amica Benedetta. Ci ha dato un buon consiglio – disse Agra – e poi non è costato molto, veramente un’esperienza singolare.

      

E così le due donne ripresero la vita di prima. Lavoro, sport, amici, escursioni. Tutto era tornato normale e finalmente Luciana poteva guardare Agra senza apprensione e sentirla di nuovo tutta sua. Ma fu proprio una domenica, al ritorno da un’escursione in montagna dove avevano dovuto affrontare dei passaggi impegnativi da rocciatori esperti, che Agra provò di nuovo la fitta acuta alla schiena. Il dolore era tornato, più forte di prima. La donna fu sul punto di avere una crisi di sconforto.

- Non mi libererò più di questa maledizione!

Sbottò appena furono in casa. Poi se la prese con Luciana.

- E’ colpa tua che mi hai spinto a troncare la cura di Michiko! –

- Per carità Agra, non fare così – la scongiurò Luciana – io pensavo che ormai non fosse più necessario…

- Finirò su una sedia a rotelle per causa tua! –

Agli strepiti di Agra, Luciana, scoppiò in lacrime.

- Perdonami, perdonami, - implorò la giovane- ero solo preoccupata per te. Ti vedevo diversa ogni giorno di più. Non eri più la mia amica di sempre. Temevo che quella donna ti volesse per lei, per dei fini oscuri. Mi faceva paura. Per questo ho cercato di farti troncare…la cura. Ma non preoccuparti, se per te è tanto importante, domani mattina chiamerò io stessa Michiko, te lo giuro.

- Forse l’interruzione renderà vano tutto il trattamento – infierì Agra - E intanto io soffro, soffro, non puoi neanche immaginare quanto!

Era fuori di se Agra. E Luciana comprese come lo sfogo non fosse causato solo dal dolore fisico.

Il giorno seguente senza neanche telefonare si presentarono tutte e due da Michiko.

- La signora Agra non ha trovato buona la mia cura?

Le interrogò Michiko dopo averle introdotte nello studio.

- Forse non ha avuto fiducia. Io ho capito questo. La signora Agra non è più venuta e non ha mai telefonato. Io sono stata molto dispiaciuta. Io sono sempre molto dispiaciuta quando non posso completare le cure alle mie pazienti. Ora la signora Agra intende continuare?

Agra e Luciana all’unisono assentirono con grande convinzione.

- Bene, riprenderemo oggi stesso – Concluse Michiko con fermezza e col più largo dei sorrisi.

Luciana fu garbatamente invitata a lasciare Agra nello studio e a tornarsene a casa da sola.
- Stavolta la cura sarà molto più lunga, - disse la giapponese - dovremo recuperare il tempo perduto.

Ancora una volta condusse Agra nella stanza dove la faceva distendere sulla stuoia.

Agra provò subito una sensazione di benessere e si abbandonò completamente alle cure di Michiko che intanto la faceva rilassare nel modo consueto.

- Ora la signora Agra ha fiducia nella sua Michiko? – chiese con modi accattivanti la ragazza.

- Agra si fida più di Michiko che di se stessa - rispose Agra già quasi assopita.

- La signora Agra ora vorrebbe ricevere tanto amore da Michiko da sconfiggere il suo male per sempre? –

Agra ad occhi chiusi mosse appena la testa in segno di assenso.

Allora la giapponese cominciò a manovrare le luci nella stanza in modo che si attenuassero ulteriormente e prese ad accarezzare teneramente i capelli di Agra.

- Ora la signora Agra sente l’amore di Michiko, vero?

- Agra lo sente – rispose la donna dal sonno profondo.

- Ora Michiko farà giungere il suo amore nel cuore della signora Agra –

Le piccole mani di Michiko cominciarono a ricoprire di carezze il corpo di Agra, con estrema lentezza.

- Ora il cuore della signora Agra – disse – sta ricevendo l’amore di Michiko. Ora il cuore è caldo e pieno d’amore, non è vero?

- E’ vero Michiko – rispose Agra – è vero, ti prego continua.

La bocca di Michiko si schiuse appena e si incollò a quella di Agra.

- Michiko ama molto la signora Agra, e desidera che guarisca completamente – Disse staccando per un istante le labbra da quelle della donna.

- Ancora Michiko – chiese Agra nel sonno.

- signora Agra può guarire, molto presto, se signora Agra anche lei ama Michiko.

- Io ti amo! – proruppe Agra in un sussulto, ad occhi chiusi.

Allora Michiko racchiuse il viso di Agra tra le sue mani e la baciò lungamente mentre la donna, un po’ alla volta si riprendeva dalla trance.

      

Quando fu del tutto sveglia, il viso di Michiko le apparve come la cosa più bella che avesse mai visto e si abbandonò ai suoi baci come mai le era capitato in vita sua.

Michiko agiva in un modo che Agra non era in grado di prevedere.

La sapienza di Michiko era veramente sconfinata. Agra si sentì desiderata e amata con tale dolcezza che per un istante pensò fosse tutto un sogno.

- Questo è l’amore! – Pensò Agra beatamente abbandonata.

- Questa è la passione! – esclamò dentro di sé godendo degli abbracci e delle carezze sempre più sapienti di Michiko.

- Questo è …!

Improvviso giunse l’apice del piacere, in un modo che neanche immaginava fosse possibile e che la lasciò completamente appagata.

Su di lei, infine, si abbandonò esausta anche Michiko e insieme si addormentarono fino al mattino seguente.

Quando tornò a casa Agra comprese che non avrebbe più sofferto per la fitta lancinante alla schiena.

Luciana l’accolse trepidante e festosa intuendo come la sua Agra fosse uscita definitivamente dall’incubo di quel disturbo.

- Non mi chiedi nulla? – domandò Agra con una punta di malizia una mattina, parecchio tempo dopo, mentre facevano colazione al bar. – davvero non vuoi sapere nulla della cura di Michiko?

- posso assicurarti che è stata un’esperienza, come dire, inconsueta e senza dubbio efficace, oltre ogni previsione. La sapienza di quella donna mi ha sorpresa e i suoi metodi, penso, appartengano ai segreti della medicina empirica. Oppure, chissà…

Luciana la guardò intensamente negli occhi, le prese la mano, la portò alla sua guancia, gliela baciò con tenerezza e poi la lasciò andare e rispose.

- No Agra, non voglio saper niente, per me va bene così. Sono solo contenta che tu abbia smesso di soffrire.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)