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Ambiente

Ancora Fame nel Mondo

I fenomeni che ne impediscono la soluzione

Non c'è mai stato così tanto cibo. Allora perchè nel mondo 850 milioni di persone soffrono la fame?

In termini strettamente quantitativi, c'è cibo a sufficienza per sfamare l'intera popolazione mondiale di oltre 7 miliardi di persone. Eppure, una persona su 8 è affamata. Nei paesi in via di sviluppo un bambino su 6 è sottopeso.



"CEI - Conferenza
Episcopale Italiana
Ufficio Nazionale per i
problemi sociali e il lavoro
progetto culturale
Agricoltura sostenibile
per sfamare il pianeta
Seminario di studio sulla
Custodia del Creato
Venerdì 21 marzo 2014
Centro Rospigliosi - Roma
Via XXIV Maggio 43
Mons. Fabiano Longoni,
Agricoltura e legalità
Domenico Fazzari,
Agricoltura sostenibile
Gianluca Brunori,
Il modello italiano di
agricoltura familiare
Stefano Masini,
Dibattito pomeriggio
Dottrina Sociale della
Chiesa e mondo rurale
Don Walter Magnoni,
cibo e sostenibilità
Andrea Segré
Donatella Turri
Agricoltura e inclusione sociale
Ernesto Diaco conclusioni

Molte sono le cause, a volte alcune sembrano estranee al fenomeno e non imputabili.

Partiamo dall’ambiente naturale, sempre più spesso e sempre più devastanti i disastri naturali come le inondazioni, le tempeste tropicali e i lunghi periodi di siccità, con terribili conseguenze per la sicurezza alimentare nei paesi poveri e in via di sviluppo.

   

La siccità è oggigiorno la causa più comune della mancanza di cibo nel mondo. Nel 2006, siccità ricorrenti hanno causato il fallimento dei raccolti e la perdita di ingenti quantità di bestiame in zone dell'Etiopia, della Somalia e del Kenia.In molti paesi, il cambiamento climatico sta esacerbando le già sfavorevoli condizioni naturali. Ad esempio, gli agricoltori poveri in Etiopia o Guatemala, in assenza di piogge, tendono generalmente a vendere il bestiame per coprire le perdite e acquistare cibo. Tuttavia, anni consecutivi di siccità, sempre più frequenti nel Corno d'Africa e nel Centro America, stanno mettendo a dura prova le loro risorse.

Guerre e conflitti; dal 1992, la percentuale delle crisi alimentari causate dall'uomo, di breve o lunga durata,  è più che raddoppiata, passando dal 15 al 35 per cento e molto spesso sono i conflitti ad esserne la causa scatenante.

Dall'Asia all'Africa all'America Latina, i conflitti costringono milioni di persone ad abbandonare le proprie case e causando tra le peggiori emergenze alimentari globali. Dal 2004, oltre un milione di persone ha dovuto abbandonare le proprie abitazioni a causa del conflitto nel Darfur (una regione del Sudan), provocando una grave crisi alimentare, in un territorio dove solitamente non mancavano piogge e buoni raccolti.

A volte, in guerra, il cibo diventa un'arma. I soldati portano alla fame i nemici rubando o distruggendo il loro cibo e il loro bestiame e colpendo sistematicamente i mercati locali.

I campi vengono minati e i pozzi contaminati per costringere i contadini ad abbandonare la propria terra.

Quando, negli anni '90, la guerra sconvolse l'Africa centrale, la percentuale degli affamati passò dal 53 al 58 per cento. Invece, la malnutrizione diminuisce nelle zone più pacifiche del continente africano, come il Ghana e il Malawi.

   

La povertà moltiplica la povertà. Nei paesi in via di sviluppo gli agricoltori spesso non possono permettersi l'acquisto di sementi sufficienti a produrre un raccolto che soddisferebbe i bisogni alimentari delle proprie famiglie. Agli artigiani mancano i mezzi per acquistare il materiale necessario a sviluppare le proprie attività. Molti altri non hanno né acqua, né terra né l'istruzione necessaria a costurire le fondamenta di un futuro sicuro.

Gli indigenti non hanno abbastanza denaro per comprare o produrre il cibo necessario al sostentamento delle proprie famiglie. Essi diventano a loro volta troppo deboli per produrre il necessario per procurarsi più cibo.

I poveri sono affamati ed è la stessa fame ad intrappolarli nella povertà.

Le infrastrutture agricole.

A lungo termine, il miglioramento delle tecniche agricole rappresenta la soluzione più immediata alla povertà e alla fame.

Secondo il Rapporto "Lo Stato dell'insicurezza alimentare nel mondo", pubblicato dalla FAO nel 2013, tutti i paesi che sono sulla buona strada per raggiungere il primo Obiettivo di Sviluppo del MIllennio condividono una crescita agricola migliore della media.

Tuttavia, ancora troppi paesi in via di sviluppo mancano di infrastrutture adeguate a sostenere l'agricoltura, come strade, depositi e canali d'irrigazione. Di conseguenza, i costi dei trasporti sono alti, mancano le strutture per l'immagazzinamento e le risorse idriche sono inaffidabili.

Tutto ciò limita lo sviluppo agricolo e l'accesso al cibo.

Inoltre, anche se la maggioranza dei paesi in via di sviluppo dipende dall'agricoltura, spesso le politiche economiche dei governi si concentrano sullo sviluppo urbano.

L'eccessivo sfruttamento dell'ambiente. Tecniche agricole arretrate, deforestazione ed eccessivo sfruttamento dei campi e dei pascoli stanno mettendo a dura prova la fertilità della terra e aprendo la strada al rischio della fame.I terreni coltivabili del nostro pianeta sono, costantemente e sempre più, in pericolo di erosione, salinazione e desertificazione.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)