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Piccoli grandi musei italiani

"una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats
Palazzo Kock – Roma

Museo della moneta
della Banca d’Italia

Storia di 5000 anni

di Alessandro Gentili


Museo della Moneta della Banca d'Italia, palazzo Koch, via Nazionale, Rione Monti, Roma: in questo museo è documentata attraverso migliaia di pezzi di inestimabile valore, la storia  di 5 mila anni della moneta. La moneta, da sempre, ha accompagnato lo sviluppo economico delle società con una funzione di mezzo di scambio, misura di valore e strumento di tesaurizzazione.

La prima moneta vera e propria fu coniata nel VII secolo a.C. in Lidia, nella attuale Turchia. Era in elettro, una lega che fu presto abbandonata in favore dell'argento, dell'oro e del bronzo, perché non consentiva di stabilire con precisione il titolo dei metalli presenti. Un inconveniente di non poco conto dal momento che allora le monete dovevano avere un valore reale, a differenza dei tempi più recenti dove il valore è fiduciario, stabilito per legge, e non corrisponde a quello effettivo.

L'uso della moneta come scambio, si diffuse rapidamente nelle diverse città del bacino del Mediterraneo, all'epoca centro dei commerci, fino ad arrivare al nostro paese, facendo sorgere monete diverse tra loro per effigi e metalli, e con esse la figura del cambiavalute.

In campo monetario l'Italia ha svolto in molti periodi un ruolo di primo piano. Gli esemplari d'oro e d'argento di epoca romana e medioevale furono a lungo i mezzi internazionali di pagamento. Roma si dotò in periodo repubblicano di un proprio sistema monetario monometallico basato sul rame, il quale, sviluppandosi in epoca imperiale, divenne elemento unificante per i vari popoli che finirono sotto il suo dominio o influenza.

Con la nascita dell'età moderna, l'internazionalizzazione del commercio provocò progressive modifiche, che condussero infine all'attuale sistema monetario cartaceo a circolazione forzosa, basato sul principio della inconvertibilità, ovvero l'impossibilità di cambiare la banconota con oro o argento di valore corrispondente.

   

L'importanza del Museo della Moneta della Banca d'Italia, va però oltre la documentazione di questa storia e risiede nella sorprendente "scoperta" che il denaro esisteva già prima della nascita della moneta. Infatti, fino a non poco tempo fa si riteneva in base alle tradizionali fonti romane che la moneta fosse stata preceduta da una economia basata sul baratto, in cui di volta in volta venivano usati capi di bestiame, conchiglie, pelli, anelli, ma questo è stato smentito da un ritrovamento in Iraq, antica Mesopotamia, di moltissime tavolette di argilla scritte con caratteri cuneiformi redatte da esperti contabili. Queste tavolette attestano come già dal III millennio a.C. le transazioni avvenissero attraverso il denaro, fatto di metallo, che serviva per le transazioni e l'acquisto di merci, beni, schiavi, terreni, pagamento di tasse, e perfino prestiti con tassi anche usurai. I popoli della Mesopotamia usavano due monete, una in argento e in oro a peso, e un'altra moneta chiamata annuku fatta di stagno o piombo, rame e oro.  Il Museo della Moneta ha acquisto alcune di queste importantissime tavolette.

   

l Museo aperto nel 1994, si articola in 5 sale, in cui sono conservate le monete di metallo e quelle cartacee dal V secolo a.C. fino ai giorni nostri. Sono esposte in un percorso cronologico e storico con pezzi davvero rari  e belli nelle loro effigi ed immagini, sono  messaggi rappresentativi di vari periodi storici e civiltà.  Il nucleo principale è composto dalla collezione di Pietro Oddo, con circa 3500 monete italiane di età medioevale e moderna. Ampio spazio è poi dedicato alla ricostruzione delle vicende monetarie degli Stati Italiani, in particolare meridionali, dove si svilupparono importanti centri commerciali. Nel 1862  con la legge Pepoli, il nuovo stato unitario cercherà di mettere ordine nella babele monetaria tramite un nuovo sistema unificato sul modello francese, con 14 monete in oro, argento e bronzo. Il museo conserva i cinque esemplari in oro. Qui sono conservati anche reperti di cartamoneta, in due collezioni, la collezione Cocconcelli e la collezione Spinelli. Inizialmente la cartamoneta ebbe vita difficile e scarso gradimento, ma piano piano si diffuse fino a soppiantare la moneta metallica.

Il museo espone una prestigiosa raccolta che documenta le origini europee della banconota, quelle cinesi sono le più antiche, a partire dall'esemplare stampato da una banca di Stoccolma nel 1661. Il primo istituto di emissione vero e proprio viene però in genere considerato quello della Banca d'Inghilterra con i suoi biglietti degli inizi del Settecento. In Italia bisognerà invece attendere la banconota delle Regie Finanze di Torino del 1746. Nelle vetrine sono presenti alcuni pregiati prodotti dagli Istituti del Regno d'Italia e a partire dal 1895, dalla Banca d'Italia, la cui collezione si trova nel Museo della Banconota sulla Tuscolana. Curiosi sono gli esemplari di "cartamoneta" fabbricati da privati o enti dell'Ottocento e durante le due guerre mondiali per far fronte a situazioni di emergenza. Interessanti anche i bozzetti, matrici e attrezzature utilizzati per la realizzazione dei biglietti.

   


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