Piccoli Grandi Musei Italiani
"una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats
Benevento
Museo del Sannio
Il Museo del Sannio custodisce testimonianze materiali
della storia cittadina e provinciale del popolo Sannita
prima della loro sconfitta e della successiva conquista romana.
di Alesandro Gentili
Istituito nel 1873 dal Consiglio Provinciale di Benevento, il Museo del Sannio venne sistemato da Almerico Meomartini nella trecentesca Rocca dei Rettori Pontifici. Il rapido incremento del patrimonio e delle attività di studio indussero l’Ente proprietario ad acquistare nel 1928 il complesso monumentale dell’Abbazia di S. Sofia, centro religioso e culturale benedettino dal secolo VIII. Nella ex Abbazia fu trasferito il patrimonio archeologico, medievale ed artistico che portò alla divisione delle opere in tre Dipartimenti: Archeologia e Medievalistica, Storia, Arte ed un centro bibliografico di ricerca. Il patrimonio dell’Istituto include raccolte numismatiche, archivi storici, libri rari, cimeli ed oggetti di artigianato, fondi cartografici e documenti a stampa, fotografie.
Il Museo del Sannio custodisce testimonianze materiali della storia cittadina e provinciale del popolo Sannita prima della loro sconfitta e della successiva conquista romana. La collezione comprende monili, utensili e vasi portati alla luce dagli scavi delle necropoli di Caudium (l'attuale Montesarchio), di Maleventum e di Telesia. La civiltà longobarda è rappresentata nel Museo dai corredi funerari rinvenuti nella necropoli di Benevento.
La collezione dei vasi di tipo attico ed ellenizzante del Museo è costituita non solo da un cospicuo numero di vasi Dauni provenienti dall'acquisto della Raccolta Sisto, ma anche da materiale rinvenuto nelle necropoli di Caudium e di Telesia concesso in Deposito temporaneo al Museo dalla Sovrintendenza Archeologica di Avellino e Benevento.
Partendo dalla sala che chiude la raccolta moderna, il percorso espositivo della collezione contemporanea del Museo si snoda attraverso la biblioteca, l'auditorium e la sala di accoglienza. Dopo l’arte ancora legata alle committenze religiose del XVIII secolo si entra nell’800 permeato dal carattere campano degli artisti appartenenti alla scuola di Posillipo. Agli inizi del ‘900 si colloca il lavoro del sannita Nicola Ciletti. Al centro, lo spazio è dominato dalla scultura di Emanuele Caggiano " Pane e Lavoro". E' anche esposta una tela di Renato Guttuso "Salita dei Borgia". L'esposizione continua nell'auditorium. La prima ospita la tela del Bezzuoli, Il ritrovamento del corpo di Manfredi, e di fronte ad essa, la suggestiva Danza delle Streghe del Fazzini. La sala della biblioteca, oltre ad un cospicuo numero di sculture di Joseph Amelio Finelli, è arredata con opere di Antonio Del Donno. Nello spazio di entrata che accoglie i visitatori sono esposte tele e sculture di Renato Guttuso, Carlo Levi, Emilio Greco e Corrado Cagli, e sono preziosa testimonianza della sezione pittorica del famoso premio "F. Michetti".
IL piano nobile dell'antica abbazia ospita reperti di età medioevale ed un affresco rappresentante la " Madonna della Consolazione " proveniente dalla Chiesa di Santa Sofia. Sono esposti inoltre i resti del pulpito della Cattedrale di Benevento realizzati da Nicola da Monteforte, importanti tasselli per la storia artistica dell'Italia Meridionale. Il percorso moderno si articola lungo sei sale che affacciano sul terrazzo interno, dove sono esposti stemmi nobiliari provenienti dai palazzi cittadini. La collezione si apre con la sala del ‘300 allestita con resti di sculture medioevali e un affresco rappresentante la Madonna della Consolazione, proveniente dal Chiostro della stessa Abbazia. Tra gli altri spiccano i resti dei pulpiti del Duomo realizzati da Nicola da Monteforte, importanti tasselli per la storia artistica dell'Italia Meridionale.
Sempre meno Bellezza, è vero, intorno a noi. Ma veramente l'Uomo ne sa di più se nei luoghi e nei tempi della Desolazione e della Separazione, è possibile raccogliere testimonianze senza Tempo. Viviamo in un'era di annichilimento, ma miracolose cerimonie sono ancore concesse. Nel nascondimento di un Paese che ignora e deturpa la sua storia, è possibile raccogliere la lampada accesa che precede i nostri passi. E i Musei ne sono una delle più luminose.