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Alberi e animali

Faggio

di Federica Fasciolo




La Ghiandaia
Tra gli animali che vivono sui faggi troviamo in primo luogo la Ghiandaia (Garrulus Glandariu) particolarmente ghiotta dei baccelli che la pianta produce in abbondanza. Può raggiungere la lunghezza di 35 cm, con una apertura alare di 55 e un peso inferiore ai 170 grammi. Il piumaggio è marrone rosso, le penne delle ali sono blu chiare e contornate di nero. Il suo dorso bianco diventa visibile particolarmente in volo. Il suo richiamo frequente è uno stridio gracido e inaudibile e il suo canto è un chiacchiericcio sommesso. All'inizio d'aprile costruisce tra i rami degli alberi della foresta il suo nido piatto, La femmina depone 5-7 uova grigiastre, dalle macchie marroni, il periodo di cova va dalla fine di aprile a giugno e dura 16 - 17 giorni. Le femmine e i maschi si danno il cambio durante la cova. Dopo l'uscita dei piccoli dall'uovo questi restano nel nido per 19-20 giorni, il tempo di rendersi autonomi.

Il faggio è l’albero più diffuso in Italia, e in epoche lontanissime il suo frutto veniva regolarmente mangiato. I greci lo confondevano con la quercia o col castagno, ma i romani erano più precisi. Plinio non aveva dubbi, mentre Giulio Cesare perseverava nell’equivoco faggio-castagno asserendo che in Britannia non esistevano faggi sbagliando grossolanamente poichè, al contrario, prima di Atene e di Roma, le isole del nord, dalla Britannia alla Danimarca, le montagne scandinave, la Russia fin giù alla Crimea erano ricoperti di un’ impenetrabile foresta di faggi.

   

Il nome del faggio in inglese è book, Buch in tedesco e ciò è dovuto al fatto che i primi scritti a caratteri runici venivano fatte su tavolette di legno di faggio.

L’albero è davvero bello: si presenta alto e solenne, le foglie sono oblunghe, lucide, nervate e formano una chioma fittissima che non si lascia attraversare dai raggi del sole, tanto è vero che all’ombra dei faggi non crescono altre piante…in compenso sovente sbucano ai suoi piedi abbondanti funghi e perfino profumati tartufi.



Lo Scoiattolo (Sciurus Vulgaris)
Anche gli scoiattoli – arboricoli - si nutrono delle bacche del Faggio, oltre a funghi e frutta, delle quali fanno cospicue scorte durante la stagione estiva. I principali predatori degli scoiattoli sono la martora, il gatto selvatico e diverse specie di rapaci. Di taglia medio-piccola (40 cm) ha una pelliccia dal colore rosso col pelo del petto più chiaro. In Italia la varietà rossa arriva fino alla Tuscia e all' Umbria. Più a sud viene sostituita dalla varietà nera, caratteristica dei boschi dell' Appennino dall' Abruzzo all' Aspromonte (ma se ne trova una piccola popolazione anche a Villa Ada, al centro di Roma, da non confondersi con le tamie introdotte dall'uomo).

Le sue profumate faggiole contengono olio di cui sono golose le ghiandaie e gli scoiattoli che le scovano tra le foglie, lungo i rami e cadute a terra.

Una delle foreste più importanti è quella di Burham a poche miglia da Windsor, di epoca antichis- sima, quando dal Tamigi alla Severn tutto era coperto di alberi. Attraversò quei boschi Oliviero Cromwell con il suo esercito prima della battaglia finale nel 1645, e dopo cento anni quei sentieri ispirarono i versi di Thomas Gray e di riflesso il Foscolo dei Sepolcri.

In Italia, un esemplare di faggio di grande imponenza si trova nella Foresta Umbra, in riva al laghetto di Certino; un altro sopravvive in Toscano, nella Foresta di Vallombrosa dove – cosi vuole la leggenda – in una notte freddissima d’inverno riparò San Gualberto, e la pianta, sfidando la natura,si ricopri all’istante di foglie per protegge il monaco.

Infine, a ricordo di un avvenimento drammatico che vide scorrere sangue, nella foresta di Buc non lontana da Zurigo, dal 1680 sopravvivono tre esemplari di faggio testimoni della tragedia.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)