Editoriale
Ritorna il gattopardo
di Dante Fasciolo
Una domenica di pace, sulle piazze, in tivu…ma già a notte fonda
è ripreso l’inutile e stucchevole chiacchiericcio ad uso dei patiti della politica.
Chi ha vinto e chi ha perso, ognuno è convinto – e lo proclama a gran voce –
che senza il proprio consenso il paese non potrà andare avanti.
Ipotesi di accordi e di lavoro, ostacoli e sgambetti e ricatti…tutto tiene
in questa interminabile lotta per presunte giustizia e democrazia,
che somigliano troppo al disinvolto e strumentale uso del potere.
Negli ultimi mesi, più che in altri tempi, sono venute alla luce vicende
che solo uomini stolti potevano aver architettato a proprio vantaggio;
uomini indifendibili sul piano politico e ancor più sul piano umano;
uomini che meritano il nostro più profondo disprezzo.
Potere e denaro hanno barato al tavolo da gioco, hanno distribuito carte taroccate
col segreto consenso di tutti i partiti che hanno usato le loro mele marce,
liete di corrompere e contagiare amici e cortigiani, per accaparrare e moltiplicare profitti a danno di uomini onesti lavoratori sempre più in affanno,
famiglie sempre più preoccupate,
giovani senza futuro, adulati con falsi profumi e deleteri balocchi.
Chiamarsi fuori da questo perverso gioco al massacro?
Abbandonare il campo disseminato di agguati?
Lasciare che vigliacchi-ladri e ipocriti-politici conducano ancora il gioco?
La nostra risposta è NO, NO, NO…
Non possiamo più, ne va della nostra coscienza,
del nostro essere parte della comunità nazionale.
Si impone il nostro dovere di vigilare.